Il Messaggero, 21 luglio 2023
Il tunnel segreto dei gladiatori svela il lato oscuro del Colosseo
LA RISCOPERTA
Il lato oscuro del Colosseo viene svelato. Bisogna immaginare un corridoio sotterraneo lungo oltre ottanta metri che collegava la palestra all’arena dell’Anfiteatro Flavio. E la camminata lenta dei gladiatori, verso il loro destino. Il buio fitto rischiarato dalle fiaccole sulla parete imponente di blocchi di travertino. Un incedere avvolto dal silenzio, fino a quando l’eco delle grida del pubblico sugli spalti comincia a invadere l’aria. L’entrata nascosta nelle viscere del Colosseo è un misto di tensione e paura, la dignità dell’uomo è protetta solo dalle armature, gli elmi di bronzo, gli schinieri lavorati a sbalzo, lo scudo e il gladio. Uno schiavo anticipa il corteo, mentre le urla, la polvere e la luce del sole che filtrano attraverso le finestre diventano un preludio inquietante. La storia autentica dei gladiatori è la nuova suggestione che offrono da oggi i sotterranei del Colosseo. «Per la prima volta – annuncia la direttrice del parco archeologico del Colosseo Alfonsina Russo – apriamo al pubblico il leggendario criptoportico, la galleria ipogea sul lato orientale del Colosseo che collegava senza essere vista il cosiddetto Ludus Magnus, ossia la palestra dei gladiatori ai sotterranei dell’Anfiteatro Flavio da cui poi ascendevano all’arena per esibirsi nei combattimenti. Da ora si amplia ulteriormente lo spazio per la fruizione pubblica».
IL RESTAURO
Uno spettacolo raro, inquietante, forte. Un tunnel che oggi corre per oltre trenta metri (nell’Ottocento i lavori per il collettore fognario hanno chiuso il corridoio) con le sue imponenti volte e il pavimento in “opus spicatum”. Tutto restaurato dopo lunghi e complessi lavori. «È qui che dall’inaugurazione del Colosseo nell’80 d.C. e per i successivi 400 anni i gladiatori passavano per combattere – dice la Russo – Dobbiamo immaginarli mentre soffrivano in attesa di arrivare sull’arena».
Una porzione segreta dell’Anfiteatro Flavio che “rivive” grazie al nuovo allestimento di proiezioni multimediali: un racconto spettacolare di forza cinematografica che Ridley Scott avrebbe apprezzato, realizzato dagli esperti archeo-informatici della Katatexilux, grazie alla sponsorizzazione pubblico-privato della Hornblower Group. Un evento, ideato da Federica Rinaldi, l’archeologa responsabile del Colosseo, che si inserisce nel nuovo percorso espositivo Gladiatori nell’arena, tra Colosseo e Ludus Magnus, allestito nei sotterranei, con la cura della Rinaldi insieme a Barbara Nazzaro.
I REPERTI RITROVATI
«In mostra sfilano reperti originali come gli elmi in bronzo prestati dal Museo archeologico di Napoli, rinvenuti a Pompei – racconta Alfonsina Russo – e prestiti eccezionali come l’elmo scolpito in ambra dal Museo archeologico di Aquileia». Tra le curiosità, anche lastre graffite con la scena di lotta tra un Secutor e un Retiarius ritrovate sui gradini della cavea del Colosseo. Non solo. Spiccano, poi, le riproduzioni delle armature dei gladiatori, realizzate secondo tecniche antiche da Silvano Mattesini. Se la mostra sarà visibile fino al 7 gennaio del 2024, il tunnel dei gladiatori resterà visitabile in modo permanente. Dal 12 settembre la mostra sarà arricchita da un ciclo di conferenze tematiche sui gladiatori che confluiranno in una speciale pubblicazione.
Laura Larcan