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 2023  luglio 12 Mercoledì calendario

Biografia di Luca Bizzarri

Luca Bizzarri, nato a Genova il 13 luglio 1971 (52 anni). Attore. Comico. Conduttore televisivo. Scrittore. Già presidente della fondazione del Palazzo Ducale di Genova. Noto principalmente per il duo formato con Paolo Kessisoglu. «La sempiterna metà del duo “Luca&Paolo” è un internauta inviso alla “pancia del web” per via delle sue uscite politicamente non in linea con il pensiero unico internettiano»
Titoli di testa «Ho realizzato il sogno di vivere facendo l’attore, ma ogni sogno raggiunto vale meno di quanto credevi».
Vita Figlio di Rosalina e Rino, appuntato dei carabinieri: «È l’uomo che conta di più e che ha contato di più nella mia vita» • A casa dei suoi «la televisione è sempre accesa, che qualcuno la guardi o meno» • «Non parlerò della mia adolescenza, sono stati anni turbolenti» [Giorgio Rolfi, Nosignalmagazine] • Che tipo di ribellione ha coltivato negli anni? «Da ragazzino io, figlio di carabiniere, davo una mano ad un amico nordafricano nel contrabbando di sigarette. Sapesse che gioia per i miei» [Roberta Scorranese, CdS] • «Passavo le sere con lui a parlare e vendere sigarette. Era stato un professore universitario di nome Zbir. Furono sere belle». Pure lei vendeva sigarette? «Quando Zbir stava per finirle, andava a prendere le altre e io rimanevo a tenere il banchetto. Per cui, capitava» [Morvillo, CdS] • «Quando scoppiò la prima guerra del Golfo chiesi a questo amico da che parte stava. Lui mi diede una risposta fantastica: “Je suis pour la logique”. Anche io da allora sono sempre stato dalla parte della logica, non dell’ideologia tout court» [Scorranese, cit.] • A scuola, dice, «ero un asino e volevo fare l’attore» [a Sanremo]. «C’è stato un momento in cui capii che quella strada era l’unica. Come disse mio fratello in un’intervista, l’alternativa era fare il clochard in stazione!» [Rolfi, cit.] • «Gilberto Govi per me è stato importantissimo, ho debuttato nella sua compagnia facendo teatro dialettale. Successivamente fu decisiva la scuola dello Stabile, Marco Sciaccaluga e Anna Laura Messeri sono stati per me grandi maestri. Oltre a loro, per me i grandi punti di riferimento erano Giorgio Gaber, Eros Pagni… Tutte persone che consideravano l’attore come un mestiere, cosa che non capita spesso in Italia purtroppo» [Rolfi, cit.] • Successivamente, sempre con lo Stabile di Genova, Riccardo III e Amleto di Shakespeare (regie di Cvitkovič e di Benno Besson) l’Ivanov di Čechov diretto da Sciaccaluga • Il primo incontro tra Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, al provino di ammissione dell’Accademia del Teatro Stabile di Genova. Paolo: «Luca stava poggiato allo stipite di una porta. Avevamo concluso la prima parte dell’audizione, non sapevamo se saremmo stati ammessi alla seconda. Gli faccio: “che dici, ci si vede lunedì?”». Luca: «E io: “io ci sono, non sono sicuro che ci sia anche tu”. Paolo era un pivellino. Io, invece, era la quarta volta che tentavo il provino». Paolo: «Avevi la parola stronzo scritta qua, in fronte» [Vanity] • «Ai tempi degli esami per entrare alla scuola di teatro, invece, Bizzarri aveva fatto un fioretto: “Se mi prendono, vado tutte le sere a vedere lo spettacolo di Giorgio Gaber”. Detto e fatto. All’ultima replica, la custode, a sorpresa, gli aveva detto che “il signor Gaber” lo aspettava in camerino. L’incontro fu spettacolare: “Gaber fumava una Marlboro dietro l’altra. Io allora fumacchiavo soltanto, solo che siccome lui continuava a fumare e a offrirmi sigarette, alla fine ne avrò fumate venti anch’io. Mi girava la testa, ma ricordo che Gaber mi disse una cosa che poi mi servì: ‘Non aspettare che ti chiamino i registi. Se hai qualcosa da dire, scrivitela e mettila in scena nelle pizzerie’. E io, con Paolo, ho seguito il consiglio”» [Rizzini, cit.] • «Momento