il Fatto Quotidiano, 28 luglio 2023
Boom di ascolti per il programma su brufoli e pus
Chi ama le esplosioni cutanee fin dall’adolescenza magari non farà il dermatologo da grande, ma di certo finirà per guardare uno dei docureality di Real Time sul tema. Fra i più immaginifici, se non altro per il nome che porta, c’è La Clinica del Pus, trasmesso lunedì sul canale 31 con uno share alquanto inquietante: 7,2%, ovvero il programma più visto nella seconda serata, coi telefilm estivi di Rai1 e Canale 5 che si fermano al 5,5 e al 6,2%. La premessa che ha portato questi 318mila spettatori a sedersi davanti alla tv è abbastanza semplice: quattro medici specializzati dovranno affrontare le peggiori infezioni alla pelle di alcuni digraziatissimi pazienti. C’è la signora con un lipoma grosso quanto una palla da tennis, il signore con una serie di cisti contagiose sul cuoio capelluto, o quell’altro che sulla spalla ne ha una così grossa, di cisti, da alterarne la deambulazione. La sensazione catartica che alcuni provano nel vedere il pus eruttare dalla pelle, qui si trasforma in specie di solidarietà nei confronti del poveretto di turno. La Clinica del Pus è la versione per adulti di Dr. Pimple Popper, la dottoressa che sempre su Real Time fa esplodere brufoli di ogni tipo; il suo vero nome è Sandra Lee, e com’è ormai consuetudine, prima di arrivare in tv si è fatta conoscere coi propri canali, miliardi di visualizzazioni su Instagram e Youtube. Far gavetta sui social è ormai la prassi, ma anche il miglior modo per diventare un meme e andare di conseguenza virali, qualcosa che la televisione agogna dall’arrivo del web 3.0. Allo scorso Sanremo, Chiara Ferragni ha esibito il vestito con la scritta “Pensati libera” col preciso obiettivo di diventare un meme, più che lanciare il proprio messaggio di femminismo plasticoso, e alla Rai andava benissimo: ascolti alti come al solito, e una quantità di meme (cioè interazioni) incalcolabile. L’arte memetica si esalta e propaga però quando c’è il vero trash di mezzo. L’ultima puntata di Temptation Island, reality show di amori e corna in onda il lunedì su Canale 5, ha registrato più di 3 milioni di spettatori e il 26% di share, e la stessa sera era in cima ai trend di Twitter Italia. Le persone guardano la tv e poi la commentano sui social; e se la tv è spazzatura, tanto meglio: vuol dire che ci saranno più meme (e interazioni). Non proprio quello che il sociologo Henry Jenkins intendeva con “cultura convergente”, ma vabbè.