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 2023  agosto 03 Giovedì calendario

Biografia di Clara Josephine Wieck


«La musica è una buona parte della mia vita, se mi manca è come se si fosse ritirata da me ogni elasticità fisica e spirituale». A esprimersi così è Clara Josephine Wieck, straordinaria compositrice e pianista tedesca, esponente di punta del Romanticismo. Che, tuttavia, è stata la moglie di uno dei maggiori geni musicali dell’Ottocento, Robert Schumann, il quale ha parzialmente oscurato il talento di lei. Eppure Clara non può essere incasellata, rinchiusa nel ruolo di “moglie di”. Nella sua lunga esistenza darà prova di carattere, tenacia, coraggio, orgoglio.
L’INFANZIA
Nata a Lipsia il 13 settembre 1819, respira la musica dai primi vagiti. Suo padre, Friedrich Wieck, aveva studiato teologia preferendo poi fondare una fabbrica di pianoforti; sua madre, Marianne Tromlitz, è pianista e cantante. Nonostante cinque figli, il matrimonio non dura. Marianne si risposa nel 1825, Friedrich poco dopo. A questi – che è un ottimo pianista e ha tenuto con sé i bambini – non sfugge l’eccezionalità della secondogenita, per cui decide di istruirla a casa, impartendole personalmente lezioni. Clara viene sottoposta a un rigido programma, al quale sacrifica parte dell’infanzia. C’è comunque posto per l’attività fisica e le lingue. Wieck tiene su di lei un diario, che poi redigerà Clara stessa. «Mio padre – scrive a 9 anni – che da lungo tempo sperava in un cambiamento da parte mia, ha osservato oggi, di nuovo, che sono ancora pigra, negligente, disordinata, testarda, disobbediente, e questo anche suonando il pianoforte». Friedrich le fa da manager, la scorta ovunque. La sua ossessività perfezionista ricorda quella del padre di Mozart (che, a sua volta, aveva una figlia molto dotata). Ascoltando Clara, Goethe esclama: «La ragazza ha più forza di sei ragazzi messi insieme». Lei compone e suona, fa tournée in Europa, riceve la nomina a “virtuosa imperiale di camera” a Vienna. Crescendo, si occupa da sola dei programmi dei concerti e li esegue a memoria, senza spartiti.
GLI ESORDI
Comincia a introdurre nuove tecniche per il pianoforte. Fra le sue composizioni ci saranno le Quatre Polonaises (le scrive a 11 anni), i Caprices en forme de Valse, la Romance varièe, il Valse romantique, il Souvenir de Vienne, le sei Fughe per piano, il Trio per piano violino e violoncello. Chopin, Paganini e altri la elogiano, Liszt ne scrive. A sedici anni Clara si innamora di Robert Schumann, che conosce da tempo, dato che è allievo del genitore. Questi si oppone al legame ma la figlia tiene duro e sposa Robert nel settembre 1840. La prima fase è felice: lui insegna nel conservatorio di Lipsia su invito di Mendelssohn (il quale ha una sorella che sarà una grande compositrice). Poi Schumann segue la moglie nelle tournée e si concentra sulla musica. «Mi completi come compositore – le scrive – ogni tuo pensiero passa dalla mia anima, proprio come devo dire grazie a te per tutta la mia musica». A casa, tuttavia, pretende di lavorare in silenzio e Clara non suona per paura di disturbarlo. A volte, è in preda ai dubbi: «Credevo di avere talento creativo ma sto cambiando idea; una donna non dovrebbe desiderare di comporre». Tiene però un’infinità di concerti e Robert la incoraggia. La coppia produce una raccolta di Lieder; Clara promuove l’opera del marito, che ha fondato una rivista sulla musica. In contemporanea, dà alla luce otto figli. La famiglia va a vivere a Dresda, poi Robert viene nominato direttore d’orchestra a Düsseldorf. Cominciano i segni di instabilità mentale: tenta il suicidio nel Reno nel 1854 e viene salvato da alcuni barcaioli. Deve essere internato in un ospedale psichiatrico, dove muore nel luglio 1856. La moglie scrive: «Con la sua partenza, tutta la mia felicità è finita. Inizia una nuova vita». Che durerà molti anni: Clara riprende l’attività di concertista per mantenere i figli. Non compone, si dedica soprattutto a far conoscere i lavori di Schumann. Trova conforto nell’amicizia con Johannes Brahms, considerato «il musicista del futuro» già da Robert. Brahms è innamorato di lei da sempre; il loro rapporto sarà scandito da un epistolario di oltre 40 anni. Con il passare del tempo, cominciano per Clara i problemi fisici per la «sindrome da sovraccarico», eppure resiste al dolore. «Vorrei condurre una vita senza l’assillo delle cure, ma so che sarò infelice se non riuscirò a esprimere sempre la mia arte». Nel 1887 accetta la docenza di piano al Conservatorio di Francoforte, innovando molto nella tecnica dello strumento. Deve poi lasciare perché sta diventando sorda. Muore nel 1896. Brahms le sopravviverà un anno.
L’OMBRA
È emblematico, come ha scritto Valeria Palumbo, che sulla tomba di Robert e Clara a Bonn, lei sia «inginocchiata alla base del monumento e guardi estatica il medaglione con il ritratto del marito che campeggia trionfante in alto tra due angioletti musicisti». Ma «la gran dama del pianoforte» affascina ancora: basta pensare ai film, fra cui Canto d’amore con Katharine Hepburn, o alle pièces teatrali. Seppur meno di quanto meriterebbe, dunque, viene ricordata, riscattando tante altre compositrici che sono cadute nell’oblio.