centrale quello dei Cavalli Marci, formazione mitica del cabaret genovese nata a metà anni Novanta in un festival di nuovi gruppi organizzato dal Nessun Dorma Café. Per vedere e ascoltare quella banda di dodici artisti, subito diventata il gruppo di culto dei teatrini off sotto la Lanterna, ogni martedì e venerdì sera c’era ressa davanti al Nessun Dorma di via Porta d’Archi, sull’angolo di via XX settembre. Si faceva la coda per assistere a spettacoli di straripante nonsense. Dove, tra filastrocche che cuciono insieme canzoni incongrue e un viavai di personaggi un po’ così (Pessimismo e fastidio, Eva Trans, Er Vertebbra), va in scena un mix perfetto di vecchio cabaret, comicità demenziale e numeri musicali. “Nulla era lasciato al caso”, ricordano Luca e Paolo, “si provava tutto più e più volte, ogni cosa era perfettamente studiata e messa a punto, con uno scrupolo e una pignoleria che ci siamo portati dietro”. Quel gruppo, che prendeva il nome da un gioco di ragazzi (una variante più cattiva della cavallina) nell’aprile del 1997 entrò nel Guinness dei primati per una ventiquattr’ore ininterrotta di cabaret [Ranieri Polese] • Poi: «L’incontro con il pigmalione televisivo Gregorio Paolini e con quello cinematografico Lucio Pellegrini, e soprattutto la consapevolezza che il sodalizio con Paolo stesse diventando indissolubile [Rizzini, cit.] • «Fu lì che la televisione li scoprì, e ad aggiudicarseli fu Italia1 che li impiegò in Ciro, il figlio Target accanto a Gaia De Laurentiis, Luciana Littizzetto ed Enrico Bertolino. Ma intanto Luca e Paolo s’erano nessi in proprio e nella seconda edizione del programma comparvero solo loro» [Polese, cit.] • «Una sera ero con Paolo e tornavamo dal Matilda, una discoteca di Genova, dove suonava un dj che si chiamava Mimmo Roselli. Dalla crasi tra lui e il cognome di un mio amico è nato il personaggio di Mimmo Amerelli. Perché non facciamo la parodia di un dj e di un vocalist, due figure di quelle che credono di essere dei guru e invece poi alla fine pensano alla figa, alla droga e all’alcol. Due cialtroni insomma [poi] Dj Molella sul finire degli anni ’90 mi propose di incidere un disco, a scrivere quel testo ci avremmo messo più o meno trenta secondi. In copertina del disco c’è una mia foto dove ho cinquanta mila lire arrotolate nel naso: una cosa che al giorno d’oggi non credo sarebbe possibile”. Mimmo Amerelli alla consolle si rivelò serio: “il discografico ci ha chiamati da parte per darci l’anticipo sulle royalties e ci ha messo in mano un assegno da 15 milioni ciascuno. Nel mio conto corrente all’epoca ce n’erano tipo cinque. Il disco è uscito nel 1999: eravamo secondi in classifica dietro Vasco Rossi”» [a LatoD] • «Nel 1999 eccoli protagonisti di E allora mambo! a conti fatti il film italiano di maggior successo di quella stagione» [Ranieri Polese] • Nel 2000 l’intera squadra di E allora mambo! ritorna al cinema con Tandem. Luca & Paolo approdano su Mtv con un nuovo programma, chiamato Mtv Trip, in cui girano l’Italia a bordo di una Fiat 130 targata Bologna con allestimento a carro funebre. L’anno seguente doppiano il film Disney Le follie dell’imperatore • Presentatori de Le Iene dal 2001 al 2011 (prima con Alessia Marcuzzi, poi con Cristina Chiabotto e con Ilary Blasi). «Luca e Paolo dovrebbero liberarsi della conduzione delle Iene dove fanno sempre la stessa cosa, molto ideologica, e dove rischiano di fare la fine di Ezio Greggio e Enzo Iacchetti: così identificati con il loro programma da sfiorare il ridicolo ogni volta che tentano un’uscita fuori» (Aldo Grasso) • Nessuna autocritica? «Ero solo un presentatore. Per me sono stati una famiglia però, sì, a volte hanno esagerato. Per dire, non amo quel modo di guardare la droga con attenzione morbosa, dal buco della serratura. Non ho amato certi servizi sulle presunte cure anti-cancro. Detto questo, hanno fatto più bene che male» [Scorranese, cit.] • Sempre