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 2023  luglio 19 Mercoledì calendario

La «valorizzazione» non è privatizzazione

«A voi, orgoglio di questa Reale Accademia, giunga subito il plauso dei colleghi festanti, ammirati, riconoscenti», diceva solenne il «marconigramma» inviato a Guglielmo Marconi il 13 agosto del 1932 per celebrare l’«onda irrefrenabile di entusiasmo» dovuta al successo del primo esperimento di un collegamento radiotelegrafico e radiofonico da Rocca di Papa sui colli Albani a Capo Figari in Sardegna «varcando la curvatura terrestre». Un passaggio tecnologico epocale.
Assai meno entusiasmo, diciamo, ha sollevato la scelta di dare in concessione per trent’anni il celebre «Semaforo-Vedetta» del 1890, che domina Golfo Aranci e parte della Gallura a una società, la New Fari srl di Alessio Raggio. Società che, spiega il Gruppo Intervento Giuridico, «già gestisce il Faro di Capo Spartivento (Chia) e sta riqualificando a fini ricettivi anche l’Isola di San Secondo (Venezia), il Faro della Guardia (Ponza) e il Semaforo Nuovo di Portofino».
Nelle attuali strutture militari abbandonate, scelte dal Fai tra i Luoghi del cuore proprio per la struggente bellezza, spiega il progetto, dovrebbero essere ricavate di qua «sei suite, sala da pranzo e tè, cantina, terrazza, vasche idromassaggio e mediateca digitale» e di là «due suite, area benessere / spa ed eventi e una piscina emozionale». Cos’è una «piscina emozionale»? Boh...
Il tema centrale resta: è compatibile una destinazione d’uso alberghiera ed elitaria come quella prospettata col dovere di lasciare quei luoghi aperti a tutti coloro che vorranno visitarli? Più ancora: è compatibile questa scelta con i vincoli di tutela posti dalla legge? Certo, nella concessione c’è scritto che «i criteri dell’intervento dovranno essere improntati alla massima integrazione possibile», che «eventuali recinzioni, se strettamente necessarie alla sicurezza, saranno limitate» e che «non potranno essere installate strutture e chioschi prefabbricati né potranno essere realizzate pergole o verande eccetera eccetera...». Troppe volte, però, in casi come questi, certe «valorizzazioni» hanno finito per diventare di fatto delle vere e proprie «privatizzazioni». E
com’è noto a pensar male si fa peccato ma...