La Stampa, 23 luglio 2023
Gli sconnessi
Ortensie, ciliegi, cielo. Una curva, un’altra ancora. Mancano 5 chilometri all’arrivo. Ed è a questo punto che succede: la radio inizia a friggere, il navigatore smette di funzionare, ancora una salita e il telefono si scollega. Crolla l’antenna, finisce il campo: non c’è più rete. È come stare su un aereo, ma questa è terra. Terra fuori dal mondo. Alta Val Borbera, al confine fra la provincia di Alessandria e la Liguria.«Che meraviglia!», dice il forestiero. Perché la prima cosa che vedi è quello che sulla strada per Berga non c’è. Non c’è la rabbia che pervade l’anno 2023, non c’è l’odio dei vacanzieri imbottigliati, non ci sono grida e discorsi privati fatti in pubblico. Non c’è fretta, non c’è pressione. È un pezzo di’Italia rimasto al 1983, e poi spiegheremo perché precisamente a quella data. Ma solo un forestiero può permettersi questi pensieri compiaciuti. «Perché essere scollegati è bello quando uno lo sceglie, non quando uno lo subisce».Ha ragione il sindaco di Carrega Ligure, Luca Silvestri. Queste frazioni sono scollegate perché sono così poco abitate che nessun gestore telefonico ha mai trovato un qualche interesse nel venire a collegarle. Agneto, Berga, Croso. Qui non è mai arrivata la connessione internet, nemmeno quella di un telefono cellulare. Sono 40 residenti scollegati, che diventano 400 in estate. E solo chi arriva da fuori può apprezzare questa lontananza dell’altro secolo, perché chi vive qui ha problemi per tutto.«Semplicemente, se ti prendi una storta o hai male al cuore non puoi chiedere aiuto», dice la signora Tonina Chiesa. «Non mi sembra neanche giusto dovere spiegare perché avremo bisogno, anche noi come tutti, di avere internet e il telefono. È ovvio. Faccio un esempio: i ragazzi qui non possono studiare, non possono venire a stare con noi nemmeno per una vacanza. Se qualcuno, come è successo, si perde nella nebbia non può chiamare i soccorsi. Vanno a cercare l’acqua su Marte, ma non vengono qui». C’è il sole. Una luce di strapiombo sbatte sulle ringhiere dei balconi di Berga. Il circolo Acli è chiuso. Non funziona più niente, nemmeno il telefono fisso. Sono valli remote, grandi distanze. Sono posti che contengono già nel nome un senso di altrove. Comuni piemontesi, che si chiamano così: Cabella Ligure, Cantalupo Ligure, Albera Ligure, Mongiardino Ligure, Carrega Ligure. «Fu una protesta contro la decisione presa da Urbano Rattazzi di mettere queste terre sotto la nuova provincia di Alessandria», dice il consigliere comunale Gianni Chiesa. «Noi siamo sempre stati gente di confine, gente resistente, gente che sa bene di abitare in un punto estremo. Gente che, quando non c’erano ancora le strade, e qui le hanno fatte tardi, solo negli Anni Sessanta, si collegava alla provincia di Genova a dorso di mulo. Ecco il perché di questi nomi».La beffa è questa: il primo maggio del 2022 una frana si è staccata dal costone della montagna e si è abbattuta sulla strada provinciale 147. È passato più di un anno: la frana è ancora lì. E divide il comune di Carrega Ligure in due parti irraggiungibili. Per cui il sindaco, se deve andare da una frazione all’altra, deve scendere giù dalla vallata, prendere l’autostrada A7 per 20 chilometri fino all’uscita di Vignola, risalire da un’altra vallata: totale tre ore di auto. La frana ha danneggiato anche i vecchi cavi telefonici. Ecco perché non funzionano nemmeno i telefoni fissi.È l’Italia dei piccoli comuni, quella dimenticata. «C’è un residente che ha aperto un Bed&Breakfast in un posto bellissimo, i clienti arrivano e poi dopo un giorno se ne vanno perché non sono abituati a essere così scollegati», racconta il sindaco Silvestri. Quel signore si chiama Franco Flavio, assieme alla moglie Patrizia Fabris ha anche un allevamento di mucche a Croso. Lo cerchiamo, ma non è in casa. Vorremmo parlargli almeno la telefono, ma: «L’utente da voi chiamato potrebbe…».Tre residenti si sono comprati un telefono satellitare: 55 euro di canone mensile. Altri vanno su e giù in base alle esigenze e alle necessità. Resistere a Berga tutto l’anno non è facile. Quei 5 chilometri per avere campo possono essere davvero una distanza grande. «Avere dei giovani qui è impossibile, come si può portare nuova vita se manca tutto?». Una volta, sola una, Wind fece un progetto per un ripetitore. «Ma il progetto fu bocciato dalle Belle Arti, perché rovinava il paesaggio. Insomma: il progetto morì di burocrazia», spiega ancora il sindaco Silvestri.Poi, certo, il forestiero può restare meravigliato. Perché è un territorio fuori dalle mappe e dalle nevrosi, selvaggio e bello. Per esempio, così è stato per la moglie londinese del signor Chiesa. «La prima volta che è arrivata qui, si è innamorata del posto. Sembrava una paese delle fiabe. Non c’era ancora la luce. Andavamo avanti con le candele e con le lampade a petrolio». Ma quando, esattamente, eravate ancora senza luce? «Se la grande elettrificazione italiana è incominciata nel 1969, da noi la luce è arrivata solo nel 1983». Ecco il perché di quella data. L’anno dopo il Mundial di Pablito Rossi. L’anno di Vamos a la Playa. L’anno in cui Microsoft ha rilasciato la sua prima versione di Word. Berga, da allora, è rimasta immobile nel tempo. —