la Repubblica, 5 agosto 2023
Il giro del mondo con Renzo Piano
a Repubblica, lunedì 31 agosto 2020
Questi Frammenti sono tratti dal volume “Atlantide” di Carlo e Renzo Piano, edito da Feltrinelli (pagine 295, € 19) Carcasse Carcasse di navi che giacciono in fondo al mare: tre milioni (dato Unesco).
Yakuza La Yakuza, mafia giapponese, tenne una conferenza stampa per scusarsi con la popolazione dei rumori molesti prodotti dalle sparatorie.
Soprannomi Soprannomi con cui Carlo Piano chiama il padre Renzo: l’Esploratore, il Costruttore, il Geometra, il Misuratore, il Vecchio.
Kansai «Durante la cerimonia d’apertura del cantiere di Kansai il Geometra chiese quando sarebbero terminati i lavori, gli dissero il giorno preciso di tre anni dopo. Allora, per scherzo, domandò: a che ora? I giapponesi si consultarono e risposero: a mezzogiorno. E così fu».
Gesto «Quando a Ise abbattono un albero, sul tronco si segna il lato rivolto a nord, così da rimetterlo a nord nella costruzione. Poi si tengono i tronchi in acqua per cinque anni, e per altri cinque si lasciano ad asciugare ben ventilati. Questo dice molto sulla cultura giapponese e del Pacifico in generale, in cui il ripetersi del gesto è più importante della durata del manufatto».
Durata «In Giappone la durata di un edificio non è data dal fatto che si conservi per millenni, ma che venga ricostruito innumerevoli volte. È il reiterarsi del gesto, non la pietra, a rendere le cose eterne. Tempo fa visitammo il santuario di Ise, il luogo sacro del culto shintoista. Il tempio principale viene demolito e ricostruito completamente ogni venti anni. Questa tradizione è iniziata nel Settimo secolo e continua: è stato riedificato l’ultima volta nel 2013, la prossima sarà nel 2033. Un ciclo che è anche metafora della vita: i giovani vanno a Ise a vent’anni per imparare a costruire il tempio, a quaranta lo costruiscono per davvero, a sessanta insegnano ai ragazzi a sostituirli».
Conformismo «In Giappone il conformismo è la più ambita delle virtù, mentre l’essere escluso dal gruppo è la peggiore delle umiliazioni».
Provviste Provviste imbarcate sulla Resolution al momento della partenza da Sheerness il 21 giugno 1772: 27 tonnellate di gallette, 7.637 pezzi di carne salata, 14.200 pezzi di maiale, 850 chili di sugna, 1.400 di uva passa, 1.100 litri di farina d’avena, 800 di olio d’oliva, 900 chili di zucchero. Poi, contro lo scorbuto: 2.400 litri di malto, 9 tonnellate di crauti, 1.800 chili di cavolo salato, 180 di mostarda, 113 litri di marmellata di carote. Alcol: 19 tonnellate di birra, 2400 litri di vino.
Orfane Mancando le donne, il governo francese spedì in Nuova Caledonia un bastimento carico di orfane.
Metropolitana «Qualche anno fa sono stato a La Digue, nelle Seychelles, dove ho conosciuto un italiano, di Cuneo, che aveva sposato una donna del posto e abitava a due passi da una spiaggia bianca, in una casa allegra, attorniata di palme e banani. Ma non era felice. Gli mancava la nebbia dei suoi monti, che rende le cose incerte e meravigliose. C’era anche un suo amico sull’isola, lui si era trasferito da Parigi con la moglie. Nel portafogli custodiva un biglietto giallo della metropolitana, non se ne separava mai».
Acciaio «Non sapevo che l’acciaio recuperato dalle navi militari dismesse venisse rivenduto ai produttori di lamette da barba. Può capitare di radersi con la fregata Maestrale».
Albatros «Mi affascina l’albatros, questo grande uccello che riesce a fare il giro del mondo scendendo in acqua pochissime volte per nutrirsi. Ha una vista superficiale, a volo d’uccello, come si suol dire. Guarda e, quando avvista dei pesci, allora si tuffa. E lì sì che va a fondo e afferra la preda, ma non lo fa mai quando il mare è piatto, perché non potrebbe più decollare. Lo fa solo quando ci sono onde abbastanza alte da usare come trampolino, sfruttando la corrente d’aria che si forma sulla cresta».
