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 2023  luglio 07 Venerdì calendario

Biografia di Ugo Maria Brachetti Peretti

Ugo Maria Brachetti Peretti, nato a Roma l’8 luglio 1965 (58 anni). Imprenditore. Dirigente d’azienda. Presidente di Italiana Petroli (Ip), già Anonima Petroli Italiana (Api). «Ip è attiva dal 1933 nel settore dei carburanti e della mobilità. Con oltre 1.100 dipendenti, una rete di circa 4.600 punti vendita e una logistica distribuita in tutto il Paese, è il primo operatore privato del settore» (Sofia Fraschini). «Individuare attraverso alleanze o acquisizioni mirate delle forme di sinergie e di abbassamento dei costi resta una nostra priorità. Non è un mistero, per esempio, che prima della caduta del regime in Libia abbiamo fatto una serie di ragionamenti sulla rete di Tamoil con i massimi rappresentanti della Libyan Oil Investments» (ad Andrea Ducci) • Ultimo (dopo Chiara, Ferdinando Maria e Benedetta) dei quattro figli del conte Aldo Maria Brachetti Peretti (nato Aldo Maria Brachetti) e di Mila Brachetti Peretti (nata Mila Peretti). «Ugo Brachetti Peretti è figlio di Aldo Brachetti e nipote di Ferdinando Peretti. Fu quest’ultimo, nel 1933, a rilevare […] l’Api (Anonima Petroli Italiana) da un piccolo gruppo d’imprenditori marchigiani, […] con l’intenzione di realizzare un deposito costiero sull’Adriatico, a Falconara Marittima. Aldo Brachetti, poi, aggiunse al proprio cognome quello di Mila Peretti, sposata nel 1957» (Emilio Deleidi). «Mila Brachetti Peretti, […] l’unica donna in Italia che può fregiarsi del titolo di generale della Croce rossa, ha ereditato l’azienda dal padre e fondatore Ferdinando Peretti, affidando la gestione al marito Aldo Maria Brachetti a metà degli anni Settanta» (Sara Bennewitz). «Dopo gli studi all’American Community School di Londra e la laurea in Business Administration, Ugo Brachetti Peretti ha iniziato nel 1990 il percorso nell’azienda di famiglia, che lo porterà ad assumere la carica di presidente esecutivo dell’Api nel 2007 e a diventare nel 2018 presidente della […] Ip (Italiana Petroli), cui fanno capo tutte le attività industriali del gruppo. […] Sono stati, gli ultimi, anni di grande espansione per l’azienda, che nel 2005 ha rilevato la rete Ip dall’Eni e nel 2018 ha fatto il bis con quella della TotalErg. Così, mentre altre società petrolifere (come la Shell e la Repsol) hanno abbandonato il mercato italiano (cedendo gli impianti, rispettivamente, alla Q8 e alla Tamoil) e altre famiglie di petrolieri (come Garrone, titolare della Erg) hanno lasciato il settore per buttarsi nel business delle energie rinnovabili, i Brachetti Peretti continuano a mostrare una fiducia incrollabile nel settore della mobilità. […] “La nostra è una scelta diversa: alla fine degli anni ’90 abbiamo pensato anche noi a diversificare le attività, investendo nelle energie rinnovabili fino a disporre di circa 300 megawatt di potenza installata, grazie a impianti fotovoltaici ed elettrici dislocati un po’ in tutta Italia. Dopo la crisi del 2008, però, abbiamo dovuto decidere se puntare sul nostro core business petrolifero o su queste attività alternative: con gli azionisti abbiamo convenuto che fosse prioritario concentrarci sulle potenzialità della rete carburanti. Quindi abbiamo deciso di portare a maturazione gli investimenti sulle rinnovabili e di rilanciare la nostra rete, per riqualificarla e rebrandizzarla con i colori della Ip, rilevata dall’Eni. Più tardi si è presentata anche l’opportunità di acquisire la TotalErg, che usciva dal mercato petrolifero: una scelta coraggiosa, sia perché abbiamo effettuato