in tv Camera Café (dal 2003 al 2012), Superciro (2004), La strana coppia (2007) • Nel 2007 partecipano a bordo di una Bmw 507 alla Mille Miglia storica (arrivati 111esimi) • Nel 2009 il ritorno al teatro ne La Passione secondo Luca e Paolo, commedia in cui interpretano i due ladroni che s’interrogano sul senso della vita al lato di un Gesù che tarda ad arrivare • «Ingaggiati come co-conduttori e comici per il Sanremo 2011 e avevano inventato la canzone Ti sputtanerò, sulla falsariga del Ti supererò cantato da Morandi (il ritornello-duetto suonava più o meno così: “Ti sputtanerò / con certi filmini / che darò alla Boccassini / dove ci sei tu… Ti sputtanerò / sarà un po’ il mio tarlo / con la casa a Montecarlo / dei parenti tuoi / mogli e buoi / tutti tuoi…”) [Rizzini, Foglio] • Nel 2012 Scherzi a parte: «Chiesi a Fatma Ruffini di intercedere per me per portare Silvio in trasmissione ma lei mi rispose che non ci pensava nemmeno a disturbarlo per così poco. Allora entrai in redazione e dissi ad alta voce: “ma insomma, vorrei tanto Silvio come ospite ma come ci arrivo?”. All’epoca con noi lavorava una ragazza tanto brava quanto bella. Tempo mezz’ora e lei me lo passò al cellulare. Alla fine non venne, comunque» [Scorranese, cit.] • Cosa si dissero al telefono? «L’esordio è stato: ‘Il mio nome è Silvio Berlusconi’. Poi: ‘Scusami Luca, ma sono appena uscito dal dottore. Mi sono fatto visitare e gli ho detto: senta dottore, tutte le volte che faccio l’amore con una donna sento dei fischi nelle orecchie. E il dottore ha risposto: ‘Ma alla sua età che cosa vuol sentire? Gli applausi?’. Cioè lui, Berlusconi, la prima volta che si è fatto sentire mi ha raccontato dal nulla una delle sue barzellette» [Rizzini, cit.] • Dal 2013 conducono il concerto di Radio Italia, da piazza Duomo, a Milano. Nella primavera 2014 conduttori di Giass, varietà televisivo ideato da Antonio Ricci (Canale 5); nel 2015 di Colorado (Italia1) • Tra il 2017 e il 2021 Quelli che il calcio su Rai 2 • Mandare Quelli che il calcio… in prime time era un suicidio annunciato. Perché avete accettato una cosa del genere? «Sì, probabilmente era un suicidio annunciato ma perfino adesso lo rifarei per un semplice motivo, che poi è lo stesso che ci ha spinto ad accettare. Se avessimo rifiutato, tutta questa gente sarebbe rimasta a piedi. Sarebbe stato da vigliacchi». Però potevate giocarvela meglio e gridare all’epurazione. «In realtà il vero momento in cui avremmo potuto un po’ lamentarci, ma senza gridare all’epurazione, è stato quando ci hanno chiuso Quelli dopo il Tg2 (nel 2018): facevamo il doppio di quello che fa ora Tg2 Post [Francesca D’Angelo, Rolling Stone] • Dal 2017 curano la copertina di DiMartedì su La7: «Spariamo a 360 gradi» • Sempre per Cairo, Bizzarri nel 2022 presta la voce a Volodymyr Zelens’kyj nell’edizione italiana della serie Servant of the People • Nel 2021 pubblica il suo primo romanzo Disturbo della pubblica quiete • Dal 2017 al 2022 è stato presidente della fondazione del Palazzo Ducale di Genova: «Non sono stato sostituito per quello che ho fatto al Ducale, ma per quello che ho fatto da altre parti». Qual è stata la sua più grande soddisfazione in questi cinque anni? «Durante la pandemia: Serena Bertolucci ha ottenuto il prestito di una versione delle Ninfee e ci siamo inventati la mostra Cinque minuti con Monet, per tornare a godere l’arte in presenza, ma in sicurezza, essendo da soli davanti al quadro» [a Michela Bompiani, Rep] • Nel 2023, sempre insieme a Kessisoglu, dapprima partecipa alla terza edizione del game show LOL e poi affianca Loretta Goggi nel varietà Benedetta primavera di Rai 1 • Perché avete, nell’ambiente, la nomea di essere antipatici? «Veniamo da una città sarvega, è così che si dice in dialetto genovese: selvatica. Non entriamo in ufficio sorridendo, o augurando il buongiorno a tutti. Io e Paolo quando ci vediamo non ci salutiamo».