Futuro «Il passato sarà anche un buon rifugio, ma il futuro è l’unico posto dove possiamo andare».
(1. continua).
la Repubblica, lunedì 7 settembre 2020
Chiedere «Se lo devi chiedere non lo avrai mai» (Pierpoint Morgan)
Tetto verde Nella California Academy di San Francisco non c’è l’aria condizionata: l’equilibrio termico è garantito dal tetto verde, 1.700.000 arbusti che non hanno bisogno di essere innaffiati e che sono stati messi a dimora in vassoi di fibra di cocco. Questi, dopo la radicazione, si sono trasformati in terra.
Blue jeans I cascami di lanugine usati per l’isolamento della California Academy di San Francisco provengono dagli scarti di blue-jeans Levi’s, gli stessi che hanno segnato la storia di San Francisco.
Creare «Il lavoro creativo è a metà strada tra la memoria e l’oblio» (Borges).
New Tork I grattacieli di New York resi possibili dallo scisto, la roccia durissima su cui sorge la città.
«Sì, New York poggia su una roccia estremamente dura e forte e penso che questa durezza segni ogni momento della sua vita e della sua storia. Dove vedi che i grattacieli sono più densi è perché la pietra è più vicina alla superficie. Si passa dai 5 metri di profondità di Times Square agli 80 del Greenwich Village. Per questo là non ci sono torri, ma solo edifici bassi, come in un paesino».
Migranti Le donne che arrivavano in America dicendo di voler raggiungere il fidanzato erano obbligate a sposarlo entro tre mesi. Se no venivanio rimpatriate.
Clima Il New York Times Building, che Renzo Piano ha costruito a Broadway, sulla 8th Avenue, tra la West 40th e la West 41st Street. Càpita che quando al piano terra piove, all’ultimo piano nevichi.
Deserto «L’opposto della città non è la campagna, che è fertile, ma il deserto, che genera mostri».
Eco «Chiunque andasse a trovare Eco, vedendo quegli scaffali interminabili che sconfinavano anche in bagno, gli chiedeva se li avesse letti tutti. Lui aveva una risposta pronta: “No, quelli che ho già letto li tengo all’università, questi sono quelli da leggere entro la settimana prossima”. Aveva anche calcolato quanto tempo ci vorrebbe per leggere tutti i libri di una certa importanza, considerando una media di quattro giorni a volume. Quattro per ogni testo degno d’interesse fanno 65.400 giorni: diviso per 365 si ottiene il risultato di centottant’anni».
Sax «Un sassofonista, penso fosse Charlie Parker, diceva: “Impara tutto sulla musica e il tuo strumento, poi dimenticalo e suona come ti pare”».
Piazze «Io disegno sempre una piazza prima. Il vuoto viene prima del pieno».
Parabola Per l’affresco della Chiesa di Padre Pio, Rauschenberg pretendeva di rappresentare Dio in forma di antenna parabolica. «Mio padre mi aveva prestato una giacca, le maniche erano lunghe e le spalle un po’ strette. Ci ri- cevettero in un salone, con al centro un tavolo rettangolare in mogano. Come quello di una sagrestia, ma moltiplicato per cinque. Per arrivarci salimmo una scalinata, Rauschenberg ansimava perché non era più un ragazzino. Io allora lavoravo in un giornale e dovevo intervistarlo. Ci eravamo già accordati, gli avevo anche anticipato qualche domanda. Ma quello in Vaticano fu un incontro nervoso. L’antenna parabolica non piacque affatto alla pontificia commissione, ci vedeva dentro i semi di un’eresia. Discussero a lungo di quello schizzo colorato, con toni poco clericali». Alla fine l’idea non passò.
Somaro «A scuola ero un somaro».
