il Fatto Quotidiano, 17 luglio 2023
Biografia di Maria Cristina Casati Stampa di Soncino
Londra la chiamavano “Contessa Rossa”. Era una nobildonna antifascista, volontaria nella guerra di Spagna: Maria Cristina Casati Stampa di Soncino. I giornali scrissero che era comunista, la dipingevano anche come una brava suonatrice di ukulele e un’appassionata ballerina di tango. Era nata il 15 luglio 1901 a Milano. Morì settant’anni fa, il 22 marzo del 1953, a Colesbourne, in Inghilterra.
La Spagna antifascista la celebrò. Accadde l’8 aprile 1937, quando nel quotidiano di Madrid Ahora. Diario de la juventud uscì una pagina dedicata a lei: la “vizcondesa Cristina Hastings, marchesa de Casatti [sic]”. Il titolo dell’articolo, redatto da un certo Gonzalo, spiegava che si trattava della “marquesa de la familia real de Italia que quiso convencerse de la verdad”. La “marchesa”, insomma, che aveva voluto accertarsi di persona di quanto si sapeva già sull’invio di truppe fasciste italiane in Spagna da parte di Mussolini, ma che i governi delle nazioni libere ignoravano. Così tutti avrebbero preso atto come il non intervento di Francia e Gran Bretagna in Spagna, contro un atto criminale.
Cristina era l’unica figlia del marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, noto tanto alla corte del re Vittorio Emanuele III quanto per la sua passione per i cavalli, e di Luisa Amman, ricca e bella figlia di un magnate dell’industria cotoniera. Ammirata a Venezia, a Roma, a Parigi, a Milano, a Londra, Luisa fu la regina di tutti gli eccessi artistici e mondani, baroccheggianti e decadenti, del primo Novecento, e amante di Gabriele D’Annunzio.
Amica della pittrice Frida Kahlo, che ne fece il ritratto, e del pittore Diego Rivera, Cristina visse a Londra, nei mari del Sud, negli Stati Uniti e in Messico. Aderì al Partito comunista inglese; nel marzo 1936 fu espulsa dal Brasile perché aveva indagato sull’arresto di Luìs Carlos Prestos, il leader comunista. Nella marzo del 1937 raggiunse la Spagna con il visconte Peter Spencer Churchill, cugino di Winston. In veste di tesoriera e di animatrice dello Spanish Medical Aid (il comitato per gli aiuti medici alla Repubblica), diede il suo apporto alla causa della Repubblica organizzando ospedali da campo e guidando ambulanze. Luigi Longo, commissario delle Brigate Internazionali, a Valencia le chiese di interrogare i fascisti italiani che si erano arresi a Guadalajara. Lei accettò di buon grado e strappò ai fascisti confessioni rilevanti. La stampa di mezzo mondo diede eco a ciò che aveva fatto.
Fu una donna non comune, dunque, davvero straordinaria, della quale Charlie Chaplin si era invaghito all’inizio degli anni Trenta.
Nell’aprile del 1937 il quotidiano Youngstown Vindicator, di Youngstown, Ohio, Stati Uniti, nell’articolo “Who’s News Today-Viscountess Hastings” rammentò che era stata “una bellissima danzatrice, famosa in tutta l’Europa”. Proseguiva raccontando che Cristina assieme al primo marito, Jack Hastings, ottimo pittore, “tangava a sinistra”. Inevitabile pertanto “che fosse attratta dalla Spagna”. Diceva il giornale che “è stata una farfalla fino a 24 anni; ora, a 36, schiva i proiettili”. La “Contessa Rossa” venne dimenticata. Quando morì, qualcuno gettò le sue lettere, le fotografie, i diari, nel fiume Churn.