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 2023  agosto 02 Mercoledì calendario

Manolo Portanova condannato per stupro può giocare a calcio

Manolo Portanova potrà giocare a calcio. È quello che di fatto ha deciso il Tribunale federale nazionale della Figc, che ieri si è dichiarato incompetente sul caso del calciatore di 23 anni condannato in primo grado (a dicembre del 2022) a sei anni di carcere per stupro. La Reggiana, che lo ha preso in prestito dal Genoa, in presenza del nulla osta della federazione lo tessererà tra oggi e domani. La conferma arriva dal direttore sportivo dei granata Roberto Goretti. Ma è una scelta che spacca Reggio Emilia e i tifosi e che ha già creato non poche proteste.
Portanova dopo la condanna in abbreviato era stato trascinato davanti al giudice sportivo dal Coni con l’accusa di «non aver osservato i principi di lealtà, correttezza e probità» previsti dall’articolo 4 (comma 1) del codice della giustizia sportiva. L’episodio di violenza si è consumato a maggio 2021 in un appartamento di Siena dove la vittima, secondo le accuse poi accolte dai giudici, venne violentata e persino picchiata dal calciatore e da altri tre suoi amici. Sul piano penale si attende il processo d’appello, su quello sportivo l’atleta rischiava uno stop di 4 anni e la multa di 50 mila euro. Il giudice ha invece stabilito la propria incompetenza. Una sentenza «ovvia» dice il suo legale Grabriele Bordoni: «La decisione significa che il tribunale federale non ha giurisdizione su un fatto che non riguarda la sfera sportiva. Il processo su questo fronte è finito e Manolo Portanova può andare tranquillamente in campo con la sua nuova squadra». La nuova squadra è appunto la Reggiana che il 18 luglio scorso, contrariamente a quanto fatto da altre società sportive, da neo promossa in Serie B, l’ha ingaggiato riservandosi di decidere il tesseramento in funzione della pronuncia del giudice federale. Giudice a parte, con l’ok al tesseramento restano le polemiche che anche ieri hanno preso corpo con una dozzina di rappresentanti di associazioni che si occupano di violenza di genere sul piede di guerra. Si sono presentate, con tanto di striscioni (“Stupratori in campo non ne vogliamo!”) e megafoni, all’esterno dell’impianto sportivo di Santa Croce, dove c’erano anche cento tifosi arrivati a vedere la squadra allenarsi, per urlare il loro sdegno. Portanova è stato avvistato negli spogliatoi, ma ha evitato di scendere in campo per non alimentare ulteriori tensioni.
Tifosi divisi. All’interno dell’impianto la maggior parte degli uomini ha difeso la squadra, seguendo la linea già tracciata da settimane dal tifo organizzato della Regia (come si chiama la squadra da queste parti): «Un presidio pretestuoso». «Aspettiamo la sentenza di terzo grado». «L’importante è lasciare tranquillo Portanova sennò ne risente la squadra».
Faceva eccezione una delle poche donne presenti: «Io per motivi di opportunità e di etica non avrei portato Portanova a Reggio. Non condivido la scelta della Reggiana e fa rabbia il comunicato Figc, che di fatto se ne lava le mani. Ma sono tifosa da 35 anni, in questi campi ci venivo da piccola, e continuerò ad andare allo stadio». Ancora più critica nei g iorni scorsi era stata una tifosa, docente in un istituto superiore. Liusca Boni, aveva scritto una lettera al club molto dura, chiedendo la restituzione dei soldi dell’abbonamento. Una città divisa dove gli ultrà si sono invece schierati subito dalla parte del giocatore, contrariamente a quanto era capitato a a Bari all’inizio dell’anno, quando il prestito in biancorosso saltò per l’opposizione dell’opinione pubblica. Anche al Genoa Portanova, pur senza formalmente finire fuori squadra, dopo la sentenza di condanna non ha più giocato.