Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  luglio 17 Lunedì calendario

Biografia di Evelyn Boyd Granville

Evelyn Boyd Granville (1924-2023). Matematica statunitense. «A molti il nome dirà poco o nulla, ma se l’America è riuscita a tenere prima il passo e poi superare l’Unione sovietica nell’esplorazione spaziale dopo lo choc del lancio dello Sputnik nel 1957, lo deve a questa matematica che fece parte del Progetto Mercury che nel 1962 inviò l’astronauta John Glenn in orbita. Eppure quella di Evelyn non è "solo" la storia di una straordinaria mente capace di calcolare traiettorie dell’orbita e scenari di allunaggio che hanno fatto avanzare l’esplorazione spaziale e spinto gli Usa a primeggiare; è la vicenda di come una giovane afroamericana, nata il primo maggio del 1924, cresciuta senza padre in un quartiere nero di Washington, poi finita a studiare a Nashville in una scuola per afroamericani e quindi a Yale, ha contribuito a spaccare il soffitto di cristallo nell’America degli anni Quaranta e a gettare il seme di una parità dei diritti che almeno, sulla carta, gli Stati Uniti hanno guadagnato. Una volta nel corso di una conferenza fu chiesto a Evelyn quali fossero i suoi più straordinari successi. Il pubblico di aspiranti scienziati, matematici e studenti, probabilmente si attendeva qualche uscita su come riuscì a calcolare esattamente il percorso per riportare nell’atmosfera – senza mandarla in frantumi – la navicella di John Glenn. Un’immagine fra l’altro raccontata con un mix di drammaticità e di dolcezza nel film del 2016 Hidden Figures (Il diritto di contare) che narra la storia del gruppo di scienziate afroamericane dentro la Nasa, sempre un passo indietro, senza bagni dedicati, ma decisive. E vincenti. Ebbene, davanti al pubblico di esperti, Evelyn spiazzò tutti: “Prima di tutto ho dimostrato che le donne capiscono di matematica”. E aggiunse: “Essendo un’afroamericana, posso dire che ho fatto capire alle persone che anche noi abbiamo un cervello” […]. Dopo le imprese spaziali, la dottoressa Granville tornò a insegnare in diversi college americani, scrisse manuali per gli studenti e gli insegnanti, si occupò di scienza per tutta la vita e al Christian Science Monitor nel 2002 disse: “Grazie a Dio ai miei tempi questa parola che è stata coniata di recente, nerd, non esisteva”. Ma la donna che ha riportato John Glenn sulla Terra, aveva un grande cruccio: la calcolatrice. L’avrebbe voluta bandire nei primi anni della carriera scolastica di ogni bambino. “Devono imparare a fare moltiplicazioni e divisioni con lunghi passaggi, solo il metodo classico aiuta i bambini a ragionare”» [Simoni, Sta].