Anteprima, 3 luglio 2023
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Biografia di Francesco De Bartolomeis
Francesco De Bartolomeis (1918-2023). Decano dei pedagogisti italiani e critico d’arte, forse l’uomo più vecchio di Torino, aveva 105 anni. «Fino a poco tempo fa, per tre mattine la settimana, andava a nuotare nella piscina del San Giuseppe. Una ventina di vasche: “In acqua non ho peso, mi muovo senza fatica, non rischio di cadere. Mi hanno detto che potrei concorrere al titolo europeo per la categoria degli ultracentenari ma non mi interessa. Sono contrario allo spirito competitivo”. Alla fine di maggio le Edizioni ZeroSei hanno pubblicato il suo ultimo libro, “Parliamone. Educazione, arte e altro”, con un contributo di Rita Margaira sull’educazione musicale (90 pagine, 12,80 euro). Era il secondo libro di quest’anno, il quinto di una serie inaugurata nel 2022. Laureato in pedagogia a Firenze con Ernesto Codignola, De Bartolomeis è stato ordinario dal 1956 al 1988 all’Università di Torino e poi professore emerito, ma era nato a Pellezzano, in provincia di Salerno. Le strade di quel paesone corse da scugnizzi furono la sua prima scuola, gli avevano impresso l’idea – raccontava – che l’esperienza, gli incontri, le amicizie insegnano più cose dei libri, peraltro necessari e amatissimi. Di libri ne lascia più di cinquanta, alcuni hanno venduto centinaia di migliaia di copie. Il primo, Idealismo ed esistenzialismo (1944), fu recensito da Benedetto Croce. Eppure, da sola, la pedagogia gli andava stretta. Nel secondo dopoguerra Adriano Olivetti lo chiama tra gli intellettuali della sua squadra con i sociologi Franco Ferrarotti e Luciano Gallino, gli scrittori Leonardo Sinisgalli, Franco Fortini e Paolo Volponi, l’artista-designer Ettore Sottsass. A Torino lancia il Movimento di Cooperazione Educativa e i Laboratori. Diventa amico degli artisti Lucio Fontana, Piero Sismondo, Giacomo Soffiantino. Frequenta l’architetto e urbanista Luigi Caccia Dominioni (mi indicava una sua sedia di ferro verniciata di rosso avvertendomi che è scomodissima). Contribuisce alla fondazione del Festival Cinema Giovani e del Torino Film Festival, entra in Consiglio comunale come indipendente del gruppo comunista, progetta e realizza la scuola dell’infanzia in Emilia e Romagna, avvia l’iniziativa delle mense scolastiche e del tempo pieno. Terminato l’insegnamento, l’arte diventa uno dei principali interessi di De Bartolomeis. Se ne occupa, come sempre, esercitando il pensiero divergente, capovolgendo il punto di vista, con l’originalità della sua prospettiva, la sua insofferenza per il conformismo […]. Parlava di pedagogia e di arte con la stessa semplicità con cui si faceva dare del tu dalla cassiera del supermercato. Conservava l’allegria, la curiosità e l’appetito del ragazzo di strada di Pellezzano. Era un intellettuale, ma con i piedi ben piantati per terra» [Bianucci, Sta].