la Repubblica, 5 agosto 2023
Daniel Defoe e la peste di Londra
Frammenti n. 9, la Repubblica lunedì 2 marzo 2020
Questi Frammenti sono tratti dal volume “Diario dell’anno della peste” di Daniel Defoe, edito da Elliot (pagine 240, € 17,50).
Seta Modo in cui la peste giunse a Londra nel 1665-1666: un carico infetto di seta orientale arrivato dall’Olanda. Primi quattro morti in una casa di Long Acre, dove era stata aperta la cassa contenente la seta. Morti alla fine: centomila.
Contatti Si camminava al centro della via, per evitare i contatti con gli altri passanti, poi le porte o le finestre potevano aprirsi all’improvviso e liberare esalazioni.
Indovini Gli indovini, in giacca di velluto, collare, mantello nero. La folla li pedinava, li tempestava di domande. Apparvero una quantità di esperti in magia nera. Mettevano insegne sulle porte: “Chiromante”, “Astrologo”, “Qui si leggono oroscopi”.
Pillole A ruba le «pillole garantite contro il contagio», i «ricostituenti eccezionali contro l’inquinamento dell’aria», gli «antidoti preventivi infallibili contro il contagio», le «pasticche anti-pestilenza», l’«acqua anti-peste». Prodotti quasi sempre contenenti mercurio e di massima nocivi
Gratis Il tizio che dava consigli gratis. Poi presentava una medicina e pretendeva mezza corona. Gli dissero: s’era capito che non volevi soldi. Rispose: «Non voglio soldi per i consigli, la medicina si paga».
Rinchiusi Il sistema di tener chiusi dentro casa i malati di peste, e poi di incaricare due uomini di far la guardia, uno per tutto il giorno, l’altro per tutta la notte. Il guardiano di giorno doveva fare la spesa. Ma spesso, mentre stava via, quelli di dentro scappavano. Quindi si dispose di sbarrare da fuori le case infette. E tuttavia gli appestati talvolta ammazzavano i custodi, pur di scappare. Si era convinto che l’appestato, nel suo delirio, fosse sopraffatto dal desiderio di contagiare il prossimo.
Fuoco Le suppellettili di una casa infetta, i letti, gli utensili, gli indumenti, le tappezzerie: si bruciava tutto.
Fosse Sepoltura dei morti: prima dell’alba o al tramonto, nessun corteo funebre, fosse profonde almeno sei piedi. Cadaveri a non meno di due metri sotto la superficie del terreno.
Bare Le bare, presto non se ne trovarono più. Medici, vigilanti, becchini ed esaminatrici (cioè le addette a controllare lo stato di salute delle famiglie) dovevano girare per le strade con in mano un bastone rosso lungo un metro, e bene in vista.
Animali All’inizio dell’epidemia il sindaco ordinò la soppressione dei cani e dei gatti. Le bestie, correndo da una casa all’altra, avrebbero potuto diffondere la peste. Fu nominato apposito ufficiale sanitario per attuare la strage. Furono ammazzati circa quarantamila cani e duecentomila gatti. Si vietò poi ai maiali di grufolare in strada. Nel caso spettava al sagrestano della parrocchia catturarlo. Il proprietario sarebbe stato punito.
Ghiandole Quando le ghiandole gonfie si indurivano, i medici applicavano impacchi per farle maturare velocemente e inciderle. Altrimenti, si tagliavano e scarnificavano. Certe volte i bubboni indurivano perché fatti maturare troppo in fretta, e diventavano impossibili da incidere. I medici allora li bruciavano con la «pietra infernale», cioè nitrato d’argento.
Antidoti Tenere in bocca aglio e ruta, fumare tabacco, lavarsi la testa con l’aceto.
Porti Nessun porto della Francia, dell’Olanda, della Spagna e dell’Italia lasciava più entrare navi londinesi nei loro porti.
Commercio Il commercio navale di grano verso Londra continuò normalmente: chi risaliva il Tamigi per consegnarlo, lo scaricava senza scendere dalle imbarcazioni. Il denaro veniva loro portato direttamente sulle navi e messo a bagno nell’aceto prima di essere consegnato.
Liberazione «La peste fu, per così dire, una liberazione. Imperversando in modo spaventoso dalla metà di agosto alla metà di ottobre, portò via in quel periodo trenta o quarantamila persone di bassissimo ceto che, se fossero state risparmiate, sarebbero state un intollerabile peso a causa della loro miseria».