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 2023  luglio 22 Sabato calendario

Se vince Vox

Se volete dare uno sguardo al futuro dell’Europa, considerate semplicemente i recenti avvenimenti in Spagna nel periodo precedente alle elezioni generali del 23 luglio. Un manifesto su una delle vie principali di Madrid demonizzante il femminismo, l’immigrazione e la comunità Lgbtq+ che mostra i loro simboli gettati violentemente in un bidone per la spazzatura è solo l’ultima tattica d’urto usata dal partito di estrema destra Vox per tentare di trascinare le elezioni in guerre culturali, con il pretesto di difendere lo stato nazionale tradizionale. La retorica si è intensificata quando Santiago Abascal, leader di Vox, ha dichiarato falsamente che quasi il 70% degli stupri di gruppo sono stati commessi da stranieri. Queste tattiche non sono nuove: durante il referendum sulla Brexit del 2016, l’esplosivo poster “punto di rottura” di Nigel Farage raffigurava un’orda di migranti che si dirigeva verso la Gran Bretagna. Non è un caso che la stessa fotografia sia stata sfoggiata dal primo ministro ungherese, Viktor Orbán, su tutti i manifesti ungheresi delle elezioni sotto il titolo “Basta”. L’Ungheria è il paese europeo con il numero minore di cittadini nati al di fuori del paese, ma la campagna copia e incolla di Orbán ha reso la richiesta di muri per fermare invasori inesistenti l’argomento vincente alle elezioni.Il nazionalismo di Vox va oltre l’opposizione alla migrazione esterna e comporta esplicitamente attacchi antigay e antifemministi, definendo questi movimenti una minaccia all’esistenza stessa dello stato nazionale. Quando è stato in coalizioni a livello locale, il partito ha chiuso qualsiasi iniziativa sull’uguaglianza di genere, creando, in sostituzione, dipartimenti per le famiglie. A Valencia, Vox ha forzato un cambiamento nella definizione di violenza domestica, riducendola semplicemente a una questione «intrafamiliare». Nelle Isole Baleari, il partito sta eliminando qualsiasi riconoscimento formale del movimento Lgbtq+. Inoltre, la sua agenda ultranazionalista comprende l’eliminazione dei movimenti per l’autonomia regionale, bandendo i partiti secessionisti catalano e basco. Naturalmente, la destra si concentra sulle guerre culturali per distogliere l’attenzione dalle proprie politiche economiche neoliberiste, che richiedono la privatizzazione dei servizi, l’espansione della sanità privata e tagli ai tassi massimi di imposta, compresa l’abolizione dell’attuale tassa sul patrimonio, in vigore fino al 2024.La Spagna e il suo coraggioso primo ministro Pedro Sánchez sono ora in prima linea nella difesa dei valori progressisti, combattendo i tentativi della destra di soffocare la sua agenda economica per posti di lavoro migliori e interventi sulla povertà. Anche se Vox non vincerà nettamente, potrebbe sicuramente arrivare a dominare il prossimo governo spagnolo, poiché il partito popolare conservatore (PP), che si sta già allineando con Vox in patti in governi regionali e locali, cerca sostegno per costruire una maggioranza di governo. Poche settimane fa, la leader PP dell’Estremadura, Maria Guardiola, ha promesso che non avrebbe trattato con un partito che, come ha affermato, «nega la violenza machista, disumanizza gli immigrati, butta la bandiera Lgbtq+ nel bidone della spazzatura». Poi, con un completo voltafaccia, ha annunciato che il suo partito non ha altra scelta che fare un accordo con Vox per consentire che governi. Se il blocco dei partiti di destra arriva davanti a Sánchez, cadrà il quasi cinquantennale tabù politico contro i partiti neofascisti al potere. Vox sarà passato da una gang di loschi demagoghi alla stanza del governo spagnolo, creando un terremoto politico che sarà avvertito in tutto il continente nell’anno della presidenza spagnola dell’Unione Europea. Il suo potere incoraggerà i partiti di estrema destra che stanno proliferando in tutto il continente. Il partito tedesco di estrema destra AfD ha registrato un supporto nazionale superiore al 20% in tutto il paese e ha anche vinto nettamente le prime elezioni locali, arrivando vicino a Cdu/Csu che, con appena il 25%, è forzato a spostarsi ancora di più a destra. Il partito Finns ha appena ottenuto sette ministeri nel governo finlandese di destra formato di recente. Il partito austriaco di estrema destra Freedom pare destinato a essere il partito al governo dopo le elezioni del prossimo anno, unendosi al partito di estrema destra di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, che è già al governo a Roma. E chi può dire che lo slogan della Brexit “Riprendetevi il controllo” non diventerà il percorso di Marine Le Pen verso il potere, promettendo la fine della violenza nelle strade e una restaurazione dell’ordine in una Francia divisa?I partiti di estrema destra dell’Europa stanno lavorando insieme regolarmente dal luglio 2021, quando 16 di loro hanno firmato una dichiarazione contro l’integrazione Ue. Questa improbabile coalizione internazionale di anti-internazionalisti, ciascuno – paradossalmente – affermando di stare facendo le proprie uniche campagne nazionali, fomentando le paure dei nativisti nei confronti degli outsider, hanno concordato che nazionalismo, tradizione e la famiglia nucleare erano il baluardo dell’Europa contro tentativi cosmopoliti di distruggere gli stati nazionali e le loro culture. Finché i centristi e i partiti progressisti liquidano in modo compiacente l’insoddisfazione di oggi verso la globalizzazione come un segnale provvisorio, questi guerrieri culturali cattureranno il desiderio popolare di cambiamento e cancelleranno ogni centimetro del recente progresso nel campo dei diritti umani e della cooperazione internazionale, non ultima l’agenda verde di tutta l’Europa, già sotto assalto della destra in Germania, in Olanda e nel Parlamento europeo. Ciò che dà alla destra, come ha ammesso Orbán, il permesso di combattere le guerre culturali è che le versioni neoliberiste della globalizzazione hanno fallito, negando ai lavoratori la sicurezza in un mondo volatile. Crisi molteplici, dall’abbassamento degli standard di vita al peggioramento dell’inquinamento, ci devono convincere che non è possibile nessun ritorno alla normalità di uno status quo infruttuoso. Esiste un’agenda di politica sociale ed economica positiva e progressista in tutta l’Europa, che ruota intorno all’innalzamento degli standard di vita, sostenuta da Sánchez, che deve essere portata avanti con convinzione. E non dobbiamo dimenticare, come scrisse George Orwell in un’altra epoca, che solo «uno sforzo morale» può configgere il nazionalismo xenofobo. L’alternativa non può essere neutralizzata. «Mirare agli omosessuali, biasimare le donne per le aggressioni basate sul genere, suggerire di vietare i partiti politici», come ha dichiarato Pedro Sánchez nel vivo della battaglia: «Tutto ciò ha un nome che non c’è bisogno di specificare». —Gordon Brown è inviato dell’Onu per l’istruzione globale ed è stato primo ministro del Regno Unito dal 2007 al 2010. Traduzione di Gabriella Broccoli