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 2023  luglio 28 Venerdì calendario

Sta per chiudere “ND”, il quotidiano comunista della Ddr

Sta per morire “ND”, e la testata dirà poco o niente ai tedeschi che non siano di Berlino, e abbiano una certa età. Ormai restavano solo le iniziali di Neues Deutschland, la nuova Germania, quella che era L’Unità della scomparsa Germania Est, il giornale ufficiale della Sed, il partito comunista. Il giornale del Pc è appena riapparso nelle edicole ma ha ben poco a che fare con quello che era stato fondato da Gramsci.
Neues Deutschland, nato tre anni prima della Ddr (la Germania dell’Est che era sotto il dominio comunista), nel 1946, quando le regioni dell’Est, erano il territorio occupato dall?Armata Rossa, ha cercato di resistere alla fine della Ddr, e alla riunificazione, ma i lettori sono andati diminuendo anche per ragioni di età. Prima della caduta del Muro, quasi 34 anni fa, il nove novembre dell?89, vendeva un milione e 200mila copie, su 17 milioni di abitanti, in proporzione un quotidiano italiano dovrebbe vendere oltre quattro milioni. La sua lettura era obbligatoria per gli iscritti al partito, o il suo abbonamento. Non credo che tutti leggessero le sue pagine grigie stampate in linee fitte, quasi sempre senza foto.
Era una sorta di Gazzetta Ufficiale con il compito di rendere note le decisioni del Comitato centrale. La redazione era in contatto permanente con il vertice del partito e con il Ministero per la Staatssicherheit, cioè con la Stasi, il servizio segreto per il controllo interno. Ma cosa volessero e pensassero i capi era già noto. Il giornale non pubblicò mai una notizia esclusiva, nemmeno che riguardasse il mondo capitalista, o uno dei paesi fratelli nell?impero sovietico, tanto meno una notizia sul Cremlino. Quando nell’agosto del 1961, a Berlino venne eretto il Muro, il giornale scrisse che era una reazione alla minaccia occidentale, e con il giornale vennero distribuiti anche volantini da diffondere alla popolazione. I giornalisti erano funzionari del partito, e la loro fedeltà era assoluta: quando nel giugno 1953, dopo la rivolta dei berlinesi dell’est, il direttore Rudolf Hermstadt scrisse un editoriale chiedendo le dimissioni di Walter Ulbricht, il capo della Ddr, venne espulso dalla Sed. Credo che meriterebbe di essere ricordato per il coraggio nella storia del giornalismo.
Io ho comprato Neues Deutschland qualche volta mentre mi aggiravo per la Germania al di là del Muro, ma per disperazione, ero rimasto senza niente da leggere. Per me la lettura è come una droga, devo avere la mia dose quotidiana, e leggo quel che trovo. Oggi le copie vendute di “ND” sono per l’esattezza 17 mila 612, e 21 mila 802 al sabato, nel primo trimestre di quest’anno gli abbonati erano 12 mila 309, di cui 2 mila 569 all’edizione online. Cifre che dimostrano un’ostinata e ammirevole fedeltà alla carta, il che fa lievitare i costi aziendali, Presumo che i lettori siano sopravvissuti alla storia, malati di nostalgia. E non bastano. Se l’ultimo anno si è chiuso con una perdita di 600mila euro, l’otto per cento del fatturato. Oggi i costi sono aumentati del 25 % in un anno, i redattori non ricevono aumenti da sette anni, e ricevono il 60 % della paga sindacale.
È stata lanciata una sottoscrizione per evitare la fine, ma i lettori sono in maggioranza pensionati che hanno poco da offrire. Dal primo agosto l’edizione in carta sparirà delle edicole, e verrà inviata solo agli abbonati superstiti. Continuerà a restare in vendita nell’edizione cartacea Die Woche, in pratica un settimanale, l’edizione del week-end, con servizi e interviste.
Ricordo quando ero agli inizi redattore agli esteri alla Stampa, l’affanno per chiudere in tempo la prima edizione entro le 23, pochi minuti di ritardo e si perdevano i treni per Roma. Altri tempi. Neues Deutschland non aveva concorrenti, e la puntualità non era un obbligo.
Prima di venire stampato e distribuito, una copia campione veniva portata da una staffetta a Erich Honecker, il capo del regime, che era un uomo all’antica, voleva leggere su carta, non si accontentava di un fax. E se era fuori Berlino, impegnato in una partita di caccia al cervo, un redattore lo raggiungeva ovunque fosse.
Uno dei suoi ultimi direttori fu Günter Schabowski, che tenne la storica conferenza stampa il 9 novembre dell?89, si confuse e annunciò per sbaglio l’apertura del Muro.