Il Messaggero, 30 luglio 2023
Il Salento batte Capalbio L’estate della politica ai tempi del centrodestra
Un’estate poco berlusconiana la prima estate della destra dopo la morte di Silvio. Vige anche in Italia infatti il Codice Macron. Ovvero quello stabilito dal presidente francese per i suoi ministri e parlamentari (ma poco rispettato da lui stesso): sobrietà, s’il vous plait. Qui, i vertici sia di Forza Italia sia di Fratelli d’Italia stanno dicendo ai loro eletti e ai loro dirigenti, anche a livello locale, di evitare pacchianerie da politici in vacanza, niente foto di cenoni trimalcionici in riva al mare, zero immagini da spiaggia super-vip o pose sconvenienti. E insomma: poche tavolate, poche barche e tanto basso profilo.
La geopolitica della destra in vacanza senza Berlusconi ha eliminato il super-lusso da Costa Smeralda, dove big e peones andavano pur di stare vicini a Villa Certosa ed essere convocati semmai dal re brianzolo di Sardegna per un caffè o una visita al vulcano tecnologico o una margherita nella rinomata Pizzeria Da Silvio. Non va più neanche la Versilia (ma il governatore ligure Toti che ha casa lì non vede l’ora di raggiungerla come sempre), perché odora troppo di Twiga e di Santanché e non è il momento. Anche se Meloni potrebbe fare un salto veloce e non impegnativo da Veronica Berti, moglie di Andrea Bocelli, che è sua amica ed è titolare a Forte dei Marmi del bagno Alpemare.
E ancora: se a sinistra Capalbio non esiste più per motivi biologici – ovvero l’età anagrafica dei radical chic che la frequentavano non consente più quelle frequentazioni, a parte Calenda che è giovane ma Terzo polo – subentra invece la Svizzera. È terra d’origine di Schlein e Elly con o senza fidanzata, non si è affatto lasciata con Paola Belloni, ci farà una capatina tra una festa dell’Unità e l’altra, eventi che le servono per motivare gli elettori nell’estate militante (lei stacca il 9 agosto per non più di una settimana). Ma è la destra la regina dell’estate italiana. E va registrato il momento Ciociaria. Se non altro perché Tajani va a villeggiare lì, nella sua culla familiare e politica, e il frusinate diventa così il simbolo dell’anti-abbiocco estivo perché Antonio – in continuo collegamento con gli altri azzurri, e qualcuno di loro vorrebbe fisicamente inerpicarsi dalle sue parti – deve tirare le fila del partito azzurro, prepararlo per le Europee e organizzare il Berlusconi Day del 29 settembre (data di nascita del Cavaliere) nel magnifico scenario di Paestum che avrà come tappa di avvicinamento la festa dei giovani azzurri a Gaeta. Ma soprattutto, all’insegna del motto dall’underdog all’understatement, il Salento svetterà nelle prossime settimane come l’Eldorado del nuovo potere nel segno di Giorgia. La quale, per quel che potrà, andrà a riposarsi in masseria.
Se un tempo si volava in Costa Smeralda, e comunque hanno promesso a se stessi di fare una puntata a La Certosa in ordine sparso i figli del Cav, adesso la tendenza è Puglia uber alles con buona pace di quando dominava D’Alema in quelle contrade. Potrà dirsi baciato dal sole del Levante chi riuscirà a strappare un tuffo in piscina o un gelatino pomeridiano con Donna Giorgia. Almeno per qualche giorno, con lei, con Andrea e con Ginevra dovrebbero esserci anche la sorella Arianna con il marito e ministro Lollobrigida, più la segretaria Patrizia Scurti con coniuge che è caposcorta di Meloni.
Guai a intraprendere viaggi esotici e intercontinentali: tocca stare non lontano da Roma e sempre “alla stanga”, espressione degasperiana che evoca impegno professionale per l’interesse del proprio Paese e che adesso piace alla destra laboriosa. Basti pensare che il ministro Sangiuliano trascorrerà il 15 nella Capitale con i dirigenti del ministero della Cultura e pagherà a tutti loro il pranzo di ferragosto.
VIVA IL LEVANTE
La Puglia si presta perché è a portata di mano e perché non è terra di lanzichenecchi, come pensano i radical chic dall’alto del loro lino stazzonato, ma di care e patrie memorie tatarelliane: se c’è questo centrodestra affidabile e di governo è perché c’è stato Pinuccio, dicono i Fratelli d’Italia che non vedono l’ora di fare le valigie e via.
Arriveranno laggiù non solo il sottosegretario di Palazzo Chigi, Alfredo Mantovano, che è salentino, ma anche Crosetto e Fitto (la sua città, Maglie, è in provincia di Lecce). In più Urso (vacanza a Lampedusa) potrebbe passarci così come altri (occhio: a Margherita di Savoia ci sarà Licia Ronzulli, originaria di questo paese, mentre il suo sodale forzista Mulè sorvolerà i cieli del Tirreno con il suo aeroplanino) anche perché molti di loro sono attesi da quelle parti, a Ceglie Messapica, nel brindisino, per la kermesse dal 26 al 28 agosto allestita dal giornale online Affaritaliani e dedicata ai primi 9 mesi del governo Meloni.
Il Salento è un must, non eccedere nell’abbiocco, darsi un contegno da destra istituzionale (Macron docet solo in questo e rigorosa damnatio memoriae sul Papeete versione mojto, ora Salvini è quasi in modalità estate in blazer da ministro del fare) anche sotto la canicola: ecco i tre ingredienti dell’agosto nel segno del post-berlusconismo, che comunque resta nel cuore e nella leggenda: vi ricordare quando Bossi si presentò in canotta a Porto Rotondo? E la bandana di Silvio con Blair? Si potrebbe non finirla più con i ricordi. Ma bando alla nostalgia, ed evviva l’understatement.
Mario Ajello