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 2023  luglio 28 Venerdì calendario

Caro lago di Como

Due turisti colombiani passeggiano annoiati in piazza San Fedele, fra le case medievali e la basilica romanica del centro storico di Como. La loro guida, all’ennesimo segnale di disinteresse, prova ad andare a fondo della questione. «Continuavano a sbuffare e ho chiesto cosa si aspettassero di vedere – racconta Alessandra Fasola dell’associazione Mondo Turistico –. Credevano di aver prenotato un tour per una località chiamata #LakeComo, scritto proprio con l’hashtag incorporato, e mi hanno mostrato il profilo Instagram di una influencer sudamericana che aveva scattato foto in vari punti del lago, senza però precisare che si trattava di luoghi distanti uno dall’altro. Ormai succede sempre più spesso: molti arrivano attirati dai social, senza informazioni, con aspettative irrealistiche e idee confuse su quello che davvero vogliono fare. Qualcuno chiede il giro del lago a piedi, sono 160 km, è impossibile! Si presentano confusi, partono delusi: gestirli e offrire loro un’esperienza di qualità sta diventando difficile».
«Oggi tutti vogliono il lago, ha un aspetto glamour e festaiolo – conferma il wedding planner Enzo Miccio –. E come sempre più un posto diventa esclusivo, più tutti vogliono andarci».
Sovraffollamento da influencer e del loro indotto: il safari dei selfie. L’overtourism, passati gli anni duri del Covid e dopo aver messo in ginocchio Venezia e Firenze, sta contagiando anche il resto d’Italia. A #LakeComo, dove i Ferragnez hanno appena acquistato la loro nuova villa deluxe con piscina a sfioro e attracco per il motoscafo “Il Raviolo”, gli elementi del mix esplosivo ci sono già tutti: un territorio stretto fra l’acqua e le montagne, l’aumento esponenziale delle case vacanza e degli appartamenti in affitto su Airbnb, un sistema di trasporti pubblici inadeguato a gestire numeri sempre più grandi, locali affollati e prezzi delle pizze Margherita e degli spritz che cominciano a diventare proibitivi.
Una passeggiata mattutina a Moltrasio, dove una volta viveva Gianni Versace, rende bene l’idea. «Com’è possibile pagare a pranzo 58 euro per due pastasciutte collose, un calice di vino e un caffè in un posto dove solo l’anno scorso in due spendevamo massimo 35 euro?» si chiede Valentina, che sul lago ci vive e ci lavora tutto l’anno. «Ieri sera siamo stati seduti venti minuti ad aspettare che ci prendessero l’ordine – si lamenta Rebecca Chang, originaria di Taiwan, seduta davanti a un cappuccino al bar La Vecchina –. Dopo abbiamo atteso un’altra mezz’ora i nostri piatti finché ci siamo alzati e ce ne siamo andati senza mangiare. Per dormire, invece, abbiamo preso un trilocale a 450 euro. Era bello e pulito, ed era pure fra i meno costosi». Per non parlare della turista australiana che, pochi giorni fa, ha denunciato di aver speso 30 euro per due chilometri in taxi. «Ho noleggiato l’auto ma arrivare a Menaggio è stata un’avventura e poi l’ho lasciata ferma in hotel» dice Carina van den Berg, svedese, in attesa fiduciosa davanti all’imbarcadero con il figlio. «Il sito della navigazione è vintage e non permette l’acquisto di tutti i ticket – spiega un pendolare –. Quando ai problemi tecnologici si sommano le riparazioni degli aliscafi restiamo tutti a terra. Ho visto scene incredibili». Isabella, la studentessa che lavora all’infopoint proprio accanto al pontile, sembra la versione lariana del povero Malaussène di Pennac: finisce per fare il capro espiatorio.
La gente del posto, ormai, è divisa in due fazioni: chi non sopporta l’orda disordinata che prosegue ininterrotta da maggio senza se e senza ma e chi, lavorando con i turisti, teme soprattutto l’effetto boomerang delle recensioni negative sulle prossime stagioni. «Ieri il bus C30 che percorre la Lariana come al solito era ridotto a un carro bestiame – spiega Giusi Lucini, un’altra guida –. Mi hanno fatto salire a Blevio solo perché ho mostrato il tesserino. Dovrebbe fermarsi in ogni paese ma ormai parte pieno a Como e va dritto fino a Bellagio perché tanto non ci starebbe nessun altro. Ci vorrebbero linee riservate per i residenti». Sulla Regina, la strada che costeggia il lato occidentale del ramo comasco, dal 4 giugno i bus turistici possono procedere solo in direzione Nord, perché altrimenti il traffico si paralizza. Fra Menaggio e Argegno, inoltre, hanno appena inaugurato una navetta gratuita serale. Palliativi. Il parcheggio selvaggio ha raggiunto livelli tali che domenica scorsa a Laglio, dove George Clooney dicono voglia ormai affittare la sua magione L’Oleandra per 30 mila euro al giorno, il sindaco è andato di persona ad appiccicare le multe sui parabrezza. A Bellagio, il borgo da cartolina che può vantare una copia formato casinò a Las Vegas, le code per mangiare un gelato o per aspettare un battello durano ore. Stanno pensando di regolamentare gli accessi, ma nessuno sa davvero come si potrebbe fare. Non va meglio a Onno, sponda lecchese, dove il sindaco ha dovuto fare un’ordinanza per chiudere il cimitero nel fine settimana: la spiaggetta è vicina e molti usavano la fontanella accanto alle tombe per sciacquarsi dopo una giornata al sole. Perfino a Como le code si allungano davanti alla funicolare. E l’elenco potrebbe proseguire.
Claudio Corbella è il primo cittadino di Pognana Lario. Che poi sarebbe il comune da cui i Ferragnez hanno lanciato la loro ultima story immobiliare su Instagram. Non ha ancora avuto il piacere di conoscere i due nuovi “cittadini”, però una sua idea sull’effetto influencer già ce l’ha: «Il turismo porta lavoro e sviluppo, è un bene anche se presenta qualche inconveniente – dice –. L’unica cosa a cui bisogna stare davvero attenti per non snaturare i nostri borghi è il rapporto turisti-residenti». Pognana Lario ce la metterà tutta. Ma cosa faranno a #LakeComo? —