11 luglio 2023
Tags : Adolfo Urso
Biografia di Adolfo Urso
Adolfo Urso, nato a Padova il 12 luglio 1957 (66 anni). Politico. Ministro delle imprese e del made in Italy. Presidente di Fondazione Farefuturo. Senatore dal 2018. Eletto alla Camera nel 1994, 1996, 2001, 2006, 2008 (An, Pdl, Fli). Già viceministro per le Attività produttive nel Berlusconi II e III (2001-2006), sottosegretario allo Sviluppo economico con delega al Commercio estero nel Berlusconi IV (2008-2010). Giornalista.
Titoli di testa «Oggi più che mai serve una destra autorevole e competente, concreta e dinamica, consapevole degli interessi nazionali: una forza di patrioti che pensi davvero al bene comune»
Vita Dopo gli studi ad Acireale e a Catania, si laurea in sociologia alla Sapienza di Roma. «Biondo e malinconico come un efebo caricato di troppi libri, studiava comunicazione, telematica e iniziava, al Secolo d’Italia (con Maurizio Gasparri), poi al quotidiano Roma (vicedirettore), L’Italia settimanale (capo redattore)» [Foglio] • Agli inizi degli anni Ottanta è nella Direzione nazionale del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano (Msi) guidata da Gianfranco Fini. Alla fine è uno dei leader della componente interna del Msi, Proposta Italia, guidata da Domenico Mennitti • «Quando Adolfo Urso era “il giovane Urso”, così lo chiamava Giorgio Almirante, era già la promessa sofisticata della destra post missina. Direttore dal 1994 della rivista Charta Minuta. Un faticoso percorso di analista della politica distinguendosi dall’attività di propaganda di tanti altri. Scrisse di atletica e anche un testo di sociologia, L’età dell’intelligenza. La destra e i computer. Siciliano di padre, padovano di madre, Urso, che nel frattempo aveva lasciato Acireale, aveva scelto di diventare romano cominciando a pronunciare “Collefero” in luogo di “Colleferro”, per confermarsi infine, da testa pensante, come uno dei protagonisti dell’immensa federazione del Lazio, quella che nella sostanza comanda in Via della Scrofa. Urso, pragmatico ancorché sognatore, tenuto lontano dalla candidatura alla Regione Lazio dove pure Silvio Berlusconi avrebbe gradito metterlo, tenuto alla larga poi dalla commissione di vigilanza Rai per un preciso niet di Francesco Storace [...] somiglia spiccicato a Tony Blair, è sufficientemente laico, moderatamente cattolico, piace al pubblico del terziario avanzato. Ex boy scout, faccia telegenica, è più ben visto da Berlusconi che da Fini. Urso non è stato solo il primo post missino che s’è fatto una vacanza in barca sulla rotta dei mari chic grazie alle premure della principessa Grazia Borghese, ma è l’esponente che con più cura ha lavorato sul piano della presentabilità sociale. Tatarella lo richiamò a fare politica. Sensibile all’America e all’Occidente, frequenta le ambasciate e ha curato i rapporti con Henry Hide, uno dei più feroci censori di Bill Clinton, [...] Urso che non fa un passo senza il consiglio e lo sguardo di Massimo Arlechino, stratega di tutte le più delicate operazioni diplomatiche, ha trovato due fanatici dioscuri in Enzo Raisi, manager italo-spagnolo, assessore di Giorgio Guazzaloca a Bologna, e Maurizio Saia, consulente finanziario [...] Accentratore [...] fu il coordinatore dei circoli nella fase anteriore a Fiuggi, quando lo stesso Fini ancora non credeva se ne potesse ricavare qualcosa pensando che fosse la solita ”costituente di destra”. La storia politica di Urso comincia comunque con Proposta, la rivista fondata da Domenico Mennitti attorno alla quale si ritrovavano le schegge dell’opposizione interna al Msi. Era l’area modernista dove crescono Altero Matteoli e Riccardo Migliori, ma anche gli allievi dell’officina di Marco Tarchi: Peppe Nanni, Umberto Croppi e Luciano Lanna. Con Proposta, la corrente