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 2023  luglio 17 Lunedì calendario

Quanti italiani hanno debiti con il Fisco

Sono circa quindici milioni gli italiani con un debito fiscale fino a 30 mila euro, i «tartassati» cui pensa il leader della Lega, Matteo Salvini, evocando un nuovo condono fiscale. Sono una grande massa, circa il 97% dei contribuenti che hanno pendenze con l’erario, anche se la maggior parte dell’evasione accertata viene da quel 3% con i debiti più elevati. La platea è molto ampia, ma è difficile dire quanti possano trovare appetibile una nuova sanatoria. A quelle che si sono succedute fino all’anno scorso, in ogni caso, non ha creduto quasi nessuno.

Risultati incerti
La prima rottamazione, quella del 2016, era rivolta a 1,5 milioni di contribuenti e doveva portare in cassa 17,7 miliardi, ma ne sono entrati 8,2. Da quella del 2017, che riguardava 800 mila cittadini, dovevano arrivare 8,5 miliardi, e ne sono stati incassati 3. Quella del 2018, rivolta a 1,4 milioni di contribuenti, puntava a un incasso di 26,3 miliardi, ma ne sono arrivati 8,6. La versione 2023 ha riscosso molto più interesse, anche se l’esito non è scontato. La rottamazione «quater» era più conveniente, permettendo di spalmare le rate del debito su un arco di tempo più lungo, e soprattutto consentiva la sanatoria delle sanatorie precedenti.
Chi aveva aderito alle prime rottamazioni e poi aveva smesso di pagare le rate è potuto rientrare nell’ultima sanatoria. Grazie a questo, alla scadenza del 30 giugno scorso, sono arrivate all’Agenzia delle Entrate quasi 4 milioni di richieste di adesione, il doppio di quelle attese. Resta da vedere, però, chi pagherà le rate. A ottobre e novembre scadono le prime due, ciascuna delle quali è pari al 10% dell’importo «definito».

Evasori seriali
L’annuncio di un condono, che oltre all’abbuono di sanzioni e interessi prevederebbe anche la cancellazione di una parte del debito, di sicuro non aiuta. La gran parte dei contribuenti infedeli, per giunta, è strutturalmente recidiva. Più di 7 milioni di italiani, tanto per avere un’idea, ogni anno, e da anni, ricevono almeno una cartella esattoriale per debiti pregressi non pagati.
Il sistema, del resto, finora ha sempre avuto un occhio molto indulgente sui furbetti del fisco. Ampliando, ad esempio, la possibilità di rateizzare gli importi dovuti (oggi si possono rateizzare a semplice richiesta debiti fino a 120 mila euro), oppure riammettendo ai piani i debitori inadempienti. Tanto che la Corte dei Conti, nel giudizio di parificazione del Bilancio 2022, ha evidenziato «l’utilizzo strumentale e dilatorio» delle rateizzazioni da parte dei contribuenti, e adesso il governo ha messo fine al gioco.

Conto da 1.153 miliardi
Gli italiani devono al fisco una cifra mostruosa, che alla fine dell’anno scorso era pari a ben 1.153 miliardi di euro. A tanto ammonta il «carico residuo contabile», a fronte dei ruoli esattoriali emessi, che si trova nella pancia di Agenzia delle Entrate Riscossione. Solo che il 90% di questa somma viene considerata di recupero difficile, se non impossibile, dalla stessa Agenzia.
Ci sono 156 miliardi di debiti che fanno capo a società e ditte individuali fallite, per le quali si stimano possibilità di incasso minime, così come per i 168 miliardi di cartelle esattoriali a carico di soggetti deceduti e ditte cessate, da cui non si recupererà nulla. Stessa sorte per 136 miliardi di debito sulle spalle di soggetti che, a seguito delle verifiche, sono risultati «nullatenenti».

Grandi debitori
Ci sono poi ben 515 miliardi di somme dovute per le quali sono state avviate azioni cautelari oppure esecutive. Tra queste, 328 miliardi fanno capo ai cosiddetti «grandi debitori», quelli che hanno pendenze superiori a 500 mila euro. Anche per questi crediti, l’Agenzia ha prospettive di incasso pari a zero.

Gettito zero
Somme che tuttavia restano nel bilancio pubblico, e che per gli enti creditori rappresentano una componente dell’attivo, salvo la loro progressiva svalutazione annuale (negli ultimi undici anni sono stati abbattuti di 800 miliardi).
Di tutti i debiti fiscali, alla fine, solo il 10%, 114 miliardi, vengono considerati realisticamente esigibili. Che sia con l’attività di riscossione ordinaria, con le sanatorie o il condono proposto da Salvini, comunque, non porteranno gettito aggiuntivo nelle casse dello Stato.