la Repubblica, 27 luglio 2023
L’autopsia di Purgatori
Il tumore primitivo al polmone sarebbe la causa dell’arresto cardiocircolatorio che ha strappato alla vita Andrea Purgatori, giornalista d’inchiesta, sceneggiatore, conduttore televisivo amato e stimatoda spettatori e colleghi. Lo avrebbero appurato, sia pure con le riserve dovute all’incompletezza degli accertamenti post mortem, i consulenti della procura, che ieri pomeriggio hanno eseguito l’autopsia sul corpo di Purgatori, presenti tre colleghi, due in rappresentanza della difesa, uno della parte civile. In tutto sei, tra medici legali, radiologi e anatomopatologi. C’è, per ora, una prima ipotesi che esce dalla ricognizione durante l’autopsia conclusa ieri sera. Si dovrà aspettare il responso di altri esami – istologici, microbiologici, eccetera – per dirimere tutti i dubbi sulle cause del decesso.
C’è chi ha avuto modo di avere tra le mani gli esami diagnostici cui era stato sottoposto il giornalista in vita, e ancora si stropiccia il mento. Dubbi. Tanti. In parte ancora da sciogliere. Sarà un responso difficile. Per ora, pur avvalorata l’ipotesi di una compromissione cardiopolmonare riconducibile al tumore primitivo, restano aperte entrambe le ipotesi sulla causa della morte: metastasi alle meningi o infiammazione infettiva; le tesi, rispettivamente, di Gianfranco Gualdi, radiologo dei Papi, ora indagato con il suo collaboratore Claudio Di Biasi, e di Alessandro Bozzao, anche lui tra gli specialisti di spicco della radiologia italiana. Quello dei periti, insomma, sarà un compito non semplice. Reso ancor più spinoso dal fatto di dover dare ragione all’uno o all’altro, noti e apprezzati non solo dal mondo professionale e da quello accademico. La vicenda chiama in causa un deficit di comunicazione diretta tra i due, per garantire al giornalista le cure migliori. Tant’è, al dolore della famiglia Purgatori si è aggiunto il dubbio che Andrea avrebbe potuto farcela se diagnosi e terapia conseguente fossero state appropriate.
Chi pensava che il quesito posto ai periti dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco e dal sostituto Giorgio Orano («Stabiliscano i consulenti l’epoca, la causa della morte, i mezzi che l’hanno determinata») trovasse una risposta completa e rapida, dovrà rassegnarsi. Occorreranno dai 15 ai 21 giorni per l’esito dell’esame istologico dei tessuti e degli organi prelevati durante l’autopsia. «Potrebbe essere stata disposta – spiega il medico legale Alberto De Lorenzis – anche un’indagine microbiologica per rilevare eventuali agenti patogeni di natura infettiva». Perché, per ora, di infezioni i clinici non hanno riscontri certi.
I consulenti della procura, Luigi Tonino Marsella, Alessandro Mauriello e Michele Treglia sono stati affiancati da Vincenzo Lorenzo Pascali, incaricato dagli avvocati della famiglia Purgatori, Michele e Alessandro Gentiloni Silveri; dall’anatomopatologo Andrea Vecchione e dal medico legale Enrico Marinelli, indicati dal legale che assiste Gualdi, il penalista Fabio Lattanzi. Tutti si incontreranno il 6 settembre per rivalutare le loro deduzioni alla luce dell’esito dell’esame istologico sugli organi e sui tessuti prelevati ieri. Oggi, dalle 15 alle 17, si potrà dare l’ultimo saluto a Purgatori nella camera ardente allestita nella Protomoteca del Campidoglio. I funerali si terranno domani in Santa Maria in Montesanto, la chiesa degli artisti, in piazza del Popolo.