Corriere della Sera, 25 luglio 2023
La morte di Purgatori: il pm convoca 12 testimoni
ROMA Una decina di convocazioni sono state inviate dalla cancelleria del pm Giorgio Orano agli indirizzi dei medici che hanno avuto in cura Andrea Purgatori. Si deve accertare se ci sia un nesso fra la morte del giornalista e le terapie alle quali è stato sottoposto. Raggiungere una prova certa di un eventuale omicidio colposo è lavoro complesso. Perciò i magistrati hanno incaricato il professor Luigi Marsella del Policlinico di Tor Vergata di rispondere a un quesito ampio e dettagliato che riguarda diagnosi effettuate e cure somministrate. In attesa dei risultati (oggi la Tac mentre un primo referto potrebbe arrivare mercoledì sera ad autopsia eseguita) il pm vuole ricostruire attraverso questi esperti – sentiti in qualità di persone informate sui fatti – gli ultimi due mesi di vita del giornalista. É certo che furono settimane di controlli frenetici nella speranza di smentire la tesi del professor Gianfranco Gualdi, il primo a diagnosticare, alla fine dello scorso aprile, una serie di «metastasi tumorali» che dai polmoni avrebbero raggiunto il cervello.
Gualdi e il suo collaboratore Claudio Di Biasi sono stati iscritti sul registro degli indagati a garanzia delle loro stesse posizioni e su suggerimento del loro difensore, l’avvocato Fabio Lattanzi, hanno nominato come consulente di parte l’anatomopatologo de La Sapienza, Enrico Marinelli.
L’elenco degli esami eseguiti da Purgatori ed enumerati nella denuncia presentata dai figli è lungo e univocamente orientato a confutare la tesi di Gualdi delle metastasi. In effetti una tac effettuata il 10 giugno a Villa Margherita riscontra «solo ischemie e non anche metastasi». Due giorni dopo un altro controllo, stavolta del professor Alessandro Bozzao de La Sapienza, conferma la diagnosi di Villa Margherita e smentisce le metastasi. Un’ulteriore riscontro il 16 giugno, effettuato nuovamente da Bozzao, conforta la tesi delle ischemie. C’è poi il parere richiesto all’Humanitas di Rozzano che ancora una volta contraddice Gualdi e la presenza di metastasi. Che la guerra fra professionisti emeriti di radiologia e oncologia fosse conclamata è rivelato da un altro dettaglio. Un professore di Villa Margherita, l’oncologo Salvo Caponnetto, riferì ai familiari di Purgatori come le differenti letture delle Tac alle quali si sottopose il giornalista sarebbero state dovute a storiche divergenze fra i professori Gualdi e Bozzao.
Oltre a quest’ultimo, sarà poi ascoltato l’oncologo de La Sapienza Luca Marchetti per ricostruire le condizioni del giornalista nell’ultima e più drammatica fase della sua malattia. Affaticato. Debilitato. Preoccupato. Gli stati d’animo dell’autore di «Atlantide» sono descritti nella denuncia della famiglia che, assistita dagli avvocati Alessandro e Michele Gentiloni Silverj, ha ora nominato il professor Vincenzo Pascali affinché assista agli esami autoptici. Intanto i carabinieri del Nas hanno prelevato cinque cartelle cliniche in altrettante strutture della capitale che hanno avuto un ruolo in questa vicenda. A breve una prima informativa sarà depositata in Procura. Al procuratore aggiunto Sergio Colaiocco e al suo sostituto toccherà appurare se vi sia nesso di causalità fra la morte e le terapie seguite da Purgatori. E se, per citare il quesito sottoposto agli esperti, vi siano stati «atti di negligenza o imprudenza e a chi siano addebitabili». Altre due convocazioni riguardano invece i familiari del giornalista, anche loro saranno ascoltati sebbene non immediatamente.