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 2023  luglio 20 Giovedì calendario

La difesa di Kaili

«Aumentare la comprensione reciproca e gli scambi» tra Ue e Qatar attraverso una «cooperazione rafforzata» in cui «i contatti interpersonali» devono essere la «priorità»: è la linea politica che ad ottobre 2022 l’Alto rappresentante dell’Ue (in pratica il ministro degli Esteri) il socialista Josep Borrell, indica ad Eva Kaili, allora vicepresidente socialista del Parlamento Ue. Meno di due settimane dopo Kaili sarà arrestata nel Qatargate, accusata di avere preso denaro per portare avanti la linea a favore del Qatar, che di fatto era la linea Ue. Un’inchiesta avvolta da più di un dubbio.
Il confronto sui visti
Siamo a metà 2022, è in corso la guerra in Ucraina e a novembre in Qatar ci saranno i Mondiali di calcio. Determinante fornitore di gas all’Ue in piena crisi energetica a causa del conflitto, criticato per lo scarso rispetto dei diritti dei lavoratori, anche quelli impegnati nelle opere dei Mondiali, e del mondo Lgbtqi+, ma «promosso» dall’International Labour Organization (Ilo), l’agenzia Onu su cui si basano le valutazioni della Commissione Ue, il Qatar chiede che i propri cittadini possano entrare in Europa senza visto e che si plachino le polemiche sul campionato.
Il 27 gennaio 2022, tre giorni dopo l’invasione della Ucraina e mesi prima del Qatargate, la presidente Ursula von der Leyen twitta: «Ottima telefonata con sua altezza l’emiro Tamim Bin Hamad sul rafforzamento del partenariato Ue-Qatar, anche in materia di energia. È importante rafforzare la sicurezza energetica dell’Europa con tutti i partner affidabili». Il Paese del Golfo è essenziale per l’Ue. Eva Kaili è attesa per il 31 ottobre a Doha dall’Emiro del Qatar che in precedenza aveva accolto Borrell e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Tre giorni prima riceve con altre 7 persone una lunga nota, che il Corriere ha potuto consultare, in cui Borrell indica la linea dell’Ue enfatizzando che le «relazioni Ue-Qatar stanno attraversando un momento positivo senza precedenti». Seguono i temi caldi sul trappeto: scambi commerciali, investimenti, Ucraina, Afghanistan. Ma resta il nodo della Coppa del mondo e dei lavoratori per la costruzione degli stadi, in maggioranza immigrati sfruttati. La Commissione Ue è pronta a trattare con il Qatar l’abolizione dei visti appena Parlamento e Consiglio daranno il via libera alla sua proposta. «Sarà una chiave per aumentare la comprensione reciproca e gli scambi», scrive Borrell, ma Kaili deve far comprendere ai qatarini che è necessario che il Paese continui a confrontarsi «strettamente con il Parlamento Ue affinché ciò accada». E poi: «L’energia è attualmente una priorità assoluta per l’Ue» e «vi siamo immensamente riconoscenti per la vostra prontezza nell’aiutarci ad accelerare la nostra indipendenza dal gas russo» perché «un partenariato» con il Golfo «è la prima strategia in assoluto» per l’Europa.
Il plauso alle riforme
Si arriva al punto cruciale: «Plaudiamo alle riforme intraprese dal Qatar, in particolare sulle questioni del lavoro, e vi incoraggiamo a proseguire costantemente su questo promettente percorso oltre la Coppa del Mondo Fifa, che siamo certi sarà un successo», aggiunge l’Alto rappresentante. Kaili si atterrà a quella linea anche nel dibattito della plenaria del 21 novembre passato alle cronache come la prova della sua responsabilità conseguente alle tangenti versate dal ministro del lavoro del Qatar Ali Bin Samikh Al Marri ad Antonio Panzeri e ipoteticamente arrivate a lei, come 250 mila euro di cui parla il pentito Panzeri per le elezioni 2019 di cui però, a oltre otto mesi dallo scoppio della scandalo, non c’è alcuna prova. Ci sono, invece, i 750 mila euro in contanti trovati in casa sua nella valigia che aveva fatto prelevare dal padre per «restituirla a Panzeri». Per questo è finita in carcere per 4 mesi e altri due ai domiciliari.
«Divisione del lavoro»
Chiesto un commento sul documento, il portavoce di Borrell, Peter Stano, ricorda che «nell’Ue esiste una chiara divisione del lavoro e delle competenze e l’Alto rappresentante non può e non ha dato alcuna istruzione o “ordine” al Parlamento Ue o ai suoi membri». Nel caso specifico «il gabinetto dell’Alto Rappresentante ha risposto a una richiesta standard del gabinetto della presidente del Parlamento Ue di fornire input per il briefing sulla visita di un eurodeputato in Qatar» e «fornito un riassunto fattuale delle posizioni consolidate dell’Ue in merito alle relazioni e alla cooperazione con il Qatar e sulle questioni che potrebbero essere sollevate durante la visita. Il briefing finale per i viaggi degli eurodeputati viene redatto e completato dal Parlamento Ue e spetta a quest’ultimo decidere cosa del nostro contributo viene alla fine recepito».
Le accuse di Claise
«L’incolpata è intervenuta per difendere gli interessi del Qatar, avendo incontrato il ministro del Lavoro che appare essere il manovratore delle attività del signor Panzeri», si legge nel mandato con il quale il 9 dicembre il giudice Michel Claise ha arrestato Eva Kaili nonostante, secondo la Polizia federale belga, non ci fossero elementi per dire che facesse parte della rete tessuta da Panzeri. Kaili incontra Al Marri alla vigilia della sua audizione in commissione diritti umani del 14 novembre. «Ho ricevuto il mandato dal presidente (Roberta Metsola, ndr) perché la Commissione ha insistito molto per chiudere il dossier e votare in Parlamento sulla questione», dichiarerà a verbale a Claise, mentre viene espulsa dal suo partito perché «le sue posizioni e valori sono incompatibili con il Pasok». Né Metsola, che si affrettò a «scaricare» subito la vice, né Borrell risulta siano stati chiamati a testimoniare, nonostante l’avvocato Michalis Dimitrakopoulos, difensore dell’indagata, abbia fatto specifico riferimento alle loro direttive dopo l’arresto.