Corriere della Sera, 4 agosto 2023
Salario minimo rinviato
ROMA Se ne riparlerà nel mese di ottobre. Sulla partita per l’introduzione di un salario minimo a 9 euro orari la maggioranza di centrodestra vota, come prevedibile, una sospensiva che rinvia la discussione sulla proposta avanzata dalle opposizioni (esclusa Iv).
Una proroga che fa scattare l’immediata protesta nei confronti del governo, capeggiata dal Pd e dal M5S, con l’annuncio di una raccolta firme in favore della norma per il tetto minimo alla retribuzioni. L’obiettivo della leader del Pd, Elly Schlein, e del presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, è alimentare una mobilitazione a favore dell’iniziativa, dipingendo la maggioranza come contraria a una misura che nei sondaggi è gradita a parte dell’opinione pubblica. Al fianco del Pd e M5S ci sono anche Carlo Calenda, Riccardo Magi, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Le accuse dell’opposizione per ora non scalfiscono la maggioranza: la linea è quella ripetuta più volte dalla premier Giorgia Meloni, che si è detta pronta a discutere la misura, salvo prendersi il tempo necessario per approfondirla.
La scelta di approvare la sospensiva all’esame della proposta di legge sul salario minimo ricade, dunque, in questa ottica. Ieri i voti a favore di un intervallo di sessanta giorni per riprendere la discussione alla Camera sono stati 168, a fronte di 127 contrari e tre astenuti. La certificazione di un rinvio che fornisce ai partiti del centrosinistra lo spazio per attaccare. «Porteremo avanti questa battaglia nelle piazze», annuncia Schlein, «la questione del salario è enorme, non può essere sospesa, rinviata, la povertà non va in vacanza e divide il Paese, ruba il futuro, deprime la crescita. Quella che ci troviamo a discutere non è una semplice sospensiva, ma è la rappresentazione plastica della fuga della maggioranza».
A non fare sconti è anche Conte. «È un mistero inglorioso, in questa vicenda, il vero pensiero della presidente Meloni. Davvero siete convinti, come sembra alludere Meloni, che la fissazione di un salario minimo potrebbe far abbassare gli stipendi, davvero volete creare confusione dicendo che il salario minimo compromette la contrattazione collettiva? Meloni, se intende questo, non ha letto una riga della nostra proposta», dice l’ex premier. I toni di Carlo Calenda sono più concilianti. «Gli sgravi sulla contrattazione di secondo livello sono cosa buona e giusta, ma nulla c’entrano con i lavoratori che stanno sotto 9 euro all’ora, con i contratti pirata e le false cooperative. Aspettiamo un confronto serio con il governo e possibilmente una qualche proposta». Nelle parole del leader di Azione c’è parte delle argomentazioni utilizzate dal centrodestra per spiegare la forte resistenza nei confronti del salario minimo.
Secondo la maggioranza è un «bello slogan», ma nella sostanza il salario minimo rischia, se ci sono contratti che prevedono soglie minime più alte, di introdurre meccanismi al ribasso. A fissare i tetti retributivi deve, insomma, essere la contrattazione collettiva, e non una norma. «Grazie alla mediazione di Giorgia Meloni arriveremo a una proposta utile per superare il tema del lavoro povero. Tema creato dal governo delle sinistre e che vogliamo risolvere con proposte serie, senza demagogia», osserva Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia.