Corriere della Sera, 1 agosto 2023
I Pil cede lo 0,3%
Frena la crescita in Italia. L’Istat ieri ha certificato come nel secondo trimestre 2023 il Pil del nostro Paese sia diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente quando era invece cresciuto dello 0,6%. Si tratta di numeri che ci collocano dietro alla stagnante Germania ma che non impensieriscono il ministero dell’Economia e delle Finanze rispetto alla crescita stimata per il 2023. Il Pil italiano è comunque aumentato dello 0,6% in termini tendenziali e la crescita già acquisita per quest’anno è pari allo 0,8%.
Tra i dati pubblicati ieri dall’Istituto spicca anche il raffreddamento seppur lieve a luglio dell’inflazione: +0,1% su giugno ma solo +6% su base annua (dal +6,4% del mese precedente). Con il carrello della spesa al 10,4%.
La flessione del Pil si lega a più fattori. L’Istat nella sua nota fa riferimento a «una flessione sia del settore primario (agricoltura, silvicoltura e pesca, ndr), sia di quello industriale, a fronte di una moderata crescita del comparto dei servizi». Dal lato della domanda, invece, la frenata «proviene dalla componente nazionale al lordo delle scorte, con la componente estera netta che ha fornito un apporto nullo». In breve, consumi negativi ed export al palo. Per il Mef: «Hanno influito la flessione del ciclo internazionale dell’industria, il rialzo dei tassi di interesse e l’impatto della fase prolungata di rialzo dei prezzi sul potere d’acquisto delle famiglie».
La Bce
La presidente Bce, Lagarde: fatto progressi l’inflazione si avvicina all’obiettivo del 2%
L’Italia è tra i pochi Paesi europei in territorio negativo, come certificato dai dati preliminari Eurostat sulla crescita dell’eurozona (che evita per poco la recessione). Il Pil dell’area registra infatti un timido +0,3%. Guardando ai singoli Paesi si segnala la Francia che cresce dello 0,5%, la Spagna dello 0,4% mentre la Germania resta sullo zero. Peggio dell’Italia soltanto Svezia (-1,5%), Lettonia, (-0,6%) e Austria (-0,4%).
Eurostat ha comunicato il dato positivo dell’inflazione di luglio: per l’area euro si registra un rallentamento dei prezzi a +5,3%, in linea con le attese, dal +5,5% di giugno.Si prevede che beni alimentari, alcol e tabacco registrino i valori più elevati (10,8%, contro 11,6% di giugno), seguito dai servizi (5,6%, contro 5,4% di giugno) e dai beni industriali non energetici (5%, rispetto al 5,5% di giugno). La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde: «Abbiamo fatto molti progressi nella lotta all’inflazione, e ci stiamo avvicinando al nostro obiettivo, un target a medio termine del 2%». Sulle prossime mosse di politica monetaria la presidente parla di una possibile pausa sui rialzi dei tassi a settembre che però «non sarà necessariamente definitiva». Del resto l’inflazione core resta stabile nell’area euro al 5,5%.