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 2023  luglio 27 Giovedì calendario

Il problema della libertà di menzogna

Chiedo un consiglio a voi lettori. Un signore, non anonimo, ha scritto su Twitter questa frase: “Michele Serra nel 2018 invocava scuole separate per reddito perché dei compagni di classe proletari gli avevano picchiato il figlio”. Frase e autore sono poco significanti: appartengono al flusso ininterrotto di fandonie che gonfiano i social (niente, in quella frase, corrisponde al vero). Anche la mia reputazione, che quel tizio scempia, è ben piccola cosa rispetto ai problemi del mondo. E comunque non dipende da lui.
Il problema della libertà di menzogna, però, è tutt’altro che piccolo. Voglio dire: non riguarda me (chi se ne importa, di me).
Riguarda milioni di persone che a quel pozzo si abbeverano. Come reagire?
Replicare? E come si fa a replicare a un falso? Io poi non sono sui social – troppo alto è il rischio di incrociare fanatici e imbecilli – e dunque non posso fare come il mio valoroso amico Luca Bottura, che risponde punto su punto, da anni.
Querelare? A quasi settant’anni considero un punto d’onore non avere mai querelato nessuno – la pigrizia vince sull’offesa.
La sfida a duello? È illegale. Andare a cercarlo di persona e dirgli: o dimostri, parola per parola, che io ho scritto quello che mi attribuisci, o ti faccio fare il giro dell’isolato a calci nel culo? Bisognerebbe farlo con troppe persone, magari abitano lontano.
Nemmeno so se ho fatto bene a scrivere questa Amaca, che dopotutto ingigantisce uno sputo come se non fosse, a malapena, uno sputo. È anche possibile, detta banalmente, che i bugiardi abbiano vinto. E questo, come potete ben capire, non è un problema mio. È un problema sociale di prima grandezza.