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 2023  agosto 05 Sabato calendario

L’America di Zucconi

la Repubblica, lunedì 1° giugno 2020
Questi Frammenti sono tratti dal volume “L’aquila e il pollo fritto” di Vittorio Zucconi, edito da Mondadori (pagine 309, € 18,50)
Legno George Washington girava con una dentiera di legno.
Cina Saliti sull’aereo dopo la lunga visita in Cina, Nixon, lo staff e i giornalisti trovarono ad attenderli una montagna di hamburger. Urlo del presidente: «Bentornati a casa, ragazzi».
Io so «Io so che cosa stai facendo, frocio» (il predicatore evangelico Ted Haggard puntando il dito contro la telecamera. Più tardi fu sorpreso in albergo in compagnia di un giovanotto).
Lincoln Per seppellire Lincoln, si allestì un treno che partì da Washington alle otto del mattino di venerdì 21 aprile 1865 e alla velocità di otto chilometri l’ora raggiunse in tredici giorni Chicago. A ogni villaggio – a un tratto pieno del triplo degli abitanti – il treno stava fermo due minuti. All’arrivo, lo striscione: «Riposa sereno, Abe. Ora ti amano anche i nemici».
Esequie Secondo Zucconi, l’America regola i propri conti con i grandi personaggi che uccide (Lincoln, Martin Luther King ecc.) attraverso esequie colossali. Con Kennedy la questione è ancora aperta perché «il corpo fu trasportato in fretta, quasi clandestinamente, la sera stessa dell’omicidio, da Dallas a Washington, nel timore di trame e attacchi bellici, in piena guerra fredda (…) Una nazione che non potè riconciliarsi con i resti del suo presidente non avrebbe potuto riconciliarsi con la sua fine e non lo ha mai fatto».
Chili Reagan morto pesava 50 chili, la bara invece – zinco, mogano massiccio, ottoni – tre quintali e mezzo.
Stile Stile di Zucconi. Bush come «Peter Pan nucleare», l’hamburger come «polpetta di misteriose frattaglie di bovino», il mensile patinato Playboy come «Disneyland della pugnetta», ecc.
Parte Per sentirsi in parte, Helen Echlin, caduta poi in depressione e in seguito scrittrice, faceva la telefonista erotica in tacchi a spillo e giarrettiere.
Partiti I padri fondatori si illudevano che sarebbe stato possibile amministrare il paese con i piccoli consigli dei villaggi, poi la guerra contro Giorgio III li convinse che ci voleva un governo centrale. Così nacquero i partiti, ma all’inizio veniva detto “Repubblicano” il partito centralista e “Federalista” quello delle autonomie locali. Solo più tardi (1828) il partito centralista cambiò nome e da “Repubblicano” divenne “Democratico”, mentre “Repubblicani” divennero i “Federalisti”. La percezione dei democratici come formazione di sinistra è falsa: l’emancipazione e la lotta alla schiavitù furono repubblicane, nel 2010 sedeva ancora in Senato un democratico novantenne (Robert Byrd) che aveva fatto parte del Ku Klux Klan. Fu Roosevelt (peraltro «patrizio, sdegnoso, superbo erede della nobiltà newyorkese») a spostare a sinistra i democratici col programma di investimenti pubblici progettato per battere la crisi del ’29. Sicché poi Clinton, spostando nuovamente la collocazione del partito, potè chiamarsi «Nuovo democratico».
Istantanee Reagan, nella sua stanza d’ospedale, sorpreso ad asciugare per terra «per non mettere nei guai l’infermiera». Richard Avedon, che all’inizio realizzava le fototessere dei marinai che sarebbero servite per il riconoscimento in caso di annegamento.
Numeri Qualche numero: negli Usa entrerebbero comodamente trenta Italie, l’ultimo farmaco antitumorale – la vastatina – regala ai morenti un anno di vita, ma costa centomila dollari, a New York si parlano 170 lingue, gli Stati Uniti spendono in armamenti più di tutte le altre nazioni messe insieme, gli Stati Uniti hanno ricevuto più Nobel scientifici di tutte le altre nazioni messe insieme, le 800 basi militari sparse nel mondo permetterebbero a un presidente di fare il giro del pianeta senza lasciare mai il suolo americano, gli ultimi modelli d’ascensore vanno a sessanta all’ora, ecc.