la Repubblica, 27 luglio 2023
L’intimacy coordinator per “correggere” i baci sul set
Dimenticate imbarazzi e comportamenti sessualmente inopportuni sul set: c’è l’intimacy coordinator (o consulente di intimità) che vigila su tutto. In molte produzioni (da Bridgerton aSex Education ) è una presenza costante alla quale gli attori si affidano per coreografare le scene di sesso ma non solo. Anche in Italia si è creata una professionalità specifica per le sequenze più delicate e la Fondazione Anica Academy del cinema, dell’audiovisivo e del digitale – ETS, insieme a Sky Italia che è partner e sponsor dell’iniziativa, lancia il primo corso italiano. «Con i nostri fondatori (Netflix in primis, Anica, Medusa, Rai, Paramount, Vision Distribution e Gaumont) è emersa la necessità di formare nuovi professionisti – spiega il direttore dell’Academy, Sergio Del Prete – si tratta di una figura che in Italia viene sempre più richiesta, soprattutto nei progetti internazionali».
Luisa Lazzaro, membro della Commissione scientifica del corso che tra le ultime esperienze annovera il set della serie tratta da M. il figlio del secolo di Antonio Scurati eSupersex sulla vita di Rocco Siffredi, ha un passato nella danza contemporanea. «Tra l’intimacy coordination e la coreografia c’è un legame stretto: un metodo allo stesso tempo creativo e tecnico che offre un linguaggio per le sequenze con contenuti di intimità. Ita O’Brien, ex ballerina e coreografa, è stata tra le prime che in Inghilterra ha fatto ricerca applicando le norme delle scene d’azione a quelle intime. È lo stesso approccio degli action movie dove i coordinatori si accertano che le sequenze siano credibili e allo stesso tempo sicure».
Un bacio può essere un pugno se l’interprete è molto giovane e non ha mai dato un bacio nella vita reale. «Ogni contesto è diverso: un attore agli esordi ha un approccio totalmente differente da un collega con trent’anni di esperienza. Possono sembrare dettagli, ma è il senso del lavoro, negli anni si è prestata poca attenzione sul set a questi aspetti e l’intimacy coordinator ha proprio lo scopo di offrire una modalità che eviti sorprese, disagi, malesseri».
Un aspetto fondamentale, come conferma Nils Hartmann – EVP Sky Studios Italia e Germania: «La priorità dell’industria cinematografica deve essere proteggere e rispettare la sensibilità e la libertà degli interpreti e dell’intero set, rendendo quindi migliore e più sicuro il lavoro di tutti. In questo campo in Italia siamo solo agli inizi, per Sky non è però una novità, in diverse produzioni internazionalice ne siamo avvalsi, come
We are who we are di Guadagnino eDomina, o come nelle più recenti M., Unwanted, Un’estate fa, L’arte della gioiaeBlocco 181in cui è centrale il poliamore tra i tre protagonisti».
La figura professionale esisteva già prima del 2017, nata in ambito teatrale e poi passata a quello dell’audiovisivo ma con l’esplosione del caso Weinstein ha acquisitomaggiore importanza. «Il ruolo del MeToo è stato anche mettere in luce la necessità di un controllo sul set. Le denunce sono state un campanello d’allarme per l’industria, i sondaggi hanno rivelato quante fossero le persone che hanno subito molestie – spiega Lazzaro – con la consapevolezza è aumentata anche la necessità di stabilire linee guida, le associazioni come Amleta e Unita si sonoimpegnate per stabilire delle regole più chiare per provini pubblici, un traguardo». È tempo che una nuova squadra di intimacy coordinator italiani siano a disposizione delle produzioni. Gli aspiranti devono avere una formazione di base in recitazione, danza, coreografia, stunt, actor coaching e un’ottima conoscenza dell’inglese.