La Stampa, 4 agosto 2023
Intervista a Marina Massironi
Presenza laconica a fianco dei «Bulgari» di Aldo, Giovanni e Giacomo ai tempi di Mai dire Gol, ma prima di tutto attrice teatrale e pure ex moglie di Giacomo Poretti, il terzo del trio, Marina Massironi è cresciuta nel teatro milanese condividendo prima la scuola di recitazione e poi il palcoscenico col marito ai tempi del Conte di Carmagnola: «Un testo di Manzoni serissimo che l’autore stesso definiva ‘poco rappresentabile’. Lì ho capito il confine sottile fra tragico e comico, con inconvenienti come la gente tirata su per sbaglio dal meccanismo che solleva le quinte dello spettacolo. Al Conte di Carmagnola capitava che si incastrasse la spada e una volta Giacomo se l’è presa in testa, si è sentito ‘sdong!’».
In tv non la si vede più anche perché «mancano proposte belle», il teatro invece la vede sempre sulle assi di un palco: «Abbiamo appena presentato Il Malloppo di Joe Orton, commedia nera con elementi delicati che sono una critica feroce al perbenismo borghese, lo porteremo in tournée da gennaio. In autunno invece riprenderemo con Il marito orribile, con Maria Amelia Monti», dice.
Una critica che funziona anche in una società come quella attuale, dove non ci si scandalizza più di nulla?
«Si parla di comportamenti che sono diventati dei nostri modi di fare. Siamo in una società anomala, un po’ persa, dai valori azzerati, con azioni nocive per l’individuo che vengono ampiamente accettate. Il testo è del 1967 e se la prendeva con la borghesia inglese dalla doppia faccia di allora, ma in realtà non ha epoca: esprime un punto di vista dissacrante che vale anche oggi».
Parliamo di comicità, le piacciono le proposte attuali?
«Sono in pace con la comicità e ho i miei gusti. C’è molta offerta rispetto agli Anni 90 e 2000, anche sui social, ma rispetto ad allora si è persa un po’ l’affezione. Una volta i personaggi avevano una vita propria e c’era il tempo di farli evolvere, io ultimamente in tv ho fatto solo Lol, chi ride è fuori. Diciamo che allora c’erano molto più tempo, energia e lavoro di gruppo. Ai tempi di Mai dire Gol, per esempio, noi il lunedì eravamo tutti lì in riunione ed erano brainstorming divertentissimi, ci facevamo i regali, condividevamo».
Lei ha conosciuto una realtà culturale e sociale, quella a ridosso degli Anni 70, dove c’era un grande senso di libertà, oggi a che punto siamo?
«La partecipazione è molto diminuita, siamo molto più isolati, c’è stata una deriva individualista. Oggi con iniziative come il Metoo si cercano forse nuove alleanze, ma resta la difficoltà nella condivisione dei temi e il confronto latita. Parlo di me: io ho scelto di fare il teatro per fare un’esperienza collettiva, perché lavoro con un gruppo di persone e mi rivolgo a un altro gruppo che è il pubblico in sala. È questo che sviluppa una capacità critica su temi politici e sociali, come faceva Dario Fo. Ricordo un testo sugli espropri proletari, Sottopaga non si paga, un testo degli Anni 70. Il teatro è meglio della politica, perché è molto più libero».
E del politicamente corretto cosa pensa? Può diventare una gabbia ?
«Ho le mie idee politiche e una capacità critica, e a teatro ho la possibilità di lavorare anche sul politicamente scorretto. Ma se il politically correct serve a smascherare lo scorretto ed è un punto di vista genuino, allora va benissimo».
Quando lei si unì ad Aldo Giovanni e Giacomo provocò uno scombussolamento? Viene in mente Yoko Ono coi Beatles.
«Io e Giacomo siamo stati sposati dall’86 al ’90 e io ho cominciato a lavorare con loro tre dopo che il nostro matrimonio era finito. Mi viene in mente a questo proposito che mentre si dice di una donna che è moglie di un comico, non si parla mai di marito di una comica».
Vi bocciarono mai niente a Mai dire Gol?
«Premesso che a Mai dire Gol era tutto folle, ricordo che una volta con Aldo Giovanni e Giacomo facemmo la proposta di una gag con dei rapper cinesi, una cosa orribile che non funzionava, faceva pena. La Gialappa ci insultò, ci disse ‘ma andate a lavorare’…».
Che effetto le faceva mischiare lavoro e sentimenti con Giacomo?
«Nessun effetto, e la cosa fra noi è stata superata serenamente. E poi in ogni film che ho fatto col trio mi sono innamorata ogni volta di uno diverso».