l’operazione da soli sia perché ciò ha significato raddoppiare le nostre dimensioni. Ma ho sempre creduto fosse necessario avere la leadership, specie in un settore come il nostro. Ci siamo riusciti, perché oggi [intervista del luglio 2021 – ndr] disponiamo di circa 5 mila punti vendita, di una raffineria a Falconara (An), di una partecipazione in quella di Trecate (No) e di una vasta rete logistica, con cui riforniamo porti e aeroporti. […] Conosciamo molto bene la realtà nazionale, che è quella in cui siamo nati e nella quale volevamo rafforzarci: siamo passati dalla quota del 5% del 2008 a circa il 20% attuale. Questo era il nostro obiettivo, che continueremo a perseguire, anche consolidando ulteriormente la nostra posizione, se si presenteranno altre occasioni, a livello locale o nazionale”» (Deleidi). Da ultimo, nel dicembre 2022, «Ip (e la famiglia Brachetti Peretti) si rafforza nel mercato della raffinazione con l’acquisizione degli asset della Esso in Italia. L’operazione […] consolida il gruppo italiano nel settore dei carburanti e della lavorazione del petrolio facendo massa critica in un momento molto delicato per il mercato energetico, in particolare per petrolio e derivati. Prima il Covid e lo stop ai consumi, poi la ripresa e una domanda eccezionale che le raffinerie non riuscivano a sostenere. E poi ancora lo stop al petrolio russo contenuto nel sesto round di sanzioni occidentali, che ha rimescolato le carte. In questo quadro, Ip ha deciso il colpaccio, nella convinzione che la transizione energetica passi anche da qui e che, anzi, il gruppo possa ora “affrontare da protagonisti la sfida della sicurezza energetica nel settore della mobilità abilitando i successivi passi verso la sostenibilità”, ha commentato il numero uno di Ip Ugo Brachetti Peretti. […] Nel dettaglio, l’operazione di acquisto comprende la totalità delle attività di vendita di carburanti di Esso in Italia, il 75% della Raffineria Sarpom di Trecate, la titolarità dei depositi di Genova, Arluno e Chivasso, quella di Engycalor Energia Calore e il 12,5% della società Disma, che gestisce il deposito di carburante a Malpensa. Si tratta, di fatto, di un ulteriore consolidamento del gruppo dopo l’acquisto di TotalErg. […] Il perimetro non comprende, invece, le 2.200 stazioni di servizio a marchio Esso, che tra il 2012 e il 2018 erano già state cedute a terzi. […] Grazie al merger, i volumi di produzione del gruppo cresceranno, con una capacità di raffinazione che raddoppia (da circa 5 a quasi 10 milioni di tonnellate/anno)» (Fraschini). «L’acquisizione di Esso Italiana da parte dell’Italiana Petroli (Gruppo Api) è un bel modo di celebrare i novant’anni di attività della società della famiglia Brachetti Peretti. […] A differenza dei Garrone e dei Moratti, alla fine, delle tre dinastie imprenditoriali italiane del petrolio, quella dei Brachetti Peretti è l’unica a essere riuscita a realizzare, dopo averlo accarezzato nel tempo, il proprio sogno industriale di creare il più grande gruppo privato nazionale degli idrocarburi. Un big che è riuscito addirittura a superare il colosso di Stato Eni nel business downstream delle stazioni di servizio. Già, perché nel mercato italiano della vendita dei carburanti, che vale oltre 100 miliardi di euro di fatturato (e garantisce ogni anno all’Erario circa 40 miliardi di incassi, fra accise e Iva), la compagnia di San Donato controllata dal Tesoro rimane il leader per erogato, ma, dopo il colpo di mercato del 2018 sulle 2.600 pompe di benzina a marchio TotalErg, Ip vanta la più grande rete di distributori della Penisola. Tra le principali in Europa» (Andrea