il Fatto Quotidiano, 20 luglio 2023
Alessandra Mussolini raccontata da Umberto Pizzi
Sono nato quando Mussolini comandava, e anche se mio padre era un compagno, o forse proprio per questo, fra i primi personaggi che ho seguito con attenzione c’era uno dei suoi figli, Romano. Era un pianista jazz di una certa fama, suonava con gente come Chet Baker e Tony Scott. Negli anni Sessanta lo trovavo spesso nella zona di via Veneto, a Roma, in alcuni casi mano nella mano con la figlia, Alessandra, primogenita del matrimonio con Maria Scicolone, sorella di Sophia Loren. Alessandra è cresciuta in ambienti alquanto effervescenti, con gli agganci giusti, quindi per lei tentare la carriera d’attrice era quasi un obbligo.
Ha recitato con la zia in uno dei più bei film del cinema italiano, Una giornata particolare di Ettore Scola, nel ruolo per lei naturale di giovane balilla. Poi poco altro, fatto che forse convinse la giovane attrice Mussolini a dedicarsi a quelli che chiamavamo “film da pipparoli”, pellicole goduriose con protagoniste donne provocanti, e in cui lei non sfigurava affatto. Per motivi credo genetici, era una bella donna, procace e volgarotta, quasi di borgata. Una volta finì sulla copertina di Playboy, in topless. Poi a un certo punto mollò la carriera d’artista, e si buttò in politica.
Cominciai a rivederla con una certa frequenza verso la fine degli anni Novanta, tra i banchi del Parlamento, un luogo che fino ad allora non avevo mai frequentato, dove lei lavorava come deputata da anni. Seguivo i politici da decenni, ma mi aspettavo di trovarmi in un luogo in cui quantomeno l’abbigliamento era non dico casto, ma almeno sobrio. E invece una delle prime persone che incontrai fu lei, la Mussolini, con un balconcino in bella vista. Anche gli atteggiamenti erano sguaiati: durante un noto litigio con Mara Carfagna, le due finirono per darsi reciprocamente della vaiassa. Alessandra Mussolini l’ho vista crescere ma anche sparire, dopo la vicenda che riguardò il marito. Oggi fa l’europarlamentare e si occupa spesso dei diritti degli omosessuali, o almeno così mi hanno riferito.