Cinema Visto al cinema anche in …e se domani (La Parola, 2005), Asterix e Obelix alle Olimpiadi (Langmann-Forestier 2007), Immaturi e Immaturi – il viaggio (Genovese, 2011-2012), Colpi di Fortuna (Neri Parenti, 2013) e Un fidanzato per mia moglie (Marengo, 2014); Un figlio di nome Erasmus (Ferrari, 2020); Per tutta la vita (2021); Il giorno più bello (Zalone, 2022), Da grandi (Brizzi, 2023)
Social Appassionato di social: «Io ci ho provato a stare zitto. Ho resistito a tutto. Al “chi non è andato a votare è complice dei petrolieri”. Al “chi non è andato a votare è nemico dell’ambiente”. Poi ho sentito “chi non è andato a votare è come chi si è astenuto davanti al fascismo”. Ecco, lì si è alzato forte il mio “fatevi curare”» • Hai la tendenza a rispondere a tutti quelli che ti commentano sotto i post, quali sono i motivi? «Mi piace sentirmi intelligente in mezzo a dei coglioni! Frequento tanto i social proprio per questo» • Nel 2015 ha litigato con Maurizio Gasparri con ben… 34 tweet di botta e risposta. Il motivo? Un fraintendimento su uno sketch di Luca e Paolo sulla vicenda dei Marò • Poi ci sono quelli che insorgono al grido di “sessismo!”. Capitò che, in morte di Virna Lisi, Bizzarri lanciasse sul web la frase “addio a una figa spettacolare”, e che la reazione del web non si facesse attendere (“insensibile!”; “cafone!”; ‘Mortacci tua che schifo”). Ma poi aveva ricevuto una telefonata di un amico di Virna Lisi, secondo il quale quella era una frase che l’attrice, di certo più spiritosa dei suoi paladini, avrebbe accolto come un simpatico omaggio. Negli anni in cui Giuseppe Cruciani veniva bastonato dalla rete per l’intemerata antivegana e antianimalista pubblica una sua foto abbracciato a un salame. Foto rimossa dal social: “Cose che ho imparato. Su Facebook puoi: mandare a cagare, dare del coglione, fotografarti il culo, provarci con le ragazzine, provarci con i ragazzini […] dare del ciccione, dire che però Mussolini, minacciare di morte […], recuperare Stalin, tritare le palle a sconosciuti, offendere la preside, sputtanare l’ex, condividere simpatie naziste, invadere il Brasile… ma se pubblichi una foto con un salame in braccio te la tolgono perché ‘non rispetta gli standard della comunità’” […]. Può ritrovarsi con orde di salviniani scatenati per riflesso condizionato a difesa del loro beniamino, anche se Bizzarri ha scritto soltanto “oggi Salvini non ha detto nulla di grave”. E Matteo Renzi? “Renzi non si offende, però chiama. Una volta, a Sanremo, ho detto una frase tipo: ‘In questo periodo va di lusso ai toscani che sparano cazzate in tv’, e Renzi mi telefonò dicendo che le sparava anche a casa”» [Rizzini, cit.] • «Il divertente è vedere che alla fine gli insultanti, se ti ci metti con calma a discutere, e io lo faccio di solito durante i viaggi in treno Milano-Roma, si ammorbidiscono: iniziano con ‘vaffanculo sei un coglione’, ma se poi li porti a ragionare trovi dei punti in comune con loro, e alla fine ti dicono pure ‘beh, ma forse sono stato un po’ cafone’ e ti chiedono l’amicizia su Facebook”» [ibid.] • Suo il podcast sui politici NonHannoUnAmico – cinquantamila ascolti giornalieri e un milione di streaming al mese – che parte da una domanda: «Ma questi non hanno qualcuno che gli vuole bene e dica loro che stanno facendo una cavolata?». Podcast che quest’anno lo ha riportato in teatro con un monologo • «Il problema della nostra politica è la comunicazione, che è senza una bussola, che ammicca alla pancia, che punta a sganciare le parole dalla realtà. Ora dirò una cosa che la farà sussultare: io qualche volta sono anche d’accordo con quello che dice Salvini» [D’Angelo, cit].
