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 2023  luglio 30 Domenica calendario

Intervista ad António Guterres


NEW YORK
“Stiamo vivendo nel mese più caldo mai registrato nella storia umana», ma sarebbe ancora possibile frenarel’aumento delle temperature, se tagliassimo «le emissioni di carbonio del 45 per cento entro il 2030». L’uscita della Russia dall’accordo sul grano è un atto vergognoso che minaccia la sopravvivenza di milioni di persone, ma «non interromperò i miei sforzi per facilitare l’accesso ai mercati di prodotti alimentari e fertilizzanti».
Riscaldamento globale e crisi alimentare accelerano le migrazioni, perciò l’Italia non può essere lasciata sola ed «è fondamentale che vi sia un’azione coordinata all’interno dell’Unione europea». In Libia bisogna tenere le elezioni, perché «in mancanza di questo c’è il rischio che possa innescarsi una nuova crisi».
L’intelligenza artificiale può aiutare ad affrontare molti di questi problemi, ma va regolata, e quindi «accolgo con favore le richieste di alcuni Stati membri per la creazione di una nuova entità delle Nazioni Unite per governare questa straordinaria tecnologia». Sono molti gli spunti e le notizie offerte dal segretario generale dell’Onu António Guterres, in questa intervista esclusiva concessa aRepubblica, per fare il bilancio della partecipazione al Food Systems Summit +2 di Roma.
Q uali sono le azioni più urgenti per la crisi alimentare?
«Voglio ringraziare il governo italiano per il grande sostegno. Il
Food Systems Summit di due anni fa ha contribuito a puntare i riflettori su una verità fondamentale: i sistemi alimentari globali sono in crisi e miliardi di persone ne pagano il prezzo. I paesi hanno presentato percorsi sulla trasformazione e condiviso i progressi. Ma dobbiamo fare molto di più, molto più velocemente. Questa urgenza si è riflessa nel mio invito all’azione, costruito attorno a sei obiettivi chiave. Dall’integrazione delle strategie dei sistemi alimentari nelle politiche nazionali, all’istituzione di una governance che riunisca i settori pubblico e privato, le comunità e la società civile. Dobbiamo garantire finanziamenti accessibili a lungo termine. Ciò include la realizzazione dell’ SDG Stimulus e la progettazione di soluzioni per il debito, anche attraverso la riforma dell’architettura finanziaria internazionale e il rafforzamento delle banche multilaterali di sviluppo».
Il cambiamento climatico sta compromettendo la sicurezza alimentare ovunque, minacciando la sopravvivenza di milioni di persone. Quali sono i passi più urgenti?
«La sua analisi è corretta. Stiamo vivendo nel mese più caldo mai registrato nella storia umana. Gli italiani soffrono una storica ondata di caldo a cui, nei miei due giorni a Roma, ho assistito in prima persona. Quindi cosa facciamo? In primo luogo, i leader devono guidare. Sia nel governo che nel settore privato, abbiamo bisogno di agire ora.
Limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius è ancora possibile, ma richiederà una riduzione delle emissioni di carbonio del 45% entro il 2030. Per raggiungere questo obiettivo, ho proposto un Climate Solidariety Pact, nel quale tutti igrandi emettitori di gas faranno sforzi extra per tagliare le emissioni, e i paesi più ricchi aiuteranno le economie emergenti a farlo. E ho proposto una Acceleration Agendaper rilanciare questi sforzi. Ma la trasformazione dei sistemi alimentari è fondamentale anche per porre fine alla guerra insensata contro il nostro pianeta».
È ancora possibile coinvolgere l’Onu per fermare la guerra in Ucraina, o mantenere aperte le esportazioni di cereali, e come?
«Deploro profondamente la decisione della Federazione Russa di porre fine all’attuazione dellaBlack Sea Initiative e sono profondamente deluso dal fatto che
le mie proposte siano rimaste inascoltate. Nell’arco di 12 mesi, la
Black Sea Initiative ha consentito l’esportazione sicura di quasi 33 milioni di tonnellate di cibo dai porti ucraini del Mar Nero verso 45 paesi, a bordo di oltre 1.000 navi. IlMemorandum of Understanding ha sostenuto l’aumento dei volumi di prodotti agricoli russi sui mercati globali.
