Anteprima, 31 luglio 2023
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Biografia di Martin Walser
Martin Walser (1927-2023). Scrittore tedesco. «Non era noto solo per la qualità letteraria delle sue opere, secondo alcuni superiori sotto questo profilo rispetto a quelle del premio Nobel Günter Grass, ma anche per il modo spesso provocatorio in cui era intervenuto nel dibattito pubblico. Aveva fatto scalpore la sua dichiarazione del 1998, poi in parte ritrattata, contro l’uso della Shoah come «clava morale» fatta pesare in eterno sulla Germania. Ma anche in altre occasioni aveva appiccato il fuoco della polemica. Per esempio quando, nel romanzo del 2002 Morte di un critico (Sugarco, 2004) aveva attaccato con feroce sarcasmo il più autorevole recensore di letteratura e conduttore televisivo culturale della Germania, Marcel Reich-Ranicki. Nei primi anni della sua carriera Walser si era schierato a sinistra, al fianco dei letterati riuniti nel Gruppo 47, fautori di un rinnovamento incisivo e molto severi verso la Germania federale dell’immediato dopoguerra, conservatrice, duramente anticomunista, concentrata sul compito della ricostruzione economica e propensa a rimuovere la memoria orribile del Terzo Reich. Più tardi lo scrittore aveva assunto un atteggiamento moderato, polemizzando con i critici della riunificazione tedesca, che avrebbero voluto mantenere in vita una ipotetica Germania Est riformata dopo la caduta del Muro. Fino al controverso intervento contro l’insistenza sulla colpa collettiva tedesca, nel quale aveva definito il Memoriale dell’Olocausto di Berlino “un incubo grande come un campo di calcio”. Sempre, tuttavia, Walser aveva eretto un muro invalicabile nei confronti della destra xenofoba, bollata come «impudentemente anacronistica» in un’intervista a Danilo Taino per la Lettura del Corriere nel 2016, mentre aveva approvato l’apertura ai profughi siriani decisa dalla cancelliera Angela Merkel, scagliandosi contro i “tetri manifestanti” che agitavano la paura del diverso» [Carioti, CdS].