Politica Le hanno dato del fascista, ma anche del comunista, copre tutto l’arco parlamentare degli insulti... [Franco, cit.] • Lei è stato criticato per avere espresso ammirazione per Giorgia Meloni diciannovenne «Non ho nessuna simpatia per le sue idee, notoriamente, ma lei aveva una maturità che io mi sognavo. Mi avrebbe fatto barba e capelli» Ha simpatie per i Radicali? «Voterei per il Partito radicale, se ci fosse. Credo che tutti quelli che hanno già deciso per chi votare dovrebbero astenersi dal guardare talk, tg, social, perché finirebbero per cambiare idea» [Concetto Vecchio, Rep] • Sia la destra che la sinistra gli hanno chiesto di entrare in politica ma lui ha sempre risposto: «No, grazie» • Se fossi al governo, quale sarebbe la prima cosa che faresti, oltre alla legalizzazione della droga? «Come hai fatto a capirlo subito?» [D’Angelo, cit.].
Curiosità Lei piange spesso? «Sempre, sono un frignone. Ma la cosa bella è che piango nei momenti sbagliati. Per dire, se guardo le Olimpiadi piango alle premiazioni. Non riesco a vedere un film emozionante senza frignare. E pure se rivedo le vecchie puntate di Scherzi a parte: quando svelano che è tutto uno scherzo io comincio a lacrimare» [Roberta Scorranese, CdS] • Ha una scuola di recitazione Cfa – Centro di formazione professionale • Con il fratello Roberto, al quale è molto legato, ha aperto anche un locale a Genova, Il Clan • Rosica perché su Wikipedia ha l’altezza sbagliata: «C’è scritto 1,78, ma sono 1,80. Non me lo fanno correggere. Mi hanno bacchettato: La pagina non è tua» [Sanò, cit] • Di cosa ha paura? «Delle malattie. Sono ipocondriaco. Peggio di me c’è solo Maurizio Crozza» [Sanò, cit] • «Io della pandemia ho paura, ho i genitori anziani. Vivo mascherato, sanificato e, per fortuna, avevo una vita sociale vicina allo zero anche prima: alle undici sono a letto, alle feste già non mi invitavano più, vado sempre negli stessi quattro ristoranti con non più di tre persone. Le cene dove a un tavolo si parla di due argomenti già le detesto» [Morvillo, CdS] • Pigro: «Io mi diverto a fare il mio lavoro. Ma se potessi scegliere, nella mia vita non farei proprio niente. Mai» [Sanò, cit.]
Tifo Tifoso del Genoa «Come vivo le sconfitte? Con una serena rassegnazione»
Amori Ha avuto una storia, fortissimamente voluta da lei, con Jane Alexander. Dal 2014 al 2017 è stato con la velina Ludovica Frasca di vent’anni più giovane • «Ho avuto storie importanti, ma non mi sono avventurato in cose che forse non avrei saputo tenere vive e credo sia stato un bene per chi mi stava vicino. Però, non è che ho deciso di non avere famiglia o figli» [Morvillo, CdS] • Si dice single. La ricerca su Google che fanno di più su di lei riguarda «la fidanzata». «Che continuino a cercare» [Franco, cit].
Titoli di coda «Io cerco di trovare il brutto in tutti. Quindi vado a scovare la magagna pure nelle persone che in teoria mi rappresenterebbero di più. Così alla fine l’unico che non ha amici sono io» [Franco, CdS]