È chiaro che togliere milioni e milioni di tonnellate di grano porta prezzi più alti. Questi aumenti saranno pagati da tutti, in particolare dai Paesi in via di sviluppo e dalle persone vulnerabili, ma anche da quelli sviluppati. Non interromperò i miei sforzi perfacilitare l’accesso senza ostacoli ai mercati globali di prodotti alimentari e fertilizzanti di Ucraina e Federazione Russa. Andremo avanti con determinazione con tutti i nostri c ontatti, tutte le parti Turchia, Ucraina, Russia e altri paesi rilevanti dal punto di vista del mercato globale – per rifondare laBlack Sea Initiative.Anche se non c’è nulla che mi dia molto ottimismo sulla rapida conclusione del conflitto, continueremo a cercare di essere utili, offrendo piattaforme di dialogo per ridurre al minimo la sofferenza delle persone».
L’insicurezza alimentare ha gravi effetti nell’Africasettentrionale e sub-sahariana, dove è appena scoppiata la crisi del Niger, aumentando le migrazioni verso l’Europa e le opportunità per gruppi terroristici e mercenari come Wagner nella regione. Cosa si dovrebbe fare ora per aiutare questa gente?
«Molte comunità sono a un passo dalla carestia, e questo quadro terribile è diventato più cupo con la fine della Black Sea Initiative da parte della Russia. Rimango impegnato a facilitare l’accesso senza ostacoli ai mercati globali di prodotti alimentari e fertilizzanti sia dall’Ucraina che dalla Federazione Russa e a garantire la sicurezza alimentare che ognipersona merita. Più in generale, dobbiamo trovare nuovi modi per investire in sistemi alimentari che raggiungano ogni persona.
Affamare i sistemi alimentari di investimenti significa affamare le persone. A Roma, ho esortato i governi a rispondere alla nostra richiesta dello SDG Stimulus, per aumentare i finanziamenti a lungo termine accessibili per i paesi bisognosi di almeno 500 miliardi di dollari all’anno».
Il governo italiano ha adottato lo stato di emergenza per limitare le migrazioni. Ritiene sia l’approccio più efficace e giusto?
«Ho avuto una discussione molto positiva e seria col primo ministro italiano su questo tema e abbiamo convenuto che nessun Paese da solo può affrontare una simile sfida umanitaria. Non può essere solo un problema italiano. È fondamentale che vi sia un’azione coordinata all’interno dell’Unione europea. I membri devono lavorare insieme per limitare le cause profonde delle migrazioni irregolari e migliorare i vantaggi di una migrazione regolare e ben gestita per i paesi di destinazione e per i migranti stessi.
Le rotte nel Mediterraneo, e altrove, sono in mano ai trafficanti di esseri umani. Ciò non può reggere, poiché le tragiche conseguenze sono evidenti. Dobbiamo investire in modo massiccio e globale per affrontare i fattori trainanti delle migrazioni forzate: clima, insicurezza alimentare, governance e altri. È essenziale offrire opportunità affinché le persone possano vivere dignitosamente nei propri paesi».
Quando sarà possibile tenere le elezioni in Libia?
«Io e la presidente del Consiglio abbiamo discusso a fondo la questione. Il popolo libico ha espresso il forte desiderio di elezioni libere, credibili e democratiche, ed è ora che i suoi leader ascoltino. Il successo richiede non solo un quadro giuridico, ma anche un accordo politico che assicuri l’adesione e l’inclusione di tutte le principali parti. Il mio rappresentante speciale per la Libia, Abdoulaye Bathily, si è impegnato con un’ampia gamma di parti interessate libiche. I restanti punti controversi vanno affrontati attraverso un approccio costruttivo e inclusivo per garantire l’adesione di tutti. In mancanza di questo, c’è il rischio che possa innescarsi una nuova crisi».
Vede l’intelligenza artificiale come uno strumento per risolvere alcuni di questi problemi, o una minaccia alla nostra sicurezza?
«È chiaro che l’AI avrà un impatto su ogni area della nostra vita. Può potenziare lo sviluppo globale, dal monitoraggio della crisi climatica ai progressi nella ricerca medica, i diritti umani, la salute e l’istruzione. Vene utilizzata per pace e sicurezza dall’Onu, ma può anche essere usata da terroristi, criminali o persino stati, per causare morte, distruzione e danni psicologici su scala inimmaginabile. Accolgo con favore le richieste di alcuni Stati membri per la creazione di una nuova entità delle Nazioni Unite per governare questa straordinaria tecnologia, ispirata a modelli come l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, l’Icao o l’Ipcc.
Come primo passo, sto convocando un comitato consultivo multilaterale di alto livello che riferirà sulle opzioni per la governance globale dell’AI entro fine anno».