Corriere della Sera, 24 luglio 2023
Biografia di Alberto Nuñez Feijóo
Quando le luci delle telecamere si sono spente, al termine del duello tv fra Alberto Nuñez Feijóo e Pedro Sánchez, il 10 luglio scorso, la Spagna ha «scoperto» il presidente del Partito popolare. Serio, composto, la voce pacata, il Galiziano ha sfoderato l’atteggiamento di un padre di famiglia che sistema i guai dei figli adolescenti. Il leader socialista sembrava un giovane sfidante, riottoso e molto teso, più che un capo di governo in carica. Sulla difensiva, quindi perdente.
Feijóo è «il maratoneta», il leader paziente e moderato, l’aggiustatutto del Pp. Oltre che l’appassionato collezionista di macchinine giocattolo (conserva ancora quelle che gli regalarono da bambino). L’uomo che ha trasformato la parola «sanchismo» nell’arma più potente contro l’avversario. Per molti, è l’erede di Manuel Fraga, galiziano come lui, già ministro dell’era franchista e poi padre della Costituzione democratica del 1978. Pochi sanno che, in realtà, il giovane Feijóo, classe 1961, votava per il gran rivale di Fraga, il socialista Felipe González. E che solo a 40 anni s’è affiliato al Pp.
Oggi è il debuttante di maggior successo della politica nazionale in Spagna. Ormai famoso in patria, quasi sconosciuto all’estero, è stato eletto presidente del Pp soltanto l’anno scorso. Il suo primo termometro elettorale è stato due mesi fa, alle municipali e regionali in cui ha tolto gran parte del potere territoriale al Psoe. «Inizia una nuova tappa in Spagna», ha detto trionfante la sera del 28 maggio.
Era lui il predestinato a guidare il Pp già nel 2018, quando la Mani pulite spagnola travolse il governo di Mariano Rajoy. Ma il 18 giugno di quell’anno, il Governatore tutto d’un pezzo, forte di quattro vittorie con maggioranza assoluta nella sua Galizia, fece un passo indietro, inaspettato. Con voce tremante, annunciò di ritirarsi dalla battaglia per restare a capo della Xunta. Fu probabilmente il partito a chiederglielo. Gli stessi dirigenti che quattro anni dopo lo hanno supplicato di tornare a Madrid per tentare il miracolo che gli era riuscito in Galizia: vincere e tener fuori dal governo la destra di Vox. E se il miracolo è impossibile, trattare fino all’ultimo respiro.
Il suo punto debole è una foto del 1995 che lo ritrae sullo yacht del narco-trafficante galiziano Marcial Dorado. «Adesso è più facile sapere le cose, c’è Internet, Google. Allora si sapeva solo che era un contrabbandiere», ha detto Feijóo nei giorni scorsi. Difesa poco felice, ma per ora è bastata. Riservato e schivo, della sua vita privata non si sa molto. Nato in una famiglia di umili origini nel piccolo paese di Os Peares, a soli 11 anni Alberto fu spedito dal padre – si dice per volere della nonna Eladia – a studiare in un collegio a Leon, 250 chilometri da casa. Era un bambino obbediente, non particolarmente brillante, raccontano gli ex compagni di scuola. Ha studiato sodo fino alla laurea in Legge. Voleva diventare giudice ma, quando il padre venne licenziato, rinunciò al sogno e si fece assumere come funzionario in Galizia. La neonata Comunità autonoma è stata la sua scuola di gestione pubblica e di politica. Fino ad essere nominato, dal governo di José Maria Aznar alla direzione di Correos, le Poste spagnole. Il resto è storia recente. Nel 2006 è succeduto a Fraga alla guida del Pp galiziano, tre anni dopo è diventato presidente della Xunta, carica che ha tenuto per 13 anni alzando un muro potente per bloccare le ambizioni di Vox in Galizia. Un muro che ha cominciato a sgretolarsi solo dal suo arrivo a Madrid: Feijóo ha rotto il tabù che escludeva il partito di Abascal prima in Castilla y León e, da poco, nella Comunità Valenciana e in Estremadura. Ora, si vedrà.
Uomo non bello quanto Sánchez, ha conquistato improvviso fascino grazie al make-up elettorale. Unici amori conosciuti, l’attuale compagna Eva Cárdenas, ex direttrice di Zara Home, e il figlio di 5 anni. «Diventare padre a 55 anni è stata la cosa più bella della mia vita».