Corriere della Sera, 24 luglio 2023
Padellaro e i meriti di Meloni
ROMA Antonio Padellaro, sul «Fatto Quotidiano» lei ha polemizzato per la mancanza di gratitudine per la liberazione di Patrick Zaki. Ieri però il ricercatore egiziano ha ringraziato pubblicamente il governo italiano...
«Ha ringraziato anche il governo italiano e sono contento che finalmente lo abbia fatto in maniera decisa. Ora vorrei che lo seguissero».
Chi dovrebbe seguirlo?
«Le opposizioni. In questi giorni ho assistito a dei contorcimenti assurdi».
Contorcimenti?
«Sì, pur di non riconoscere il merito della liberazione di Zaki al governo di Giorgia Meloni. Come se riconoscerlo fosse un cedimento, un venir meno ad un’opposizione dura e pura».
Ce l’ha con qualcuno in particolare?
«Penso alla timidezza del Pd».
Timidezza?
«Sì, un modo per dire che non hanno voluto esplicitare il merito evidente del governo. E poi ho notato un certo imbarazzo».
Per cosa si sarebbe imbarazzato il Pd?
«Il Pd si sente depositario di tutto quello che riguarda i diritti umani. Questa volta non sono stati loro a tutelarli. Ecco l’imbarazzo».
Qualcuno del Pd ha detto che la grazia per Zaki era un dovere.
«Appunto. Ma un atteggiamento così non porta da nessuna parte. Io sono il primo ad essere critico nei confronti del governo Meloni, ma quando c’è un merito va riconosciuto. Io sono un utopista».
I dem
si sentono depositari di tutto quello che riguarda
i diritti umani
Questa volta
non sono stati loro
a tutelarli
Qual è la sua utopia?
«Che si possa arrivare a riconoscere i meriti dell’avversario, che questo avvenga sia da destra sia da sinistra. Sarebbe qualcosa che avvicinerebbe gli elettori alla politica, perché nobiliterebbe gli stessi politici. Come succede nello sport».
Pensa che non sarà mai possibile?
«Mai finire di sperare. Però oggi siamo molto lontani da questo. Vorrei raccontare un aneddoto».
Prego.
«Durante la trasmissione di Lilli Gruber su La 7 ho detto a Italo Bocchino che se avesse fatto una critica anche piccola al governo Meloni lo avrei invitato a cena, con la sua signora».
Non siete andati a cena insieme...
«Magari non aveva voglia di sedersi a tavola con me. Io comunque sono diventato intollerante alla faziosità».
E il comportamento del Pd sul caso Zaki le è sembrato fazioso?
«Mi è sembrato l’atteggiamento del “partito del partito preso”».
Qualcuno ha detto che la grazia a Zaki è stata barattata con la verità su Giulio Regeni.
«Io non ci credo. E invece penso che dire un grazie deciso al governo Meloni sarebbe un modo per creare un clima di serenità per andare avanti proprio per l’ottenimento della verità su Regeni».