il Fatto Quotidiano, 5 agosto 2023
Il Totò di emilio Gentile
Coserellina «A proposito di politica, ci sarebbe qualche coserellina da mangiare?» (in Fifa e arena).
Morte «Il 13 aprile 1967 girò la scena di un film diretto da Nanni Loy, Il padre di famiglia, dove Totò interpretava il ruolo di un vecchio anarchico. La prima sequenza, girata in esterni, rappresentava un funerale. Il giorno successivo avrebbe dovuto girare di nuovo, ma si era alzato molto stanco, perciò fece avvertire che quel giorno non sarebbe andato a lavorare. Già dalla sera prima aveva provato un certo malessere. (…) Nel pomeriggio lo tranquillizzarono: il cuore non dava problemi. Ma proprio la notte del 14 aprile il principe soffrì di atroci attacchi cardiaci, e, dopo i primi interventi di assistenza, si rese conto d’essere giunto alla fine. Si strappò il cannello dell’ossigeno e la siringa della flebo, dicendo ai medici: “Lasciatemi in pace”. Erano passate da poco le tre del mattino di sabato 15 aprile, e Antonio de Curtis spirò nel suo appartamento al numero 4 di via dei Monti Parioli».
Principe Il 18 luglio 1945 il Tribunale di Napoli ammise che Totò, figlio di una cameriera analfabeta e di un marchese spiantato, aveva diritto di fregiarsi di nomi e titoli quali Antonio Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio, altezza imperiale, conte palatino, cavaliere del Sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e di Illyria, principe di Costantinopoli, di Cilicia, di Tessaglia, di Ponto, di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte di Cipro e di Epiro, conte e duca di Drivasto e di Durazzo.
Retrocesso In quarta elementare non solo lo bocciano, ma lo retrocedono in terza.
Prete Da bambino s’era messo in testa di fare il prete, serviva messa, teneva un altarino in camera. La madre: «Totò pazzeia a fa’ ’o prevete». Un’amica della madre: «La faccia da prete non ce l’ha».
Ossa «Un comico che fa ridere con le ossa, muovendo gli angoli più imprevisti dello scheletro. Si muove, nei momenti di parossismo, come si muovono sulla lavagna i quadrati costruiti sui lati del triangolo del teorema di Pitagora. (…) A questa violentissima capacità di pantomima (…) si accompagna per contrasto l’alta mestizia degli occhi più disillusi del mondo. La bocca sorride e si illude, bonaria, gli occhi non credono alla favola gaia entro la quale vivono, il corpo balla e si scompone come nel grottesco di una danza macabra» (Orio Vergani).
Elastico Il Messaggero del 13 novembre 1922: «Totò, comico elastico».
Politici Ai politici che gli chiedevano il voto. «Ma voi dimenticate che un sovrano non vota».
Altezza Il 5 giugno del ’44 Totò incontra Zavattini in piazza San Pietro. Zavattini: «Buongiorno, Principe». Totò: «La prego, Zavattini, ormai siamo in democrazia. Mi chiami pure Altezza».
Miseria «Non si può far ridere se non si conoscono bene il dolore, la fame, il freddo, l’amore senza speranza, la disperazione della solitudine di certe squallide camerette ammobiliate, alla fine di una recita in un teatrucolo di provincia; e la vergogna dei pantaloni sfondati, il desiderio di un caffellatte, la prepotenza esosa degli impresari, la cattiveria del pubblico senza educazione. Insomma, non si può essere un vero attore comico senza aver fatto la guerra con la vita».
Pensatore «Democrazia significa che ognuno può dire tutte le fesserie che vuole».
Notizie tratte da: Emilio Gentile Caporali tanti, uomini pochissimi. La storia secondo Totò Laterza
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