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 2023  luglio 23 Domenica calendario

Tutti al mare

Valle dell’Erica, Gallura. Dal mare, vedo: famiglia numerosa, cinque sedie reclinabili, un gran numero di teli e borse, quattro gonfiabili (anche un coccodrillo, piuttosto interessante). Tutto e tutti alloggiati sotto una grande tenda verde, cinque per otto metri, ancorata da sacchetti di sabbia. Se passasse una tribù Touareg, resterebbe ammirata. Ma qui siamo su una spiaggia in Sardegna, non nel deserto del Sahel. L’accampamento, grande come un monolocale, è una
mini-concessione demaniale ufficiosa. La direttiva Bolkestein se ne occuperà?
    No, ovviamente. Degli stabilimenti balneari si discute molto, com’è giusto; della vita sociale sulle spiagge libere, molto meno. Pochi ne parlano e nessuno ne scrive più. Passato di moda. Trent’anni fa Michele Serra, il sottoscritto e altri hanno provato a raccontare l’Italia desnuda e a mollo, la repubblica sul mare che, tra luglio e agosto, riassumeva – spesso, anticipava – quanto avremmo visto in città da settembre a giugno. Oggi lo spettacolo è meno interessante? No, anzi.
    I lettori meno giovani ricordano cosa portava una coppia in spiaggia: 1973, un telo; 1983, un telo e un ombrellone; 1993, due teli, un ombrellone e una sedia; 2003, due teli, una tenda, un ombrellone, due sedie; 2013, due teli, una tenda, un paio di ombrelloni, due sedie, uno zaino e una borsa-frigo. Questo 2023 – qualche spiaggia l’ho vista, qui in Sardegna e sulla penisola – mette in scena spaventose transumanze balneari. Le automobili rigurgitano oggetti di ogni tipo. Se ci sono bambini, la mercanzia si muove sulla sabbia dentro carrellini dalle grandi ruote, che sono l’invidia degli ambulanti africani: perché loro sì e noi no?
    Per trovar posto alla tenda che proteggerà cose e persone, bisogna arrivare presto in spiaggia e occupare lo spazio. Un tempo soltanto i turisti nordeuropei usavano questo tattica. Oggi tedeschi e olandesi, alle nove del mattino, trovano accampamenti di veneti, lombardi e romani. Nessuno nuota, per tutta la giornata. Stanno lì, tutt’al più si bagnano e tornano in postazione. Si sa mai che qualche pericoloso romantico, con un telo e un libro, si avvicini e li faccia sentire in colpa.