che pensiona Fini regalando una breve segreteria a Pino Rauti, Urso vive una fase politica incandescente, ma anche (quando cade Rauti) la prima decisiva rottura degli equilibri nel partito. Gioca in coppia con Mennitti e lo segue fuori dal partito per dirigere con l’amico il Roma, quotidiano napoletano fondato da Achille Lauro. E poi Tatarella lo richiama nella Capitale per ricominciare a fare politica» [Il Foglio] • È stato tra i principali promotori della nascita di Alleanza Nazionale, di cui ha assunto l’incarico di coordinatore nazionale del comitato promotore dal novembre 1993. Candidato ed eletto alle elezioni politiche del 1994 col sistema maggioritario nel Lazio (collegio Roma-Primavalle) per il Polo delle libertà, si iscrive quindi al gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale • All’Assemblea nazionale costituente di An, tenutasi a Fiuggi il 22 gennaio 1995, ha introdotto i lavori come segretario generale • Alle elezioni politiche del 1996 viene candidato come capolista di AN con il sistema proporzionale nella circoscrizione XVI Lazio 2, ed è eletto. Ha presentato nella XII e XIII legislatura vari disegni di legge in materia di trasporti, oltre ad altre proposte che includono l’indulto per le pene relative a reati commessi con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordinamento costituzionale che non abbiano provocato la morte, l’elezione di un’assemblea costituente per la revisione dell’ordinamento della Repubblica italiana (disegno di legge costituzionale), l’istituzione del Ministero del mare e dell’Agenzia di Stato per la sicurezza aeronautica • In Alleanza Nazionale Urso è stato leader, insieme ad Altero Matteoli e Domenico Nania, della corrente Nuova Alleanza. Alle elezioni del 2001 è stato riconfermato come deputato della Casa delle Libertà nella prima circoscrizione del Veneto • Chiamato a far parte del Governo Berlusconi II come viceministro alle Attività Produttive, con delega al Commercio estero, riconfermato anche nel Governo Berlusconi III, fino al 2006: «Nel mio incarico di governo ho svolto oltre 300 missioni all’estero con quasi 30mila imprese, per affermare il “made in Italy”, la tecnologia e il prodotto italiano. Conosco i problemi e le qualità delle aziende italiane e mi sono impegnato per tutelarle e affermarle nel mondo» [adolfourso.it] • Lei racconta spesso che nel 2001, da viceministro per il Commercio con l’Estero, era a Doha e firmò a favore dell’ingresso della Cina nel Wto. Cominciava quel giorno la globalizzazione. «Noi eravamo lì nel Qatar, per il Wto, e in cielo si vedevano gli aerei che andavano a bombardare l’Afghanistan. L’11 Settembre era di poche settimane prima. Il nemico di tutti in quel momento sembrava il terrorismo islamico. Aprimmo alla Cina nella speranza che una condivisione economica tecnologica e industriale avrebbe portato anche a una contaminazione di libertà e di diritti. L’anno dopo ci fu l’incontro di Pratica di Mare tra la Nato e la Russia, patrocinato da Silvio Berlusconi. Il clima era lo stesso. Ci speravamo. Ci sperammo». Venti anni dopo, si può ben dire che le cose siano andate molto diversamente. Pentito di quella firma? «A parte il fatto che quella fu una scommessa di tutto l’Occidente e non della sola Italia, bisogna dire che nei primi dieci anni le cose sembrarono andare bene. Ci fu poi un deragliamento di Russia e Cina, all’unisono, tra 2012 e 2013» [a Francesco Grignetti, Sta] • •Favorevole al nucleare: «Realizzare una centrale di medie dimensioni costa quanto paghiamo in un anno per importare energia» [a Mariolina Iossa] • Nel 2008 è sottosegretario per lo sviluppo economico, l’anno dopo viceministro dello stesso dicastero. Si dimette nel 2010 • Aderisce a Futuro e Libertà • Il 19 aprile 2011 fonda l’associazione