Professoressa La vecchia insegnante di storia dell’arte andò a vedere una mostra di Renzo Piano in Palazzo Tursi a Genova. Lui la riconobbe. «Buongiorno, signora, si ricorda di me?». «Certo che mi ricordo di te». «Anche perché mi rimandava sempre a settembre...». «E hai visto che ti ha fatto bene?».
Periferie «Le periferie sono fabbriche di desideri».
la Repubblica, lunedì 14 settembre 2020
Realista «Il pessimista si lamenta del vento, l’ottimista aspetta che cambi, il realista aggiusta le vele».
Prostitute L’Ossario di Crossbones, nel quartiere Southwark di Londra, cioè il cimitero delle prostitute senza nome. Sottoterra, dove c’è il deposito dei bus, riposano almeno quindicimila donne. Erano le “Winchester Geese”, le oche di Winchester: la licenza per esercitare il mestiere la rilasciava l’arcivescovo di Winchester.
Dickens Sempre a Southwark è ancora in piedi un muro della prigione di Marshalsea, dove fu rinchiuso, per un debito di 40 sterline, il padre di Dickens. Dickens aveva dodici anni e dovette andare a lavorare in una fabbrica di lucido da scarpe.
Shard La strana struttura dello Shard di Londra spiegata direttamente da Renzo Piano (Shard = Scheggia): «L’idea è quella delle schegge di cristallo che si riducono di dimensione mentre salgono. Questo effetto di smaterializzazione è dovuto al fatto che sono inclinate verso l’alto e quindi specchiano gli umori del cielo, prendendone i colori. L’edificio cerca aria fresca. Inizialmente era diverso: doveva essere più alto, ma si trovava sulla rotta d’avvicinamento al City Airport. Quindi l’aeronautica ci impose di scendere a un’altezza massima di 315 metri per non interferire con i voli. Ma noi abbiamo lasciato un punto teorico a 400 metri, in cui le facciate, se continuassero a crescere, potrebbero riunirsi. Le schegge aspirano quindi a un punto che non raggiungono, perché si spezzano prima. La sommità è il risultato di un’aspirazione non soddisfatta. Per questo sembra che non sia finito. Perché non lo è».
Maglietta Renzo Piano che va a Westminster per perorare la causa dello Shard ancora da costruire e sotto la giacca indossa una maglietta con la frase: «Trust me, I am an architect».
Shard «Costruire lo Shard è stata un’avventura. La squadra che lavorava in alto, dove le raffiche superano gli ottanta chilometri orari, era composta da scalatori professionisti. Si aggiravano per il cantiere equipaggiati da montagna, con imbracature e moschettoni. Erano gli unici a non usare gli ascensori, salivano settanta piani a piedi soltanto per scaldare i muscoli. C’erano venti alpinisti che si arrampicavano e i minatori giù in basso che sbancavano tra i detriti del fiume. Man mano che gli alpinisti salivano con la struttura, i minatori scendevano con le fondazioni. È quello che succede nella crescita di un albero: sale in altezza man mano che le radici scendono in profondità».
Richiesta Dominique de Menil che nel 1980 chiese a Renzo Piano un edificio grande dentro, ma piccolo fuori.
Semaforo Il primo semaforo d’Europa impiantato nel 1924 nella Postdamer Platz a Berlino. Il rosso, l’arancione e il verde erano disposti in orizzontale uno accanto all’altro.
Mugugno 1 Ai tempi della Repubblica di Genova c’erano due tipi d’ingaggio per i marinai. Senza mugugno la paga era più alta, con il diritto di mugugno si poteva invece brontolare, ma la diaria era più bassa. La maggior parte di quelli che s’imbarcavano preferiva guadagnare meno ma avere il diritto di lamentarsi.
Mugugno 2 Tuttavia, a proravia dell’albero di trinchetto era permesso in ogni caso sparlare e offendere. I comandanti erano favorevoli, perché così si tenevano informati sui malumori di bordo.
Mediterraneo Sorgenti, fiumi e piogge impiegano circa cento anni a ricambiare tutta l’acqua contenuta nel Mediterraneo.
Frequenze La frequenza vibratoria dello sciabordio delle onde è di otto cicli al secondo, la stessa delle onde alfa del cervello.
