La Stampa, 1 agosto 2023
Il muretto di Alassio
«Scusi, ci fa una foto?». Si erano baciati per la prima volta proprio lì, Gianni e Andreina. Lui aveva 33 anni, e lei ne aveva 27. Lei era bella, con i capelli lunghi e castano chiaro. Lui era già un bancario, assunto a Cuneo. Gianni era sceso ad Alassio a trovare lei, che già gli piaceva. Era il 1980: 43 anni fa. A fine luglio. Si erano baciati davanti a questo muretto che poi è il simbolo della città, con tutte le piastrelline colorate attaccate sulla pietra, e con le firme di attori, vip e personaggi famosi. Firmate e controfirmate. Allora, all’epoca del bacio, c’era anche la sfilata delle miss e ogni anno ne veniva eletta una, che poi andava in tv e diventava subito una star. Ecco, è iniziato tutto lì. E oggi, che è l’ultimo giorno di luglio del 2023, Gianni e Andreina sono tornati in questo posto per la prima volta, dopo 43 anni. E domandano al passante: «Scusi, ci fa una foto?».
Forse ha ragione chi dice che se vieni ad Alassio una volta, questo posto non lo scordi mai più. O forse è soltanto un caso se questa coppia di Como oggi è qui, inseguendo un sospiro, un’emozione dimenticata, oppure un ricordo che rischia di appannarsi. Un caso incontrarli. Perché l’Alassio che si ricordavano Andreina e Gianni è stata cancellata pezzo per pezzo. Non per cattiveria. Ma perché la modernità avanza anche sulla spiaggia di questo mare ligure. E quel che era Alassio in quel 1980 lo puoi soltanto rivedere nelle foto che hanno perso la lucentezza del colore. Che sono più o meno le stesse fin verso gli Anni 2000, quando quel mondo è definitivamente stato infilato nello scatolone dei ricordi.
La grande Alassio che si giocava con la costa Azzurra il primato di mare dei vip – o forse più banalmente dell’ottima borghesia sabauda, in trasferta ligure da a inizio giugno a settembre – è diventata un’altra cosa. Il mare del mordi e foggi. Dei fine settimana iperaffollati. Delle seconde case aperte dieci giorni l’anno. Ed è cambiato anche il tipo di turismo. C’era allora la Torino che conta, la Genova che sa, la Milano che produce che venivano a fare il bagno in questo mare che ha lasciato spiagge strette e lunghe. Corridoi di sabbia sui quali giacciono a malapena quattro o cinque file di lettini. Oggi come allora, le spiagge che si sdraiano davanti alla parte storica del borgo sono lingue di sabbia rubate alla risacca. È cambiata soltanto la gente che le frequenta nella parte di paese dove sorgono gli alberghi. Ed è cambiato il modo di godersi il mare. «Senta, se proprio vuole il posto in spiaggia lo deve prenotare adesso, che poi nel week end c’è il tutto esaurito». Ma le due settimane centrali di agosto? «Eh caro lei, quelle sono strapiene». E la sorella del titolare dei bagni «Pin» fa i conti: «Se vuole la seconda fila, per due lettini e un ombrellone le faccio 45 euro al giorno. Se vuole terza 40». Più indietro ancora costa meno, ma soltanto perché l’ombra delle case si allunga sulla sabbia che non è neanche l’ora dell’aperitivo.
Ecco questa è Alassio di oggi. Così diversa eppure uguale. Meno villeggiatura e più week-end. «Noi abbiamo una casa qui da tanti anni. Ma ormai veniamo soltanto una settimana a luglio». Poi ci sono le vacanze esotiche. «Ad agosto andiamo fare un viaggio in Messico», spiega la signora ai tavolini del bar davanti ai bagni Ligure. «E negli alberghi i turisti restano ancora meno» suggerisce Stefania Piccardo, che di hotel se ne intende avendo la sua famiglia un bel po’ di strutture ricettive. «Stanno ancora meno» significa 4 giorni, come media. Lo scorso anno era 4,9. La stagione 2023 segna un altro calo. Lo dice senza affanni, la signora Piccardo: «Il mondo è cambiato ovunque, è ovvio che vada così anche da noi. Meno giorni più ricambio, più difficoltà anche ad andare incontro alle esigenze di tutti». Già. Tutto più complesso. Ma con prezzi che sono sempre alti. Altro che Loano, che poi è il paese a un quarto d’ora di camminata sul lungomare. Altro che decine di altre luoghi della Liguria che hanno dovuto adattarsi per non morire.
Ecco, se la guardi attraverso questi elementi allora capisci per quale meccanismo oggi Alassio sia così diversa da un tempo. In via Verdi, più di vent’anni fa, c’era una pensione a gestione famigliare. Poche stanze, bagni ridotti all’essenziale, pranzo e cena in un salone con pavimento di graniglia e tavolini in formica e alluminio. Quella pensione è sparita. E sono sparite anche tutte le altre, che erano la salvezza della classe media nei mesi di luglio e agosto, quando le famiglie venivano per due o tre settimane, in villeggiatura da queste parti. Non erano poveri. Era un altro mondo. Travolto dall’ondata di cambiamenti. Com’era un altro mondo il «Roma» – bar, roof garden, night e tante altre cose – proprio davanti al Muretto. Gestivano quell’universo di gente della borghesia piemontese, lombarda e genovese i quattro fratelli Berrino. «Sa quando è cambiato tutto? All’inizio degli Anni 80. Mio padre diceva: “Quando hanno smesso di picchiarsi tra chi voleva pagare il conto”», racconta Angela Berrino, la figlia di Enrico, il pittore. Il bar Roma è sempre un posto da vip, davanti al Muretto. Ma non è più in mano alla famiglia. Ci vanno i ragazzi e ci va ancora qualcuno della Alassio dei tempi che furono. Ma questi ultimi sono sempre meno.
Eppure se vai in giro qualcosa dei tempi andati lo ritrovi. Ore 16, tabaccheria di corso Diaz, fronte mare. Il signore in camiciotto a righine fini blu paga due cartoline. «Quanto costano i francobolli?» s’informa. «Per dove?» domanda la signora Stefania. «Torino». «Allora è 1 euro e 35». Bisognerebbe fare un monumento a quest’uomo che regala un tuffo inaspettato in un passato che si pensava del tutto cancellato da whatsapp. Oppure ritrovi i «Baci di Alassio» originali, firmati Balzola. Che è più di una istituzione da queste parti. O ancora, alla farmacia inglese, nel budello, l’«Afebina», miracoloso doposole che lenisce qualsiasi ustione. Ecco è questo il mix meraviglioso di Alassio. L’antico e il moderno. Con il secondo che, troppo spesso, prevale.
Alle 18,30, al Muretto, c’è una piccola folla di uomini in camicia bianca, e calzoni lunghi e signore con sandaletti, scarpe di corda e vestiti più che sobri. S’inaugura una targa in ceramica che celebra i fratelli Berrino. C’è la Alassio di un tempo. Così composta. Così educata. Così «tanto tempo fa».
Più o meno alla stessa ora, in arrivo dai bagni, si infilano nel budello i turisti. Famiglie e coppie. Risate. Bambini che corrono. Pelle arrossata. Ragazze con il perizoma, appena coperto da parei trasparenti e traforati. Di Andreina e Gianni non c’è più traccia. Probabilmente sono già rientrati a Como.