La Stampa, 4 agosto 2023
L’editto del Papa
Non usa parole di circostanza, papa Francesco. Affonda il coltello nel cuore di un problema globale che molti politici dimostrano di voler misconoscere: l’emergenza globale dei cambiamenti ambientali. Ma se i governanti non vi arrivano, il Papa chiede che siano i giovani ad attuare le giuste contromosse, senza accontentarsi «di semplici misure palliative o di timidi e ambigui compromessi». Alla Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona (Gmg) il Pontefice dice con forza a ragazze e ragazzi di tutto il mondo che «voi potete vincere la sfida del clima».
L’appello del Vescovo di Roma è particolarmente accorato: «Questo anziano che vi parla – ormai sono vecchio – sogna che la vostra generazione divenga una generazione di maestri. Maestri di umanità. Maestri di compassione. Maestri di nuove opportunità per il pianeta e i suoi abitanti. Maestri di speranza. E maestri che difendano la vita del pianeta, minacciata in questo momento da una grave distruzione ecologica».
C’è «l’urgenza drammatica di prenderci cura della casa comune. Tuttavia, ciò non può essere fatto senza una conversione del cuore e un cambiamento della visione antropologica alla base dell’economia e della politica». Lo afferma incontrando gli studenti dell’Università cattolica portoghese, ma si rivolge a tutta la generazione Greta Thumberg.
Mette anche in guardia da un pericolo: «Le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro», scandisce citando la sua enciclica «verde» e sociale «Laudato si’». Si tratta «invece di farsi carico di quello che purtroppo continua a venir rinviato: ossia la necessità di ridefinire ciò che chiamiamo progresso ed evoluzione». Perché, in nome «del progresso, si è fatto strada troppo regresso. Studiate bene questo che vi dico – ribadisce – in nome del progresso, si è fatto strada troppo regresso».
Jorge Mario Bergoglio invita i giovani a vedere la questione nel suo insieme, in un’ottica di «ecologia integrale», e quindi di «ascoltare la sofferenza del pianeta insieme a quella dei poveri; abbiamo bisogno di mettere il dramma della desertificazione in parallelo con quello dei rifugiati; il tema delle migrazioni insieme a quello della denatalità; abbiamo bisogno di occuparci della dimensione materiale della vita all’interno di una dimensione spirituale. Non creare polarizzazioni, ma visioni d’insieme».
Il Papa chiama i giovani e li invita a gettare il cuore oltre l’ostacolo, e i «suoi» giovani rispondono subito «sì».
Tomás, 29 anni, della Capitale del Portogallo, sostiene che «non è possibile un’autentica ecologia integrale senza Dio, non può esserci futuro in un mondo senza Dio». E poi, esorta a «non ignorare le tante intuizioni che ci offre la “Laudato si’"». In particolare, «quando ci chiede di respingere il progresso tecnologico che non abbia una forte radice etica e spirituale, che non assicuri il rispetto dell’inviolabile dignità della persona e di tutto il creato». E sottolinea anche l’incoraggiamento «a una partecipazione politica e sociale più impegnata, che metta al centro l’opzione preferenziale per i poveri».
Tra i 500mila giovanissimi che riempiono di colori e allegria il Parco Edoardo VII, tra i quali passa il Papa prima di celebrare la «Cerimonia di Accoglienza» della Gmg, c’è Giulia, 16enne di San Bernardo di Carmagnola (Torino). Riflette: «A partire dall’incontro con Cristo può nascere in noi giovani uno sguardo nuovo sul mondo, per prendersi cura con spirito cristiano della casa comune e per contrastare il problema del cambiamento climatico. Vedere così tanti giovani alla Gmg, tutti insieme con una fede comune, mi ha fatto pensare che questo forse è possibile sin dalle piccole azioni che stiamo facendo in questi giorni».
Per Mario, 27enne di Modena, «con i nostri comportamenti quotidiani possiamo fare tantissimo per salvare il mondo dalla devastazione e rilanciare la convivenza mettendo al centro la natura».
Giovanni, 23 anni, di Caserta, non ha dubbi: «Dobbiamo metterci tutti insieme noi giovani, per sensibilizzare sul cambiamento climatico: potremo così far capire ai “grandi” della Terra, ai governi e alla politica che bisogna agire subito, perché ne va del nostro futuro, e dell’avvenire anche dei loro figli e nipoti».
Salvatore, 23 anni, anche lui di Caserta, evidenzia che «a volte si ritiene che nel nostro piccolo non si possa realizzare nulla di efficace, invece il nostro piccolo è il punto di partenza per diffondere un senso ecologico nei nostri Paesi e superare così la crisi».
Bruno, 21 anni, e Diana, 19, di Porto, avvertono: «Non c’è più tempo, dobbiamo farci sentire affinché governi e parlamenti promulghino leggi e stipulino accordi per inquinare meno e promuovere condotte individuali e collettive virtuose».
Sugli alberi campeggia il cartello con sopra scritto «proteggi gli alberi di Lisbona».
«Vogliamo essere sobri nei nostri consumi, pensando a ciò che è veramente necessario, al benessere degli altri e alla sostenibilità della casa comune, favorendo la condivisione e il riuso dei beni». È quanto si legge nel «Manifesto» redatto dai ragazzi della Gmg. «Preferiamo condividere e riutilizzare i beni. Questo include i nostri trasporti, i nostri acquisti, le attività di svago e il modo in cui eventualmente investiremo il nostro denaro». E poi si rivolgono ai responsabili politici: «Vi imploriamo di affrontare le prevedibili conseguenze del dirompente innalzamento del livello del mare. Sono necessari meccanismi efficaci e vincolanti per la cura della biodiversità, con il coinvolgimento delle comunità locali. Anche la sana gestione dei rifiuti e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili e delle sostanze chimiche pericolose devono essere priorità ovunque».