Corriere della Sera, 1 agosto 2023
Trump stacca DeSantis di 37 punti
A meno di sei mesi dall’inizio della stagione elettorale Usa (le primarie repubblicane si apriranno col caucus dell’Iowa fissato per il prossimo 15 gennaio) i sondaggi indicano che il moltiplicarsi dei guai giudiziari di Donald Trump non sta affatto indebolendo la sua candidatura: l’ex presidente continua, anzi, a rafforzarsi col distacco dall’unico inseguitore significativo, Ron DeSantis, che ha raggiunto il livello record di 37 punti percentuali. Dal campione di probabili elettori conservatori alle primarie 2024 dell’ultimo sondaggio New York Times-Siena College, condotto con interviste telefoniche tra il 23 e il 27 luglio, emerge che il 54 per cento è pronto a votare Trump mentre i sostenitori di DeSantis sono scesi al 17 per cento: la campagna del governatore della Florida che sta sostenendo in tutte le piazze d’America di essere più eleggibile e credibile di Trump e di saper governare molto meglio dell’ex presidente, evidentemente non ha dato frutti.
Tutti gli altri candidati – dall’ex vice di Trump, Mike Pence, a Nikki Halley, a Chris Christie e al senatore afroamericano Tim Scott – non vanno oltre il 3 per cento dei consensi. Queste ultime rilevazioni sembrano togliere consistenza anche alla tesi dei repubblicani «antiMAGA» – i nemici giurati di Trump ai quali ha dato voce il senatore Mitt Romney – convinti che la molteplicità delle candidature presidenziali (i conservatori che puntano alla Casa Bianca sono una dozzina) sia un regalo a The Donald. Romney ha chiesto ai candidati senza speranza di farsi da parte per concentrare l’opposizione a Trump su un solo sfidante, ma il sondaggio NYT-Siena indica che anche in un ipotetico testa a testa, Trump otterrebbe il doppio dei voti di DeSantis: 62 a 31 per cento.
Mancano ancora molti mesi alle votazioni decisive, non sono ancora iniziati i dibattiti televisivi e Trump sta per ricevere altre incriminazioni mentre i processi che i procuratori vogliono svolgere prima del voto presidenziale del novembre 2024 (ipotesi tutta da verificare) potrebbero modificare questo quadro. E si possono avere riserve sulla metodologia di quest’ultima rilevazione basata su un campione di meno di mille probabili elettori repubblicani costruito dai sondaggisti cercando di rappresentare in modo equilibrato giovani e anziani, donne e uomini, laureati e colletti blu, cittadini di ogni Stato dell’Unione e gruppo etnico.
Ma questo sondaggio conferma le tendenze emerse dalle rilevazioni precedenti andando più a fondo sulle motivazioni degli elettori repubblicani e fotografando in modo più nitido le diverse componenti del mondo conservatore: i trumpiani di stretta osservanza, pronti a votare l’ex presidente in qualunque circostanza sono il 37 per cento dell’elettorato di destra. Ma sono anche la maggioranza di coloro che andranno a votare per le primarie. La gran parte è convinta che Trump non abbia fatto nulla di male e sia perseguitato dalla magistratura pilotata da Biden. Solo il 17 per cento pensa che l’ex presidente abbia commesso seri crimini federali e quasi un quarto di questi è pronto a votarlo comunque.
È evidente, quindi, che tutto quello che di negativo potrà ancora emergere su Trump – come il fatto che i fondi raccolti tra i suoi fan per sostenere la campagna elettorale repubblicana sono stati in gran parte spesi per pagare gli avvocati chiamati a difendere l’ex presidente miliardario – non avrà un peso significativo sulla nomination repubblicana per la Casa Bianca. Tra qualche giorno arriverà anche l’incriminazione per il tentativo di sovvertire il risultato del voto in Georgia che promette di essere, sul piano giudiziario, la più devastante: Trump probabilmente incriminato sulla base della legge antiracket e con lui potrebbero essere processati altri esponenti repubblicani come Rudy Giuliani, mentre le prove raccolte contro l’ex presidente sembrano schiaccianti. È prevedibile che anche questo non farà che rendere più granitico il sostegno dei «MAGA» al loro beniamino.
Le cose cambieranno col voto presidenziale del novembre 2024 quando i MAGA saranno un’agguerrita minoranza, ma al momento una candidatura conservatrice alternativa a Trump sembra fuori dai radar.