la Repubblica, 5 agosto 2023
Biografia di David Bowie
Spogliata per Anteprima
la Repubblica, lunedì 23 novembre 2020
Questi Frammenti sono tratti dal volume “Bowie” di Simon Critchley, edito dal Mulino, pagine 225, euro 16,00
Bowie David Robert Jones, nato l’8 gennaio del 1947 a Londra e morto il 10 gennaio del 2016 a New York. Dal 1966, per tutti, David Bowie.
Tv Tra le prime apparizioni in tv quella del 6 luglio del 1972, col nome di Ziggy Stardust, strizzato in una tutina arcobaleno, i capelli arancioni, le unghie laccate, sul palco di Top of the Pops, il celebre programma della Bbc.
Fratello Terry Burns, il fratellastro di Bowie, che visse e morì da pazzo. A lungo costretto in una clinica psichiatrica perché schizofrenico. Iniziò lui David al piacere del jazz. Nel gennaio del 1985, alla stazione londinese di Coulsdon South, mise la testa sui binari e aspettò il primo treno. Bowie non andò al funerale, affidò dolore e rabbia a un mazzo di fiori e a un biglietto: «Hai visto più cose di quelle che possiamo immaginare. Andrà perduto, lacrime nella pioggia».
Hitler «Hitler è stato la prima grande rockstar. Il nazionalsocialismo una splendida iniezione di morale». [David Bowie, Playboy]
Tecnica David Bowie riprese una particolare tecnica dadaista, detta cut-up, sperimentata anche dallo scrittore William Burroughs e dal pittore Brion Gysin. Per generare qualcosa di nuovo bastava ritagliare con le forbici parole e frasi di un’opera, poi rimescolarle e riassemblarle.
Warhol. Andy Warhol, sopravvissuto all’attentato di Valerie Solanas: «Prima di essere colpito sospettavo che invece di vivere stessi solo guardando la Tv. Da quando mi hanno sparato ne sono sicuro». Il cinico David Bowie allora gli dedica una canzone, contenuta nell’album Hunky Dory del 1971: «Andy Warhol e lo schermo cinematografico / Impossibile distinguerli».
Carte Brian Eno e l’artista Peter Schmidt nel 1975 s’inventarono un set di oltre 100 carte, formato 7x9 cm, nere su un lato e bianche dall’altro, racchiuse in una piccola scatola nera, da consultare in caso di blocchi creativi e dette Oblique Strategies. Si sa che Bowie ne fece uso mentre stava registrando V2-Schneider. Una delle carte, poco prima che il sax gli andasse fuori tempo, aveva consigliato: «Apprezza i tuoi errori come intenzioni nascoste».
Apocalisse «Bowie non aveva a che fare con alcun tipo di realismo. Il suo successo era legato a una latente infatuazione per la fantascienza di bassa lega (più Michael Moorcock che Isaac Asimov, più L’astronave degli esseri perduti che Star Trek), su cui parevano modellati i paesaggi in sfacelo abitati da giovani eroi ed eroine spaziali del glam, del punk e del post-punk, con vestiti oltraggiosi, spesso rabberciati e vagamente ignobili: quella che Nicholas Pegg definisce lapidariamente “apocalisse dei sobborghi londinesi”».
Morto Bowie fu dato per morto infinite volte. Prima per un infarto, poi per un cancro al polmone, ma anche per un enfisema o per ogni sorta di malattia. Di sicuro, oltre alla cocaina e all’alcol, di cui abusava, c’è un fatto raccontato dalla canzone Always Crashing in the Same Car. Nel garage di un Hotel in Svizzera Bowie distrusse la sua Mercedes per ripetuti testa-coda a folle velocità.
Baronetto Nel 2003 rifiutò il titolo di cavaliere offertogli dalla regina Elisabetta II. A differenza di Mick Jagger e Paul McCartney, non smaniava per diventare baronetto. Al riguardo disse: «Non potrei mai e poi mai accettare qualcosa come questo. Veramente non capisco a cosa serva. Non è quello a cui ho dedicato l’intera mia vita».
Blackstar L’album Blackstar uscì l’8 gennaio 2016. L’11 gennaio fu annunciata la morte del sessantanovenne David Bowie, malato di cancro. In I Can’t Give Everything Away, il brano che chiude il disco, il suo ultimo comunicato: «Vedere di più e sentire di meno / Dire no intendendo sì / Questo è ciò che ho sempre voluto dire / Questo è il messaggio che ho inviato».