Anteprima, 24 luglio 2023
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Biografia di Richard Barancik
Richard Barancik (1924-2023). Architetto. Soldato americano. L’ultimo dei Monuments Men. «Nato a Chicago, il soldato di prima classe Barancik – studente di architettura – prestò servizio in Europa con il 263° reggimento dell’esercito americano, 66a divisione, fino alla fine del conflitto. Combatté in Inghilterra e in Francia. Poi si unì alla 42sima divisione, 232 fanteria, in Austria: fu lì che seppe del programma Monuments Men. Fece domanda per entrare nella task force e gli fu assegnato un incarico nell’ufficio Belle Arti di Salisburgo assieme al commilitone Clyde J. Davis. Per diverse settimane Barancik e il caporale Davis sorvegliarono il trasferimento dei tesori rubati al deposito centrale del Property Control Branch. “Quando sono arrivato a Salisburgo – raccontava – non sono stato solo sopraffatto dalla bellezza della città, ma anche dalla qualità degli uomini della sezione di Belle Arti”. A guerra finita, era rimasto in Europa frequentando un corso al Royal Institute of Architects di Londra. Successivamente aveva studiato all’Università di Cambridge e all’École des Beaux-Arts di Fontainebleu, prima di tornare a casa dove si era laureato. E a Chicago iniziò una lunga carriera di affermato architetto, disegnando interi quartieri con i suoi grattacieli, le case private, i campus, i centri commerciali e gli hotel che punteggiano lo skyline della città. Barancik è stato un uomo controcorrente. Un personaggio eclettico e originale che coniugava alto e basso dell’arte: collezionista di dipinti, modellini navali e miniature, con un occhio acuto per il design. Amava il clima fresco e la costa rocciosa della penisola di Monterey – recita il necrologio – dove aveva una casa da più di trent’anni. Adorava i viaggi e i due cani: il norwich terrier Noodles e Frannie Bee, un labradoodle. Le sue passioni erano molteplici: il volo, la nautica, l’escursionismo, la lettura, il giardinaggio e il tennis. Era tagliente come un rasoio, dotato di un umorismo irriverente che l’ha accompagnato tutta la vita: disegnava vignette politiche per la sua mailing list di amici e familiari, l’ultima firmata tre giorni prima di chiudere gli occhi. Era un bastian contrario felice di godersi la vita, lui che al fronte era stato così tante volte vicino alla morte» [Cutò, lavocedinewyork]