la Repubblica, 17 luglio 2023
I tredici condoni del governo Meloni
Con la legge di Bilancio 2023 il governo Meloni aveva già varato un ampio condono fiscale in dodici misure. Un’enciclopedia della sanatoria, che includeva l’ennesima rottamazione delle cartelle fiscali ma anche norme più originali, da quella sulla regolarizzazione delle criptovalute a quella sul salvataggio delle società calcistiche.
Gli economisti della Voce.info ne hanno parlato come di «un lavoro certosino e con risultati tecnicamente apprezzabili, di individuare qualsiasi pendenza - già emersa o non - in cui chi è incappato in una irregolarità di versamento ha l’occasione di fare pace col fisco con una salomonica stretta di mano». E perciò ha colto tutti un pò di sorpresa, appena tre mesi dopo, con il decreto “Bollette” di marzo, l’arrivo di un ulteriore condono, tra le pieghe di quello che era stato presentato come uno scudo penale sui reati tributari.
Ma su condoni e sanatorie non è mai detta l’ultima parola: con il caldo di Cerbero si è riaperta la discussione sulla pace fiscale: a lanciarla il vicepremier Matteo Salvini, che ha anche ipotizzato la nuova soglia, «un problema fino a 30 mila euro che si trascina da anni».
La rottamazione quater
In linea con altri provvedimenti analoghi previsti in precedenza, la legge di Bilancio ha disposto la rottamazione quater, estesa anche alle multe stradali. Riguarda le cartelle che non sono state riscosse dall’1 gennaio 2000 al 30 giugno 2022. I contribuenti possono pagare in 18 rate trimestrali la sola quota capitale, niente multe o interessi e, per la prima volta, niente aggio (gli oneri di riscossione).
Le opzioni dei Comuni
Per la cancellazione delle mini-cartelle fino a 1.000 euro il governo ha scelto, per i crediti di competenza dei Comuni, di lasciare a loro la scelta se condonare del tutto o in parte o riscuotere. Le opzioni sono tre. Una prima ipotesi è quella dell’accordo che permette al contribuente di estinguere il suo debito pagandone solo una parte (se si tratta di cartelle emesse tra l’1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015). La seconda è lo stralcio totale, via percorsa probabilmente dai Comuni che non hanno il personale sufficiente per avviare e ottenere la riscossione. E la terza è la rottamazione, con pagamento della quota capitale e azzeramento di sanzioni, interessi di mora e aggio.
Errori e ravvedimenti
Ci sono poi i capitoli che la legge di Bilancio dedica a regolarizzazioni di errori, omessi versamenti, ravvedimenti, avvisi bonari. Le irregolarità commesse fino al 31 ottobre 2022 si possono sanare pagando 200 euro per ogni periodo di imposta a cui si riferiscono, in due rate di pari importo. Se poi si riceve un avviso bonario, per gli errori emersi dai controlli automatizzati dell’Agenzia delle Entrate, scatta la definizione agevolata: quindi va versato tutto, interessi compresi, ma la sanzione è ridotta dal 10 al 3%. Per chi poi ha riportato l’errore nella dichiarazione dei redditi c’è il “ravvedimento speciale”: anche qui va pagato il dovuto, ma in otto rate trimestrali al 2% di interesse annuo. La sanzione è ridotta, in questo caso scende dal 15% di legge al 5%. Ultima spiaggia per chi si ostina a sbagliare, arriva infine l’accertamento con adesione, che riguarda chi non può più ravvedersi, perché ormai c’è stato l’accertamento. Ma anche in questo caso il Fisco gli tende la mano consentendogli di dilazionare i pagamenti in 20 rate trimestrali, mentre la sanzione (che sarebbe del 30%) rimane scontata al 5% delle somme dovute.
Liti e conciliazioni
Ci sono poi i condoni per chi ha già superato la fase dell’accertamento, ed è finito in tribunale. È prevista la definizione agevolata delle controversie tributarie, comprese quelle con l’Agenzia delle Dogane, attraverso il pagamento di una percentuale delle spese legali, a seconda del momento della procedura in cui si trova la lite al momento della domanda. Oppure c’è la conciliazione agevolata (i termini scadevano però il 30 giugno): e anche in questo caso le sanzioni scendono al consueto 5% (stavolta dal 40 o 50% previsto dalla legge ordinaria). Sempre entro il 30 giugno, si sarebbe potuta esercitare anche la rinuncia alle controversie tributarie pendenti in Cassazione: la sanzione rimane sempre al 5%.
Calcio e criptovalute
Se tutti i precedenti condoni seguono il contribuente dal primo mancato pagamento per errore o per scelta fino alle soglie della Cassazione, nella legge di Bilancio ci sono due sanatorie abbastanza inedite. La prima è stata definita “Salva-Calcio”: il governo ha deciso di non riscuotere nell’immediato l’ammontare dei versamenti Iva sospesi per l’emergenza sanitaria, ma di dilazionarli in 60 rate, distribuite in cinque anni, con una minisanzione del 3%.
I condoni, infine, si adeguano anche all’evoluzione tecnologica e quindi ecco quello sulle criptovalute: il possesso non dichiarato può essere sanato con una domanda di emersione e il pagamento di un’imposta sostituitiva del 3,5% sul valore detenuto.
Il tredicesimo condono
Era stato presentato come un allineamento alla tregua fiscale dell’omesso versamento dell’Iva e delle ritenute dovute o certificate, e dell’indebita compensazione. Ma poi il decreto Bollette di marzo precisa che la procedura deve concludersi prima della sentenza di appello e quindi di fatto introduce un nuovo tipo di condono, quello penale, per chi è già stato condannato in primo grado.