La Stampa, 31 luglio 2023
Europee, il derby delle poltrone
Le speranze sono ben riposte: le europee sono un voto di opinione, non ci sono alleanze da fare, al Pd basta puntare sopra il 20 per cento e il gioco è fatto, i 5stelle sono sempre andati male e ci sarà un travaso. Elly Schlein ha buoni motivi per puntare tutte le sue carte sulle elezioni per il rinnovo del parlamento Ue. Ma poi ci sono i trascina-consenso e i capilista da scegliere. E qui cominciano i guai, tanto che le malelingue sostengono che la segretaria non escluda di presentarsi lei stessa capolista in tutte le circoscrizioni. Un azzardo a cui pochi credono. Tanto che le varie tribù dem scalpitano per capire chi saranno i prescelti nelle cinque circoscrizioni. Nicola Zingaretti o Marta Bonafoni, Stefano Bonaccini o Alessandro Zan, le sardine oppure...
Alt. Una premessa è d’obbligo: tutti i protagonisti di negheranno sdegnati, nessuno vorrebbe vedere svelate manovre vere o presunte che siano, ma registrare le voci di corridoio al Nazareno sui movimenti di truppe, anche nella rivoluzionaria era Schlein, è utile per capire i fiumi di veleni sotterranei che scorreranno nei prossimi mesi: sì perché, dietro la porta della neo-leader, un anno prima del gong per l’apertura delle urne, già si affollano nomi e big di primo e secondo piano, ansiosi di strappare un posto al sole (si fa per dire) al parlamento europeo di Strasburgo. E le sfide dietro le quinte si sprecano.
ITALIA CENTRALE
Sulla carta, la circoscrizione più affollata di pretendenti è Italia Centro: in lista ci sono 15 posti, come per tutti gli altri partiti e l’ultima volta nel 2019 il Pd ne elesse 4. Alla Pisana, sede della Regione Lazio, da mesi si parla dei candidati in pectore: raccontano che già sarebbe in corso un derby per guidare la lista dem tra Marta Bonafoni, consigliere regionale, coordinatrice della segreteria vicinissima a Schlein e Nicola Zingaretti, ex segretario appena nominato presidente della Fondazione Pd. I bookmakers danno Bonafoni favorita anche perché Schlein vorrebbe tutte capolista donne, anche se così non sarà. Altri fremono per vedere un derby a colpi di preferenze tra Zingaretti e Alessio D’Amato, suo assessore alla sanità ai tempi del covid, che guiderebbe la lista di Azione. Italia centro avrà altri candidati e tra questi in pole position ci sono il sindaco di Firenze, Dario Nardella, bagaglio di preferenze di tutto rispetto e Matteo Ricci, sindaco di Pesaro. Ma anche Camilla Laureti, entrata in Europa al posto di Sassoli, che Schlein non vedrebbe male anche come candidata governatrice dell’Umbria, dove si voterà l’anno prossimo. Ambisce a un posto pure Alessia Morani rimasta fuori dalle liste alle politiche. Nel toto-nomi dei più titolati figurano anche Laura Boldrini e il commissario europeo per gli Affari economici Paolo Gentiloni. Certo è che se Bonafoni andasse a Strasburgo, si dovrebbe nominare un nuovo coordinatore della segreteria e in questo ruolo è dato per favorito Marco Furfaro.
ITALIA MERIDIONALE
Anche qui sarebbero in molti a fare la bocca ad un bel seggio in Europa che garantisce visibilità e ottime guarentigie, di status ed economiche. Della segreteria Schlein si fanno i nomi di Sandro Ruotolo, giornalista che gode di una certa popolarità e quindi potenziali preferenze, la calabrese Jasmine Cristallo, uno dei volti più noti del movimento delle Sardine, da pochi mesi entrata a far parte della direzione nazionale del Pd, mentre sarebbe incerta la ricandidatura di Pina Picierno, vice presidente del Parlamento europeo, sostenuta nel 2019 da Letta e Franceschini e oggi in freddo sia con Bonaccini sia con Schlein.
NORD-OVEST
Anche qui le voci dal territorio si sprecano: una di queste darebbe come possibile capolista Chiara Gribaudo, eletta nel cuneese, giovane vicepresidente del Pd. Un’altra ipotesi è l’ingresso in lista di Cecilia Strada, la figlia del fondatore di Emergency. C’è poi il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, così come il milanese Emanuele Fiano, esponente di punta del Pd della passata legislatura rimasto fuori dagli scranni di Montecitorio.
NORD-EST
La sfida è aperta sotto e sopra le rive del Po: il più accreditato capolista è Stefano Bonaccini, la cui candidatura, dicono i maligni, farebbe comodo a Schlein per condividere con il leader della minoranza interna un eventuale risultato sotto le attese. Il governatore emiliano è al suo secondo mandato, trovare un candidato che non faccia perdere la regione rossa sarebbe un problema, ma il suo largo bacino di preferenze farebbe da traino alla lista dem. Che potrebbe essere anche guidata dal responsabile diritti della segreteria, Alessandro Zan, mentre pare confermata Alessandra Moretti. E una new entry sarebbe il leader delle Sardine Mattia Santori.