il Giornale, 21 luglio 2023
Su Mary, la figlia di Ezra Pound
Lo scorso 9 luglio Mary de Rachewiltz ha compiuto 98 anni: sana e perfettamente lucida, vive serenamente, circondata dalla numerosa tribù di figli, nipoti e pronipoti, nel castello di Brunnenburg (Tirolo di Merano), dove, da più di mezzo secolo, vengono a trovarla i poundiani di tutto il mondo. Già, perché, oltre a essere una raffinata poetessa e una traduttrice apprezzata, lei è, prima di tutto, la figlia di Pound: l’unica, nonostante sia esistito un altro erede, Omar Pound, figlio in realtà solo della legittima moglie di Ezra, Dorothy Shakespear, che volle così ricambiare il tradimento del marito con Olga Rudge, da cui, appunto, nacque Mary. Per una sorte di crudele ironia, Mary non fu legalmente riconosciuta da Pound, e Omar sì, evento che innestò una serie di dolorosi e a volte tragici eventi che Mary ha sempre affrontato con inesauribile coraggio e inflessibile volontà: era la figlia di Pound, e ne sarebbe stata la fedele custode degli insegnamenti, nonché principale traduttrice della sua opera in italiano. Entrambi gli obiettivi, come si può facilmente constatare anche solo dai due superbi Meridiani di Pound, da lei curati, sono stati brillantemente raggiunti. Queste vicende sono raccontate, per la prima volta in dettaglio, nella appassionante e documentata biografia che una accademica americana, Carol Loeb Shloss, le ha appena dedicato: Let the Wind Speak. Mary de Rachewiltz and Ezra Pound (University of Pennsylvania Press, pagg. 324 euro 39), un saggio che va ben oltre la descrizione dei complicati legami amorosi o le intricate vicende ereditarie della molto anticonformista famiglia Pound, per ripercorrere le vicende storiche, belliche, diplomatiche e politiche che, nel secolo scorso, hanno sconvolto l’Occidente. Cresciuta da una coppia di contadini altoatesini, perché la madre non aveva abbastanza latte né voglia di occuparsene e il padre aveva sin da giovane rinunciato ad avere figli per dedicarsi interamente all’arte, Mary conoscerà solo nel corso del tempo e poco alla volta la verità sui suoi genitori. Carattere fiero e ribelle, la Leoncina, come veniva affettuosamente chiamata nella corrispondenza di Ezra e Olga, cresce forte, tenace e curiosa, qualità che la accompagneranno per tutta la vita, aiutandola a sopportare e superare inganni e tradimenti, delusioni e frustrazioni, alla ricerca di quella serenità confuciana teorizzata e praticata dal padre. Lasciando qui insoddisfatta la curiosità del lettore avido di gossip – che comunque potrà saziarsi a volontà leggendo il libro – ci soffermiamo, invece, su quelle sono le pagine più interessanti, ovvero quelle dedicate alla tragica vicenda giudiziaria di Ezra Pound, qui ricostruita con molta attenzione e senza i consueti pregiudizi che, troppo spesso, avvelenano il giudizio sul poeta travisandone l’opera. Innanzitutto, va ribadito un fatto inoppugnabile, e cioè che Pound non è mai stato processato, né tantomeno condannato per tradimento, ma è stato arrestato e imprigionato per tredici anni, prima in un carcere militare poi in un manicomio criminale, senza che le accuse nei suoi confronti fossero non solo dimostrate, ma nemmeno formulate correttamente, nel rispetto della legge americana. Come è noto, l’autore dei Cantos venne denunciato, a sua insaputa, per i cosiddetti Radiodiscorsi trasmessi da Radio Roma durante la Seconda guerra mondiale, che, nelle sue intenzioni, avrebbero dovuto sensibilizzare il pubblico americano sulla necessità di sottrarsi a un sanguinoso conflitto affatto contrario ai principi della Costituzione statunitense, tradita da bugie e falsificazioni. La Shloss dimostra, documenti desecretati dell’FBI alla mano, che la stessa incriminazione di Pound è la conseguenza di torbide manovre del controspionaggio USA, che aveva abilmente infiltrato i suoi agenti anche all’interno dell’EIAR, la RAI di allora. Persino la sedicente Principessa Natalie Troubetzkoi, cara amica di Pound, con cui collaborava alle radiotrasmissioni del Minculpop, era probabilmente un agente infiltrato; lei, come molti altri collaborazionisti, infatti, non fu mai neppure denunciata; il marito di Mary, Boris de Rachewiltz, è sicuro di averla vista, dopo la guerra, girare per Roma con una divisa dell’esercito britannico, e, sempre secondo i documenti dell’FBI, il suo indirizzo, nel dicembre 1945 risulta essere presso il Government Communication Bureau di Londra. La stessa impunità venne garantita ad altri annunciatori radiofonici, come ad esempio George Nelson Page, già collaboratore dei programmi di Radio Roma, che, assolutamente impunito, nel dopoguerra verrà meso a dirigere importanti periodici, tutti dichiaratamente anticomunisti. Alle infamanti accuse di tradimento mosse a Pound dal Governo americano, si aggiungeranno, come scoprirà poi Mary, quelle di coloro che lei considerava gli amici più cari, da James Laughlin a Ernest Hemingway, da William Carlos Williams a e.e.cummings e sua moglie, fino a moltissimi altri intimi di Pound negli anni Quaranta erano stati attenzionati dall’FBI e avevano dato la loro disponibilità a testimoniare contro il poeta. Ironicamente, l’ignara figlia di Pound si rivolgerà proprio a molti di costoro perché l’aiutassero a dimostrare l’innocenza del padre, liberandolo dall’ingiustificata detenzione... Quello di andare, sempre e ostinatamente, in direzione contraria, dunque, sembra essere, per Mary, un destino inevitabile, che in questo libro viene azzeccatamente paragonato a quello di una moderna Antigone, obbligata a scegliere tra la Legge e le leggi. Deve, per tutta la vita, continuare a opporsi, pagandone le conseguenze, alle leggi inique per onorare la Legge del cuore, quella che le impone di battersi, nonostante tutto, perché a suo padre venga riconosciuta giustizia, se non quella umana, almeno quella divina, che conosce le intenzioni del cuore ignorando la lettera dei codici. In fondo, a dare retta soltanto alla lettera della legge e non allo spirito, va ricordato che, a essere giudicato innocente, o quantomeno meritevole di essere liberato, fu, secondo il Vangelo, un certo Barabba