ItaliaOggi, 28 luglio 2023
All’asta un dinosauro di 85 milioni di anni fa
Horus è il dinosauro dio dei cieli in asta da Sotheby’s per un valore che oscilla tra i 4 e i 6 milioni di dollari. Lo scheletro di Pteranodon è stato rinvenuto nel 2002 su un terreno privato nella Smoky Hill Chalk della Formazione Niobrara, che si trova nella contea di Logan, in Kansas (Usa).Il dinosauro, considerato il dio dei cieli come il T-rex era il dio della terra, risale al periodo del Tardo Cretaceo, circa 85 milioni di anni fa, e conta un’apertura alare di oltre 6 metri e un corpo di quasi 3 metri. Si contano quasi 107 ossa fossili, tra cui quasi tutte le ossa di un’ala, gambe e piedi, bacino, un set quasi completo di vertebre cervicali, mandibola parziale e aree del cranio. Le ossa che non sono state trovate nel sito di scavo sono state sostituite con elementi stampati in 3D ad alta risoluzione, principalmente specchiati dal campione stesso. Quasi tutte le ossa fossili originali rimangono essenzialmente non restaurate, il che significa che il riempitivo artificiale non è stato utilizzato per sostituire le sezioni ossee mancanti, «particolarmente ideale per lo studio scientifico e la trasparenza dell’autenticità», spiegano dalla casa d’aste. L’unica eccezione è il cranio, poiché «era necessario un restauro 3D per una visualizzazione accurata ed estetica». A giudicare dalle dimensioni complessive, si può determinare che lo scheletro apparteneva a un individuo adulto maschio. Insieme allo scheletro viene fornito un pezzo di roccia originale proveniente dal sito di scavo e diversi piccoli frammenti ossei rimasti smontati.
Esistono due specie di Pteranodon, morfologicamente quasi identiche ad eccezione della forma della cresta cranica; sono separati dal tempo geologico, con la specie più antica, Pteranodon sternbergi, che si presentava con una cresta più verticale, e il suo successore stratigrafico, Pteranodon longiceps, ha sviluppato una cresta più sporgente all’indietro. In base alla sua posizione stratigrafica, è stato determinato che Horus appartiene a questa seconda categoria. I paleontologi ipotizzano che le enormi ali di Pteranodon lo rendessero capace di volare per lunghe distanze e che si nutrisse tipicamente in mare aperto, spesso a centinaia di miglia dalla costa. Gli scheletri di Pteranodon ben conservati sono molto rari. Come negli uccelli, lo Pteranodonte era costituito da ossa cave e sottili ideali per il volo leggero, ma non ideali per la fossilizzazione. Le loro ossa fossili, infatti, si trovano sempre compresse con alcune sezioni anche sottili quasi quanto un foglio di carta. Le ossa di Pteranodon, quindi, spesso si frantumano o si deteriorano prima di essere conservate e, anche se fossilizzate, vengono erose se esposte agli elementi esterni. Inoltre si danneggiano facilmente durante l’estrazione e la preparazione per lo studio o l’esposizione.