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 2023  agosto 05 Sabato calendario

L’occhio di Tullio Pericoli

MESSO SU ANTEPRIMA DEL 5 SETTEMBRE 2023

Questo è il terzo articolo, uscito su Repubblica di lunedì’ 20 gennaio 2020
Frammenti n. 3
Questi Frammenti sono tratti dal volume “Incroci” di Tullio Pericoli, edito da Adelphi (pagine 86, €12)
Mastronardi Mastronardi che alla stazione di Milano si mette a distribuire biglietti da diecimila, e bisognò arrestarlo.
Mastronardi «Mastronardi, sguardo rotondo, sagoma nera né dritta né storta, spigoli».
Pericoli Pericoli non vive in un mondo di cose e di uomini, ma in un universo di linee e tondi, figure geometriche che gli vengono incontro sorridenti. Una volta Garzanti tardava, e lui non vedeva l’ora che comparisse «l’angolo della sua faccia». I Beatles che arrivano in treno: «quattro facce nel rettangolo dello sportello del vagone». Il cortile di una sua casa in via San Gregorio 40 a Milano, con le persiane al primo piano sempre chiuse per il fatto che quindici anni prima proprio lì Rina Fort aveva ammazzato una donna e tre bambini: «come un tratto nero di pennarello tirato su una pagina scritta a mano, con le righe fatte di balconi fioriti».
Zavattini Il mistero di Zavattini che sposta gli occhi «diagonalmente».
Linea «Guardare il paesaggio che si allontana e notare come quasi impercettibilmente si allarghi e si allunghi mentre i dettagli si fondono in forme più elementari, più semplici e forti (…) ma non è un orizzonte come gli altri, è solo una linea, una linea netta che segnala il vuoto...»
Eco Umberto Eco per tutta la vita non parlò mai di sé.
Eco «Eco, di una gentilezza non certo esibita, ma, potrei dire, pensata. Eco pensava ogni cosa prima. Credo abbia pensato molto anche la sua morte, come ha pensato e programmato il dopo. A Eco interessavano le menti e viveva per la sua mente. La anime per lui erano stupide».
Burro Eco, già molto malato, che profittando della moglie Renate assente, scava un grosso boccone di burro e se lo ficca in bocca. Pericoli, in quel caso sostituto della moglie: «Umberto, ti fa male». Eco, fiero: «Proprio per questo».
Giallo La morte di Bocca, annunciata il giorno in cui a tavola, invece del solito rosso barolo di Mascarello che andava a comprare con Pericoli nelle Langhe, apparve davanti al suo piatto un bicchiere di birra gialla.
Tadini La morte di Tadini. Qualcuno disse: «D’ora in poi sarà come cenare senza vino».
Rosso Tadini non sapeva come dire a Pericoli che certi suoi quadri, appoggiati alle pareti dello studio, non gli piacevano. «Poi adocchiò su una mensola una grossa bottiglia, piena di un liquido di colore rosso, la prese e delicatamente la sistemò davanti a un quadro. Il quadro si accese. “Forse manca una cosa del genere” disse “rossa, o di un altro colore, ma forte”».
Azzurro «Sono proprio i suoi occhi che mi spingono ora a scrivere di lui e a ricordarlo. Quelle due pupille nere vivevano indipendentemente dal corpo, contenevano una luce azzurra che diventava sguardo, e sembravano brillare di vita propria. Occhi difficili da definire come tali: non avevano palpebre, ciglia o sopracciglia visibili o descrivibili: erano due punti della dimensione di uno spillo, luminosi e abbaglianti perché attorniati da un nero profondo e buio, e puntavano lo sguardo come fossero davvero separati dal corpo. Laser galleggianti, luci tanto acute da farmi provare imbarazzo nel fissarle» (descrizione dello sguardo di Giovanni Testori. Si veda sul sito di Pericoli come la luce proveniente dal buio di quelle pupille sia stata resa azzurra in un ritratto in bianco e nero).
Bara Pericoli non voleva vedere Eco morto. Quando fu sulla porta, il nipote Emanuele, di 15 anni, lo prese per un braccio e disse: «Non vieni a vedere il nonno?». «Percorremmo un lungo corridoio, come un viale alberato di libri, e gli arrivammo davanti. Era stato sistemato all’inizio del suo studio-biblioteca, attorniato dall’anfiteatro delle sue librerie. Il perfetto parallelepipedo della bara mi ricordò per un attimo la sua piscina. Ci fermammo a qualche metro. Da sopra il profilo laterale della bara aperta vedevo emergere metà della faccia, metà della pancia e la punta delle scarpe. Il viso era roseo, quasi ci fosse un po’ di sole a riscaldarlo. Il corpo sembrava galleggiare. Ecco, pensai, Umberto sta facendo il morto».