Corriere della Sera, 28 luglio 2023
Via Palestro, 30 anni dalla strage: «Ancora molto da scrivere»
«Libertà e democrazia vanno continua-mente difese, giorno dopo giorno. Fu un piano eversivo che è stato sconfitto». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato nel giorno del trentennale gli attentati mafiosi del 27 e il 28 luglio 1993. In via Palestro, a Milano, cinque persone (i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l’agente di polizia municipale Alessandro Ferrari e il senzatetto marocchino Moussafir Driss) morirono per un’autobomba. A Roma, invece, le esplosioni a San Giovanni in Laterano e alla chiesa di San Giorgio al Velabro, fecero dieci feriti e ingenti danni al patrimonio artistico e culturale. «Combattere la mafia è la questione morale che orienta l’azione quotidiana del governo – ha detto la premier Giorgia Meloni – è la bussola che guida il nostro lavoro. In questi trent’anni la Nazione ha maturato la consapevolezza che le mafie possono essere sconfitte. Una consapevolezza che lo Stato e le istituzioni hanno saputo declinare in un corpo di strumenti giuridici, tecnici e operativi che hanno reso l’Italia un modello a livello internazionale». La commemorazione è avvenuta presso il Padiglione di arte contemporanea proprio in via Palestro. «Quella bomba posizionata davanti ad un simbolo di ricchezza culturale ci ha colpito al cuore ma non ci ha abbattuto. Non ci ha abbat-tuto nemmeno in quelle ore di paura e smarrimento che ci hanno fatto rivivere le stragi di Capaci e via D’Amelio», ha sottolineato il sindaco Giuseppe Sala. Presente alla cerimonia anche il procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, che ha ricordato come quella sulle stragi «è una memoria ancora dolente e incompiu-ta, per quanto possa apparire chiara la traccia degli scenari comuni a molti dei delitti che hanno insanguinato il cammino dell’Italia repubb-licana». Anche il suo prede-cessore, e oggi deputato M5S, Federico Cafiero De Raho, ha insistito sulla ricerca della verità che non deve fermarsi: «C’è molto da scrivere sulle stragi del 1993, ancora oggi emergono molti elementi che ci impongono di approfondire». Dello stesso tono l’appello dei parenti delle vittime. Com-memorazioni anche a Roma con una targa e una fiacco-lata. «Con questa giornata di memoria – ha spiegato il sindaco, Roberto Gualtieri – vogliamo onorare le vittime, tutti coloro che si sono ribellati a questa vio-lenza criminale e tutti coloro che si sono battuti e ancora oggi combattono contro le mafie e per la legalità».