Fareitalia, alla quale aderiscono una cinquantina tra parlamentari e consiglieri regionali. L’associazione si propone come obiettivo: «creare le condizioni culturali e politiche per la nascita di un nuovo centrodestra che sia davvero liberale e solidale, moderno ed europeo, nel quadro di un bipolarismo maturo in cui sia possibile il confronto, il dialogo e l’incontro tra proposte politiche diverse» con un saldo riferimento al Partito Popolare Europeo • Nel luglio dello stesso anno lascia Fli • Due anni di pausa, dal 2011 al 2013, a fare l’imprenditore con la Italy World Services (Iws), società che «fornisce consulenza e assistenza per le imprese italiane all’estero» con tanto di sede a Teheran [Bechis, Formiche] • Nel 2013 passa a Fdi • Nel 2018 torna alla politica candidandosi al Senato. Eletto. La sua attività con la Iws gli viene contestata quando con il Governo Draghi gli si apre la strada verso la presidenza del Comitato di controllo sull’intelligence (Copasir) in quanto unico esponente dell’opposizione. Nel 2021 ottiene la vicepresidenza del Copasir. «Lui spiega di aver passato al figlio la guida della società. Viene quindi eletto presidente dell’organismo, superando ostacoli e critiche anche della Lega: Salvini non voleva mollare la presidenza del Copasir che era appannaggio di Raffaele Volpi, poi non ricandidato a sorpresa da Salvini» • Nel 2022 con lui, lo Sviluppo economico diventa ministero delle Imprese e del Made in Italy, con la novità del sovranismo in lingua inglese [Barbati, Micromega] • «Sono tornato in campo, con Giorgia Meloni, perché ritengo che l’Italia abbia assoluto bisogno di un governo che serva la Nazione, dia forza alle imprese, tuteli il lavoro, dia speranza e un futuro migliore ai più giovani» [adolfourso.it] • «Al ministero del Made in Italy dicono siano molto ascoltate una certa corrente Opus Dei e anche un paio di note società di comunicazione. Qui dicono che nel cerchio magico meloniano siano in ribasso le quotazioni del ministro Adolfo Urso, dopo le uscite maldestre sui benzinai e la gestione della rete unica Tim: a Palazzo Chigi lo chiamano il “ministro falegname”, perché farebbe solo tavoli presieduti da Federico Eichberg, il suo capo di gabinetto tuttofare, vero ministro in pectore. Ex direttore della Fondazione Farefuturo di Urso, ma anche membro dell’Opus Dei» [Bonini, Rep] • Suo il decreto Made in Italy: «È un punto di svolta per questo Paese che pone finalmente al centro le filiere di eccellenza che saranno sostenute con un fondo di investimento nazionale che potrà partecipare, in una logica di complementarità rispetto al mercato, al capitale di imprese ad alto potenziale o rilevanti da un punto di vista sistemico» • Nel decreto anche la Giornata del made in Italy (15 aprile) e il liceo del Made in Italy: «Darà una formazione sul digitale, l’e-commerce e una formazione manuale e creativa dedicata ai distretti industriali, con una specializzazione dedicata per mettere a sistema quello che fanno aziende, Politecnici, distretti industriali e Its» • Gli chiediamo subito del nuovo liceo del made in Italy, voluto dal ministro Adolfo Urso e sponsorizzato dalla presidentessa del Consiglio Meloni. Cosa ne pensa? «Che se ne poteva fare anche a meno» [Vittorio Sgarbi a Maria Corbi].
Amori Tre figli: Pietro e Dario dalla prima moglie e Adriano dalla seconda Olga Sokhnenko, ucraina del Lugansk: «Mia moglie è nata da una famiglia russofona della città indipendentista di Lugansk dove lei ha poi vissuto. Una parte della sua famiglia si è schierata con Putin e un’altra si è arruolata con Kiev. Nostro figlio parla correttamente russo e ucraino, glielo ha insegnato mia moglie, canta le canzoni indipendentiste» [a Bruno Vespa, Porta a Porta]
Titoli di coda «L’Italia prima di tutto, la nostra Italia!».