ItaliaOggi, 19 luglio 2023
Storia del rumore
Sono viziato dal silenzio di Berlino, anche se abito al primo piano e le mie finestre sono alte e larghe. I doppivetri ovattano il rumore delle poche auto che passano sotto casa. Se spalanco le finestre odo il fruscio degli alberi, e di tanto in tanto le conversazioni degli uccelli. A Roma abitavo in un appartamento tranquillo, la casa era raggiungibile solo salendo duecento scalini. Un silenzio conquistato a fatica, ma ho dovuto traslocare perché il frastuono della movida a Trastevere è cominciato a salire, una marea inarrestabile.
Die Welt ist laut, il mondo è rumoroso, è il titolo del saggio di Kai-Ove Kessler (Rowohlt Verlag- 428 pagine; 26 euro), una storia dei rumori attraverso i luoghi e le epoche. Difficile definire cosa sia un rumore, è diverso da un suono?, e quale è la soglia del fastidio? Una sinfonia di Beethoven è gradevole per me, insopportabile per il mio vicino. La sua musica, anni fa, veniva diffusa nel metro a Berlino, alla Stazione dell’Adenauerplatz, per cacciare i barboni che vi dormivano. Avrebbero invece gradito Chopin o Mozart? Lo scrittore Thomas Carlyle non sopportava a Londra i suonatori ambulanti senza talento. A Berlino tutti possono suonare nel metro, basta che lo chiedano e paghino il permesso giornaliero. A Monaco e a Parigi devono dimostrare di avere un minimo di talento.
Per qualche anno sono andato a Diessen, delizioso paese su un lago a sud di Monaco, per trovare gli amici. Un’estate mi sono sorpreso di non rivedere nella piazzetta una piccola cascata, un paio di metri, lungo il corso del fiume che finisce nel lago. L’abbiamo tolta perché il rumore dava fastidio, mi hanno spiegato. L’acqua che scorre per me è una musica della natura. A Diessen vanno in vacanza gli abitanti di Monaco, non più abituati ai suoni della campagna e dei boschi.
Kai-Ove Kessler nel suo libro parte dall’antica Roma, dove il «frastuono era costante, duraturo, udibile notte e giorno, indomabile, snervante, come nessun altro rumore prodotto dagli uomini in precedenza». Le stradine erano invase dalla folla, insopportabile il rumore del traffico, quello dei giochi e degli artigiani. Gli abitanti non avevano difesa alcuna, commenta Kai-Ove. Orazio, Giovenale, e Marziale hanno descritto la tortura di vivere in una grande città. Esattamente come oggi. Ma mi sembra che i turisti si divertano nel chiasso, perfino i tedeschi a tavola parlano a voce alta come loro pensano che facciano i napoletani o i romani. E nei negozi alle commesse piace la discomusic, e si scocciano se le prego di abbassare il volume, che impedisce di conversare. E la musica assordante piace ai camerieri nelle pizzerie.
L’autore lavora anche di fantasia. Durante la Guerra dei Trent’Anni, in Europa si sentiva il rumore delle spade e delle alabarde, scrive, e il rombo dei cannoni, le grida di donne e bambini terrorizzati, le urla delle soldatesche. Il rumore cambia con il progresso. Il rumore delle carrozze svanisce all’arrivo delle macchine a vapore. Emile Zola nel romanzo La bestia umana denuncia il frastuono dei treni come una catastrofe per l’umanità. Per il medico e scienziato Robert Koch il frastuono delle macchine nell’éra industriale provocava danni permanenti, e lo paragonava a una peste. Goethe si lamenta per il ritmico rumore dei telai nelle fabbriche di Weimar.
Nei miei ricordi, il lavoro al giornale è legato al rumore delle righe di piombo che sgorgavano dalle linotype. Oggi i computer sono silenziosi. Mi manca il ticchettio della macchina da scrivere. A mare, il suono dei remi è stato cancellato dal frastuono dei fuoribordo.
I tedeschi possono farsi rimborsare in parte o in tutto il prezzo delle vacanze, denunciando vere o presunte manchevolezze. Ogni anno, qualcuno si lamenta per il rumore delle onde nell’albergo sulla costa. Il mare deve essere piatto come nei dépliants. Il silenzio assoluto può diventare una tortura, come il chiasso. A Berlino, i tram elettrici sono troppo silenziosi e mettono sotto i pedoni distratti. A Roma non potrebbe mai avvenire. Alcune case automobilistiche rendono più rumorosi i motori elettrici, e studiano quale suono artificiale sia il più adatto a ciascun modello. Un’auto sportiva silenziosa non piace ai clienti.