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 2023  luglio 21 Venerdì calendario

I soldi prima di tutto

Soldi, soldi, soldi. Tanti. Ma soprattutto facili. A tal punto che c’è chi sceglie di mollare una carriera vera, nel calcio che conta, nel pieno dell’età e della forma, pur di andare ad arricchirsi in posti lontani, in campionati minori. Mercenari? Forse, ma non scandalizziamoci, please, anche perché è sempre successo: perfino il grande Pelé, già nel 1975, ma a 35 anni, volò a New York per i dollari del soccer made in Usa. Doveva essere l’alba del calcio americano, invece restò un’illusione, come spesso avviene. Vedi la Cina, dove la bolla del pallone di sette-otto anni fa è scoppiata dopo che il governo di Xi Jinping ha cambiato strategie. Molti dei «nostri» hanno fatto però in tempo a firmare contratti ricchissimi, come Pellè, centravanti (allora) della Nazionale, che ha giocato allo Shandong dal 2016 al 2020, per poi tornare a 35 anni in Italia. «Economicamente la mia vita è svoltata» ha ammesso. Oggi è disoccupato, ma non sarà un gran problema: là ha guadagnato 60 milioni in 4 stagioni. Nel 2019 El Shaarawy s’è accordato con lo Shenhua per tre anni a 16 milioni, diventando l’italiano più pagato al mondo. Anche lui, quando il bancomat ha chiuso, è tornato a casa. Come molti allenatori: da Lippi a Capello a Cannavaro.
Sfumato il sogno cinese, è ora il momento dell’Arabia Saudita: il fascino indiscreto dei petrodollari. Anche qui alla base di tutto c’è una questione geopolitica, col governo di Riad che punta forte sul calcio (e sull’organizzazione del Mondiale 2030 o 2034) per rifarsi un’immagine globale. Business e pallone. Cristiano Ronaldo è stato solo l’inizio: Benzema a 35 anni ha lasciato il Real Madrid, col quale ha vinto l’ultimo Pallone d’oro, per un maxi assegno di 100 milioni a stagione all’Al-Ittihad. Più discutibile (e preoccupante) è però la scelta dell’ormai ex laziale Milinkovic, che a 28 anni anziché firmare per una big europea ha detto sì all’Al-Hilal per 20 milioni a stagione: almeno il triplo di quanto avrebbe guadagnato in Inghilterra, il torneo (finora) più ricco al mondo. Come lui, l’ex napoletano Koulibaly, 32 anni: accolto come una rockstar, rischia però di aver chiuso in anticipo la carriera. Sempre che l’emergente Saudi Pro League non diventi davvero un torneo paragonabile alla Premier, come sperano laggiù. Possibile?
Doping finanziario Una cosa è certa: lo shopping del fondo sovrano Pif nella nostra serie A fa paura. E giustamente il presidente della Lega di A, Lorenzo Casini, ha parlato di «doping finanziario». Brozovic ha salutato l’Inter a 30 anni e per 25 milioni l’anno. Una fortuna. Molti meno ne incasserà Cordaz, terzo portiere nerazzurro, che a 40 anni va all’Al Nassr. Storia significativa, la sua. Perché non solo i big, ma anche le riserve, ora sognano uno stipendio da star: per lui un milione di euro. L’estate è lunga e lo seguiranno in molti: il prossimo potrebbe essere Pogba, ormai scartato dalla Juve. «Dipende tutto dall’età – spiega l’ex attaccante Alessandro Altobelli, che ha lavorato come opinionista in Qatar —. Le scelte facili nello sport non pagano, vedrete che molti se ne pentiranno e torneranno presto indietro».
La scelta di Messi
Koulibaly una rockstar nella Saudi Pro League, il traino di Ronaldo, Messi si gode Miami
Se questa è l’estate araba, nel 2014 fu il momento dell’India. Una moda che durò poco, ma abbastanza per convincere Del Piero a tesserarsi per l’ultima stagione della sua strepitosa carriera per il Delhi Dynamos, a 2 milioni a stagione. Ma aveva 40 anni, non 25. L’estate scorsa i must erano Turchia e Canada. Sul Bosforo sono arrivati in molti, attratti da un campionato in crescita e soprattutto da una tassazione vantaggiosa, al 20%. Anche per questo il 24enne Zaniolo ha scelto il Galatasaray e un ingaggio da 3 milioni annui netti, quando invece avrebbe potuto fare scelte più coraggiose. Come il suo compagno Icardi, che sogna sempre Milano, dove è stato benissimo, ma che a Istanbul ogni mese trova sul conto corrente 700 mila euro: nel contratto è incluso uno chef personale.
In Svizzera c’è Balotelli, che al Sion ha una busta paga da 3 milioni. Il suo futuro potrebbe essere in Messico. Oltreoceano invece sono già sbarcati nel 2022 Insigne e Bernardeschi, che avevano lasciato Napoli e Juve per Toronto, il sogno americano, spiegando che alla base del cambio vita c’erano anche motivazioni familiari. Il primo guadagna 7,5 milioni di euro, il secondo 4,5. Quest’ultimo potrebbe però già tornare in Italia. Anche perché la stagione è stata pessima: il Toronto Fc è penultimo in Mls, il torneo Usa nel quale gioca Chiellini (Los Angeles Fc) e ora anche Messi, legatosi all’Inter Miami, dove guadagnerà 150 milioni di dollari per due anni e mezzo, moltissimo, ma molto meno rispetto ai 400 annui offerti dai sauditi. «Voglio giocare ma anche godermi la vita» ha ammesso la Pulce.
Pellè e 60 milioni
Il caso di Pellè tornato in Italia: «La mia vita in Cina è svoltata». Ha guadagnato 60 milioni
Insomma: soldi, ma anche scelte di vita. Chiedere a Checco Moriero, ex Inter, ora c.t. delle Maldive. Mattina in spiaggia, pomeriggio al campo. Magari non diventerà ricco, ma vuoi mettere?