Elefanti «Un proverbio africano dice che, quando gli elefanti combattono, è sempre l’erba a rimanere schiacciata».
Idee «Le idee vengono perché a un certo punto si prende il coraggio di averle».
Verde «Segue firma, inevitabilmente in verde. Per curiosità, sono andato a scartabellare in un manuale di psi- cologia del colore: “Il soggetto che sceglie il verde desidera veder dominare le proprie opinioni, avere una giustificazione della sua persona come rappresentativa di principi fondamentali e immutabili. Si mette su un piedistallo e ha la tendenza a far la morale agli altri. Vuole impressionare, ha bisogno di essere considerato, di fare a modo suo, malgrado l’opposizione o la resistenza generali”».
Greci «Gli antichi greci, quando toccavano le rive di una nuova isola, per prima cosa sceglievano il posto giusto dove mettere l’agorà. Da lì muoveva la città che sarebbe sorta, si partiva sempre dalla costruzione del teatro e dei templi. C’erano da edificare le case, un porto al riparo dai venti, i magazzini dove conservare le scorte, ma sempre prima l’agorà dove stare assieme. Perché era il cuore della polis, il luogo dove s’inventò la democrazia».
Kaloskagathos «Del Falero, di tanta gloria che fu, oggi resta un porticciolo per diportisti. Qui davanti mio padre ha costruito il centro culturale della Fondazione Niarchos. Il più famoso degli oracoli era il tempio di Delfi, sulle pendici del Parnaso. Su ogni lato era scolpita una frase, i quattro motti su cui si fonda il senso del bello greco. La prima diceva che il più giusto è il più bello. Le altre invitavano a osservare il limite, odiare la hybris, ossia la tracotanza, e a non fare nulla in eccesso. Pensavano che la bellezza nascesse dalla virtù, lo pensavano talmente forte da scriverlo sul marmo».
Metrica «C’è chi sostiene che la metrica della poesia greca, con i suoi giambi, dattili e spondei, sia nata dall’ascolto delle ci- cale e del loro intercalare. Ogni volta che le sento, a me viene in mente Meriggiare pallido e assorto di Montale: “Osservare tra frondi il palpitare / lontano di scaglie di mare / mentre si levano tremuli scricchi / di cicale dai calvi picchi”».
Gravità «La forza di gravità tiene assieme le cose, ma se la terra trema, il baricentro si sposta, e sono guai. Costruire è pesante per natura, da qui nasce la scommessa del far leggero, disobbedire alla legge di gravità. Il costruttore, che deve usare una materia così pesante, cerca la leggerezza. Per questo invidia i materiali con cui lavorano il musicista e lo scrittore: il suono e la parola, che sono veloci e leggeri».
Camallo “Camallo” viene dall’arabo hammal, che è chi porta pesi sulle spalle.
Leggerezza «In Giappone, basta guardarsi attorno, la leggerezza è materia del costruire per difendersi. E ai bambini viene insegnato a temere quattro cose: il terremoto, il tuono, il fuoco e il padre. In questo preciso ordine gerarchico. Nei grandi magazzini c’è un reparto dedicato al day after, dove si può trovare tutto ciò che serve alla sopravvivenza. Il simbolo della nazione, dello shintoismo, l’identità stessa di questa gente è un vulcano: il Fuji, dalla forma conica perfetta, con la cima innevata che svetta tra fiori di sakura».
Acqua «Nella rada del Falero sfociavano anche i fiumi Cefiso e Ilisso, nomi che suonano come una musica. C’era acqua ovunque, poi i loro corsi sono stati deviati. Forse per questo, accanto all’edificio, mio padre ha pensato a un canale parallelo alla collina dove si pagaia in canoa e piccole barche a vela si sfidano in regata. Un naviglio di acqua salata pompata dal golfo, lungo 400 metri, largo 30 e profondo 1 e mezzo. Un preludio al mare: non è ancora il mare ma un suo avamposto, che accoglie chi arriva dalla calura della città».
Mare C’è un proverbio a Genova: se vai in guerra devi dire una preghiera, se vai in mare recitane almeno due.