la Repubblica, 28 luglio 2023
Napoli, il sindaco risponde a Le Monde
NAPOLI – Potranno mai “cuoppi fritti” e case vacanze, che spuntano a gogo, scalzare pizza e mandolino nella narrazione di Napoli nel mondo? Al sindaco Gaetano Manfredi un certo racconto sull’esplosione del turismo all’ombra del Vesuvio, apparso giorni fa sul giornale franceseLe Monde, non è andato giù. E neppure allo scrittore più amato di Napoli, Maurizio De Giovanni. «Non posso accettare – dice l’ex rettore della Federico II, ora primo cittadino – che si dica che era meglio quando in un posto c’erano prostitute e contrabbandieri che non adesso che ci sono le attività commerciali. Questo fa parte di quell’oleografia che ogni tanto riemerge».
Eppure sì, l’inviato Allan Kaval ha fotografato gli effetti della gentrificazione, a partire dai Quartieri Spagnoli “dove fiorivano” un tempo postriboli e si trafficavano Marlboro sotto banco, mentre oggi – scrive il giornalista – “sono saturi di bed&breakfast e negozi di souvenir”. E questo fa sì che “gli abitanti temono di vedere la città diventare una seconda Barcellona”. De Giovanni è altrettanto adirato: «Trovo sorprendente l’articolo diLe Monde, in controtendenza rispetto a come si è pronunciata la stampa estera finora su Napoli: sono stato intervistato in questo senso più volte. Così facendo, Le Monde dimostra di non sapere come è Napoli. E io sfido chiunque a dire che prima d’ora, a partire dal Dopoguerra, la città stava meglio di così. Certo è migliorabile, si deve sorvegliare sull’evoluzione del cambiamento, e soprattutto va tenuta d’occhio la gentrificazione, fenomeno che Napoli condivide con tutte le città d’arte. Che poi, loro se lo pongono il problema di quanti fiorentini di tradizione “sopravvivono” nel centro storico di Firenze?».
Di primo acchito, dopo aver letto l’articolo, il sindaco si era fatto prendere anche da un certo orgoglio partenopeo: «Napoli dà fastidio perché è diventata una grande meta turistica internazionale, questo anti napoletanismo un po’ è motivato dalla concorrenza». Nonostante i rapporti diretti con la Francia: in aprile il sindaco ha visitato la Biblioteca Nazionale a Parigi come modello per il restyling dell’Albergo dei Poveri.
Così ieri il professore, in fascia tricolore da quasi due anni, ha svelato che «dopo la polemica con Le Monde, nei prossimi giorni mi viene a trovare il giornalista». Anche perché Manfredi è il primo a non ignoraregli oltre 8 mila annunci di camere su Airbnb e i 1555 locali raccolti in un fazzoletto di 1,2 chilometri quadrati del centro storico. Tant’è che ieri sindaco e assessore al Commercio, Teresa Armato, hanno proclamato lo stop alle licenze di bar, ristoranti, friggitorie e “spritzerie” in 62 strade. Per tre anni. «Non è un atto contro il commercio – spiega Manfredi – ma dobbiamo tutelare la nostra identità, o perdiamo l’anima e pure i turisti». Per poi ammettere: «Nelle città vive il 50 per cento della popolazione mondiale. Sono evidenti i problemi di gestione dell’eccessivosviluppo turistico. Il tema dell’equilibrio, da un punto di vista sociale, ambientale e dei servizi, è la sfida del futuro». Ma Napoli ha smarrito la sua anima per l’autore del commissario Ricciardi? «Dire che stia perdendo la propria identità mi pare esagerato – ribatte De Giovanni – Anzi, l’attenzione internazionale attraverso il turismo contribuisce alla sua conservazione, e infatti la gente viene a vedere proprio quello. Bene fa il sindaco a porre attenzione a queste evoluzioni con norme specifiche che non credo abbiano precedenti altrove».