Deugeni) • Il 31 maggio 2019 è stato insignito del titolo di Cavaliere del lavoro • Tre figli dall’ex moglie, la nobildonna Isabella Borromeo Arese Taverna: Angera (dal nome del comune in cui sorge la Rocca Borromea), Ludovico e Federico. Nel 2021 si vociferò di una sua relazione con la modella cubana Ariadna Romero. «Non capita tutti i giorni di andare a comprare un’auto e di incontrare Ariadna Romero. È successo a Ugo Brachetti Peretti, […] e la macchina era una Lamborghini Urus. Tutto è iniziato due anni fa [articolo del maggio 2021 – ndr], quando il petroliere ha deciso, diciamo così, di cambiare auto, e Ariadna lavorava proprio per la Lamborghini. Da allora è nata una bella amicizia, che coinvolge anche i figli. […] Un rapporto, il loro, mai pubblicizzato» (Valerio Palmieri) • Nel suo ufficio di Roma, Brachetti Peretti conserva «un ricordo cui tiene molto: un pannello fotografico con un grande modello della Ferrari, che riproduce la F2004. Con quella monoposto, Michael Schumacher dominò il Mondiale del 2004, assicurandosi il suo settimo titolo iridato. La riproduzione fu un regalo del presidente della casa di Maranello, Luca Cordero di Montezemolo, in occasione del matrimonio, nel 2005, di Ugo con Isabella Borromeo» (Deleidi) • Laziale. A fine 2003, al termine della presidenza Cragnotti, entrò nel nuovo consiglio d’amministrazione della Lazio, all’epoca sull’orlo del fallimento, e per qualche settimana parve interessato ad acquistare la società, prima che gli subentrasse Claudio Lotito • «In Europa non esiste altra compagnia petrolifera riconducibile a una singola famiglia azionista» (Ducci) • «“In un settore in cui molti considerano il carburante una commodity, quello che cerchiamo di fare è differenziarci per la qualità del prodotto e del servizio che diamo sui punti vendita: pagamenti digitalizzati, anche attraverso i cellulari, sistemi innovativi […] e altro ancora. Tutti i giorni, però, combattiamo una battaglia, per portare a casa il margine che serve a creare valore e salvaguardare il futuro di questa azienda. Anche contro la concorrenza sleale di chi utilizza le frodi fiscali per fare il prezzo più basso del mercato”. […] Però il mondo ora spinge per la transizione verso la mobilità elettrica. Come si pone, rispetto a questa svolta? “Se mi chiede se la strategia futura di questo settore rimarrà l’attuale, la risposta è certamente no. E siamo attrezzati già da diversi anni per affrontare questa transizione energetica. Che, però, dev’essere realistica e corrispondere a quello che vuole il mercato. Inutile fare voli pindarici: mentre progettiamo la transizione all’elettrico, all’idrogeno o ad altri prodotti energetici che potranno arrivare, noi dobbiamo fare un pieno di benzina o di gasolio ai milioni di clienti che ogni giorno vengono a rifornirsi da noi. […] Credo, insomma, che l’elettrico oggi sia diventato anche una moda, comprensibile e assecondabile, ma in parte esagerata. Un grande oggetto di marketing e comunicazione, che ha un riscontro ancora limitato sul mercato. Per l’utente, oggi l’auto elettrica costituisce un grosso investimento, ma non può ancora essere l’unica vettura di famiglia. C’è certamente una spinta politica in questa direzione, ma spesso i legislatori si appassionano di più ai nuovi trend e rischiano di dimenticare che, sulle strade, ci vanno i grandi stock di vetture esistenti. Se ci interessa abbassare le emissioni, dobbiamo guardare a queste ultime. Personalmente, credo che prima del 2030-2035 non supereremo il 10-20% di mercato di vetture puramente elettriche. Ma soltanto il tempo dirà chi avrà avuto ragione”» (Deleidi).