La Stampa, 26 luglio 2023
Salario minimo, un dibattito condizionato dai sondaggi
Quale che sia la provvisoria conclusione del confronto sul salario minimo, domani – e la più probabile è il rinvio, per consentire alla maggioranza di destra-centro di trovare un accordo al suo interno – la vicenda è interessante per le novità che ha introdotto. In un Parlamento ormai da tempo, ben prima di questa legislatura, mitridatizzato, un’opposizione unita, da Calenda al Pd a Conte a Sel, è riuscita a spostare l’agenda del governo. Non si voterà più infatti sulla “cancellazione” della proposta, come inizialmente avrebbe voluto Meloni, ma appunto sul rinvio della discussione. È abbastanza chiaro che la premier punta a capovolgere il quadro, e pur essendo critica sullo strumento (anche ieri in un’intervista a Rtl 102,500 ha confermato le sue perplessità sulla paga minima), ripresentarsi con una proposta che metta in imbarazzo l’opposizione, costringendola a dividersi o a spiegare perché non vota la realizzazione del proprio obiettivo. Ma dopo nove mesi in cui, grazie alle divisioni tra centrosinistra e 5 stelle, il governo ha fatto sempre quel che voleva, questa è la prima volta in cui Meloni ha dovuto, se non far marcia indietro, aggiustare la linea. E il lavoro non è finito, dato che tra Lega, più favorevole al confronto, e Fratelli d’Italia e Forza Italia, permangono forti differenze. Gli oppositori, pronti a ridividersi in vista delle europee, dovrebbero ripensarci e rivalutare le Camere e il lavoro parlamentare come terreno delle proprie iniziative.
Allo stesso modo va tenuto presente che la ragione principale dello spostamento di Meloni sta nei dati dei sondaggi che hanno rivelato la popolarità del salario minimo nell’opinione pubblica, anche di centrodestra. Poiché gli argomenti contrari alla proposta non erano infondati, a cominciare dal rischio, accennato pure da una parte dei sindacati, che il minimo concordato possa comprimere verso il basso la generalità dei salari, c’è stato un evidente problema di comunicazione politica: nel senso che la sinistra è riuscita a far crescere il consenso verso la propria proposta, mentre la destra non è riuscita a spiegare le proprie ragioni. Anche su questo ci sarà da riflettere. —